Elezioni provinciali, piccato botta e risposta tra Gaspari e Celani
di Redazione Picenotime
mercoledì 24 settembre 2014
Pubblichiamo integralmente i due comunicati stampa inoltratici dal sindaco di San Benedetto del Tronto Giovanni Gaspari e dal presidente della Provincia di Ascoli Piceno Piero Celani in merito alle imminenti elezioni provinciali di secondo grado.
GASPARI
La notizia che il centrodestra piceno non è riuscito ad esprimere un candidato presidente alla Provincia e non candida neanche uno dei suoi rappresentanti nel Consiglio comunale di San Benedetto è certamente clamorosa. Ma non tanto, se si prova ad analizzare i motivi di questo “otto settembre” dello schieramento che ha governato finora la Provincia.
In realtà si sta verificando un fuggi fuggi generale in quanto nessuno se la sente di sopportare l’eredità di un’Amministrazione provinciale che non solo ha messo finanziariamente in ginocchio l’Ente, non solo ha abbandonato al suo destino il patrimonio pubblico tradizionalmente gestito dall’Ente Provincia, in primis scuole superiori e strade, ma è stata capace di distruggere ogni rapporto istituzionale con le amministrazioni del territorio arroccandosi in un’autoreferenzialità miope e devastante.
Dinanzi alla rotta di un esercito senza guida, toccherà al Centrosinistra e a Paolo D’Erasmo tentare di riparare il riparabile in questo cumulo di macerie, iniziando ad accertare le gravissime responsabilità che non sono solo politiche ma anche di una classe dirigenziale che non ha avuto la spina dorsale diritta per opporsi alle scellerate scelte fatte.
Paolo D’Erasmo dovrà impegnarsi non poco per imprimere un netto cambio di direzione, scegliendo in base a criteri di qualità professionale coloro che dovranno formare la nuova classe dirigenziale dell’Ente, se necessario anche attingendo al di fuori del personale attualmente a disposizione. Per poi procedere ad una seria revisione delle voci di bilancio, tagliare la spesa improduttiva e concentrare le poche risorse rimaste su azioni che veramente diano la percezione della funzione che questo Ente può svolgere a beneficio di tutto il territorio.
Ci vuole coraggio per fare tutto questo, a Paolo D’Erasmo non manca e su questo sa di avere l’appoggio di noi Sindaci.
CELANI
Al coro dell’armata rossa in baldanzosa marcia verso palazzo San Filippo, mancava la voce di Giovanni Gaspari. Lacuna prontamente colmata con l’ennesimo intervento del sindaco di San Benedetto che, però, stranamente, sembra mettere quasi le mani avanti.
Celani – dice in sostanza Gaspari – lascia un cumulo di macerie e D’Erasmo, pur con tutta la buona volontà non potrà mettere riparo alla devastazione lasciata in eredità.
Intanto indica o detta?, la linea. Nuova classe dirigente “se necessario attingendo al di fuori del personale attualmente a disposizione”, revisione delle voci di bilancio, taglio della spesa improduttiva, azioni mirate e, tanto per indicare il nuovo corso, ecco che il sindaco rivierasco “suggerisce” un nome per riempire una delle, eventuali, caselle vuote e in particolare quella del vice presidente. Tutto, rigorosamente, targato PD perché il partito democratico sarà sì renziano ma non dimentica i vecchi insegnamenti togliattiani e quindi prima operazione: occupare tutte le caselle a disposizione.
Poi verrà il territorio. Sì, quel territorio che a loro dire avremmo distrutto e tra il fumo e le macerie eccoli che avanzano, pronti a sacrificarsi accollandosi “l’eredità di Celani che nessuno se la sente di sopportare” … meno loro, ovviamente.
Eppure il tanto vituperato Celani è riuscito a portare in porto una gestione quinquennale della Provincia che si trascinava dietro una eredità, quella sì, devastante. Un regaluccio dei precedenti presidenti e dei loro esecutivi, guarda caso, tutti targati PD e se lo avesse dimenticato sarà mia premura fargli avere il bilancio della provincia 2009.
Ma mentre i bilanci devastati della sinistra sono ottimizzazione delle risorse per il territorio, i bilanci rigorosi del centrodestra, gli interventi a sostegno dell’occupazione e del rilancio economico del territorio, sono invece scempi. Un singolare strabismo politico! Specie se praticato da Giovanni Gaspari: sindaco, da anni ormai, in bilico sulla poltrona di primo cittadino sanbenedettese, alle prese con una fronda interna, democraticissima però, che non gli ha risparmiato i colpi più bassi e ripetuti inviti ad andarsene per presunti scempi politico amministrativi. Intanto S. Benedetto si è come ripiegata su se stessa. Gaspari prova a nascondersi dietro Giove Pluvio e le bombe d’acqua ma la città dopo anni di sindacato Gaspari è in ginocchio: nessuna opera pubblica degna di questo nome e' stata realizzata, promozione e cultura sono all’anno zero (i turisti ricordano solo le manifestazioni promosse da questa tanto vituperata Provincia e senza alcuna partecipazione finanziaria del Comune che non ha messo un solo euro).
E l'affare stadio? Emblema della sua inefficienza e arroganza. Ma parliamo di patrimonio pubblico.
Non è forse Giovanni Gaspari quello che è stato chiamato dalla Corte dei Conti a risarcire i danni da lui perpetrati? E ancora: la tassa di soggiorno, i parcheggi a pagamento, un lungo mare che grida vendetta non essendo riuscito a fare in dieci anni ciò che il centrodestra ha fatto in due anni, e ancora la figuraccia sul Ballarin, sulle pensiline fotovoltaiche, sui fondi della Fondazione Carisap finiti a Grottammare...il PRG che attende da 20 anni, gli interventi spot sulla riqualificazione dell'Albula mai progettati, il dilettantismo sulle varianti urbanistiche che hanno messo a rischio gli investimenti dei privati..., gli allagamenti quotidiani, sempre colpa delle bombe d'acqua, le crociate sulla discarica al solo scopo di raddoppiare ai suoi cittadini la tassa rifiuti... per non dire dell'incapacità di scegliere una delle tante soluzioni progettuali proposte dalla Provincia per la variante alla ex ss 16 (bretella) .... Altro che 8 settembre! Qui siamo in presenza di una autentica Caporetto, una Waterloo, una Hiroscima messe insieme. Comunque non tema. Anche a Gaspari invierò copia dei nostri bilanci per fargli vedere come si amministra anche dalle rovine, quelle sì certificate, ereditate da 15 anni di centrosinistra. Purtroppo per lui, però, credo gli sia rimasto troppo poco tempo per imparare..ormai la sua carriera politica è ai titoli di coda... e chissà se il PD, alle prossime elezioni amministrative, troverà qualcuno in grado di sopportarne l’eredità.

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