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Scrigno di conoscenza vicino al mare: Mostra Malacologica a Cupra

di Redazione Picenotime

mercoledì 25 giugno 2014

3.000 metri quadri di superficie totale, una sala convegni in grado di ospitare 200 persone, una sala didattica per 80 studenti, una sala proiezioni con 50 posti e, ancora, una biblioteca, un laboratorio per la tipizzazione delle conchiglie e la fotografia nel quale sono state scoperte e descritte oltre 200 nuove specie di molluschi, un punto vendita e pareti attrezzate per la pinacoteca e la piastrelloteca malacologica.

Al Museo della Malacologia di Cupra Marittima sembra non mancare proprio nulla, non per niente questa struttura  rappresenta la più grande mostra di malacologia al mondo. Situato nel sud delle Marche di fronte al mare, il museo è stato fortemente voluto dai due fratelli Vincenzo e Tiziano Cossignani, i quali, spinti dalla passione per le conchiglie, decisero di condividere con il mondo la loro cospicua collezione, la quale ammonta a quasi dieci milioni di esemplari.

Un progetto faraonico, dunque, degno coronamento di una vita dedicata alla conoscenza e diviso in 5 sezioni:

- Malacopaleontologia
- Cefalopodi, Gasteropodi e Bivalvi
- Perle e Madreperle
- Squali, Coralli, Madrepore e Granchi
- Africa , Maschere e Misteri

Dal 1977 al 1988 la mostra condusse un'esistenza itinerante che la portò nelle grandi città d'Italia, senza mai dimenticare, tuttavia, Cupra Marittima, luogo di origine particolarmente caro ai Cossignani, e luogo nel quale, dopo alcune sedi provvisorie, a partire dal 1988 le conchiglie trovarono sistemazione stabile. Che i contatti con la terra di origine non siano mai stati persi è testimoniato anche dalle numerose iniziative, che, fin dagli albori, furono svolte in collaborazione con la Scuola Primaria della cittadina.

All'interno del Museo vi è uno spazio occupato da bacheche e vetrine per 1800 metri lineari con 12 sezioni espositive. Gli esemplari esposti sono oltre 900 mila mentre quelli conservati nelle collezioni di studio del museo sono più di 9 milioni. E' possibile trovare conchiglie di tutte le forme e dimensioni da quelle esotiche e colorate a quelle del Mediterraneo che ben conosciamo. Una grande attenzione, inoltre, è riservata alla contestualizzazione temporale, accanto alla sezione che ospita le conchiglie di origine recente, infatti, vi è un'esposizione di reperti fossili nella quale non solo si possono ammirare conchiglie risalenti a più di 500 milioni di anni fa ma addirittura un fossile perfettamente conservato di Mososauro del Marocco, un dinosauro acquatico. Per gli appassionati del genere non mancano gli squali, è possibile infatti ammirare diversi esemplari imbalsamati.

Non solo conchiglie, dunque, ma un progetto in continuo divenire, nel quale anime diverse, unite dallo stesso filo conduttore, confluiscono in qualcosa di unico e irripetibile.

Il mondo della Malacologia è presentato, dunque, a 360°, nessun aspetto viene tralasciato. A conferma di questo vi è la presenza di oltre 3000 volumi riguardanti lo studio delle conchiglie, ospitati nella biblioteca, di creazioni artistiche impreziosite da conchiglie e di quelle che per decorazione e forma, al mondo delle conchiglie rimandano: le maschere, le madreperle decorate e le ceramiche, le quali hanno permesso la nascita della "Piastrelloteca Malacologica Mondiale", prima nel mondo per importanza.

Infine è giusto dire che l'occhio di chi cerca una struttura avvenieristica potrebbe rimanere deluso, ma, probabilmente, un osservatore attento riuscirebbe a intuire che è l'idea stessa di realizzare un simile progetto ad essere avvenieristica. Non manca inoltre l'attenzione ai problemi concreti del nostro tempo, il museo, infatti, è riuscito a dotarsi di un impianto fotovoltaico che permette l'emissione "zero" di anidride carbonica, nonchè la produzione autonoma di energia elettrica. Essenzialità e concretezza dunque per una struttura unica al mondo.

Il Dottor Vincenzo Cossignani, con estrema gentilezza, si è reso disponibile a rilasciare un'intervista nella quale racconterà qualcosa di più sulla grande passione della sua vita. Dalle sue parole, oltre che il grande amore per la natura, traspare l'interesse per il destino della cultura nel nostro Paese e per il futuro di tutti quei giovani che di cultura vorrebbero vivere.

Dottore io ho introdotto la Mostra da profana, ma in cosa consiste lo studio della malacologia e qual è la sua importanza a livello mondiale?

La parola Malacologia deriva dal greco μαλακός (malacos), mollusco. La Malacologia è dunque la scienza che studia i molluschi, animali a corpo molle provvisti generalmente di uno scheletro esterno chiamato conchiglia. L'importanza della Malacologia a livello mondiale è molto grande in quanto i molluschi vengono utilizzati nell'alimentazione, sia umana  che animale. Un'altra funzione, in particolare della conchiglia è lo sfruttamento sia a fini collezionistici che come materia prima per una serie di prodotti realizzati artigianalmente, basti pensare alla madreperla o alle perle stesse. L'interesse, dunque, è anche economico.

Cosa rappresenta per lei questa mostra?

Sono nato naturalista. Il mare era a cento metri dalla casa dove sono cresciuto e Cupra Marittima era, in passato, il più importante centro peschereccio di vongole di Italia, pertanto il rapporto con le conchiglie è nato fin da subito. La mia passione è iniziata con le conchiglie che raccoglievo durante le passeggiate in spiaggia, tuttavia nel periodo della mia infanzia e adolescenza le coste marchigiane vantavano più di duecento specie di conchiglie diverse, e questa variabilità rende facile appassionarsi. Al momento la spiaggia è sottoposta ad una vera e propria violenza a causa dell'inquinamento, in particolare quello di tipo fisico dovuto all'inserimento dei frangi flutto, che ha annientato la biodiversità. Se  un ragazzo camminasse adesso nell'acqua adiacente alla battigia troverebbe molto fango, i molluschi, soprattutto quelli che necessitano di un habitat più pulito, non sono più presenti.  Un'assenza, dunque, sia quantitativa che qualitativa.

Essere nato a Cupra Marittima ha fatto la differenza quindi? E' per questo che vi è così legato?

Se fossi vissuto in una zona diversa, con un territorio dalle differenti caratteristiche, probabilmente avrei sviluppato un altro tipo di passione ma, di certo, sempre in ambito naturalistico.

La storia della Collezione colloca la prima uscita pubblica nel 1977, ma quando nacque l'idea di esporre e quanto tempo fu necessario per rendere l'idea praticabile?

L'idea nacque circa dieci anni prima, al momento delle prime raccolte. Questi anni sono stati utili per mettere insieme numerose conchiglie, in parte locali, raccolte in spiaggia, in parte esotiche, acquistate in varie parti di Italia. Quando io e mio fratello Tiziano ci siamo resi conto che le conchiglie non piacevano solo a noi ma appassionavano anche chi vedeva questa nostra primordiale collezione è nata l'idea di metterla a disposizione di tutti con una mostra estiva la quale ha avuto così tanto successo che ci ha dato la spinta ad approfondire e a buttarci nella realizzazione di quest'impresa.

Quale fu l'ostacolo più grande nella realizzazione del progetto?

Di ostacoli ne abbiamo trovati tanti. Ci sono stati quelli burocratici e quelli economici ma, forse, quello che ci ha più infastidito, perchè incomprensibile, è stato l'invidia. Nonostante ciò siamo riusciti nel nostro intento e la molla più potente che ci ha spinti sempre avanti è stato il fatto di essere fratelli, completamente diversi e per questo complementari. Ci siamo sempre incoraggiati e sostenuti a vicenda e questa è stata la nostra più grande forza.

Una mostra del genere sarebbe stata più che gradita in qualunque parte d'Italia e senza esagerare, del mondo, perchè la decisione di stabilirla proprio a Cupra Marittima?

Il fatto di lavorare nello stesso luogo in cui vivi è una grande comodità, soprattutto perchè noi non essendo professionisti ma svolgendo ognuno un altro lavoro non potevamo lasciare la fonte di sostentamento. Un altro aspetto determinante è stato il fatto che nostro padre ci ha messo a disposizione la terra dove realizzare la struttura permanente e questo è un vantaggio non trascurabile. In città come Milano, Roma o Napoli di certo avremmo avuto numerosi elementi a nostro favore, ma quando una persone inizia un progetto deve fare i conti con le esigenze e le risorse reali. Abbiamo fatto il meglio che potevamo con ciò che avevamo a disposizione.

I numerosi progetti svolti in collaborazione con le scuole indicano una forte attenzione verso i giovani. Secondo lei, in che modo questa collaborazione può arricchire un bambino o un adolescente?

Tanti anni fa il rapporto tra bambino e ambiente naturale era concreto. Oggi questo rapporto praticamente sta sparendo e il bambino non va più a fare la passeggiata in campagna o ad osservare il lavoro dei pescatori, piuttosto trascorre le sue giornate in casa di fronte alla televisione o al monitor di un computer. Per un bambino, dunque, visitare la Mostra è una forma di incontro con la natura anche se non è di certo quella ottimale, ma potrebbe essere un buon inizio. Pensando ai molluschi, inoltre, bisogna tenere presente che ne esistono ben 120.000 specie diverse e questa variabilità non fa altro che alimentare la fantasia di un bambino. Lo stesso Piero Angela, dopo aver visitato la Mostra, ha affermato che: “Questo Museo è un esempio tipico per vedere la grande variabilità degli esseri viventi”. In particolare sono i bambini più piccoli a rimanere maggiormente meravigliati e affascinati.

La natura poliedrica della mostra indica una entusiasmo sempre nuovo nell'ampliare i propri orizzonti, ci sono ulteriori campi verso i quali la collezione si svilupperà?

Ci sono tanti ambiti verso i quali vorremmo svilupparci, molti dei quali per ora limitati da diversi fattori. Il primo fattore è indubbiamente quello economico in quanto il Museo è sostenuto dai fondi ricavati dagli ingressi e dal negozio, tutti gli utili sono destinati al miglioramento della struttura. I due principali interessi al momento sono il lato estetico e il lato multimediale della Mostra. L'informatizzazione, in particolare, è il nostro interesse primario. Una maggiore interattività potrebbe essere ottenuta dotando la Mostra di supporti tecnologici che permetterebbero ai visitatori più interessati di ottenere maggiori informazioni sulla vita e la storia dei molluschi. Intanto, in occasione della nuova mostra che verrà inaugurata il primo sabato del prossimo giugno verranno inseriti cartelli informativi in tre lingue diverse.

In questo momento si tende a prediligere una tipologia di lavoro che porti il più velocemente possibile ad un guadagno, nonostante ciò molti giovani sono appassionati di scienze naturali, cosa consiglierebbe loro?  

Mi viene da fare un grosso sospiro ed i motivi sono molti. Se avessimo la disponibilità economica sufficiente noi stessi potremmo dare lavoro a venti o trenta ragazzi ma purtroppo l'onerosità della burocrazia e la continua mancanza di fondi lo rendono impossibile. Nell'attuale situazione economica occorre fare scelte concrete che portino prima di tutto al sostentamento. Nessun giovane considererebbe realistica ne tanto meno soddisfacente una situazione in cui la famiglia lo mantiene per anni senza che egli possa rendersi indipendente. Oggi la situazione è molto difficile e le scelte politiche continuano a sottrarre fondi alla cultura. La situazione cambia se si coltivano degli hobby, delle passioni. Qualsiasi tipo di passione in qualsiasi campo deve essere curata e incoraggiata, non si sa mai a cosa può portare.

Come ultima domanda vorrei chiederle quali sono gli eventi più interessanti che attendono i visitatori della Mostra nel prossimo futuro?

Ogni anno la nostra Mostra si arricchisce di novità, non solo di conchiglie ma anche di cose particolari. A giungo inaugureremo una esposizione di chiocciole realizzate in qualsiasi modo e materiale, dal legno, alla porcellana fino al pane e per il 2015 è già in programma una mostra di crocifissi in madreperla.

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