Coldiretti Ascoli Fermo contraria a biodigestore in Valdaso. Nasini visita aziende coinvolte: “Primo dossier esaminato”
di Redazione Picenotime
martedì 21 gennaio 2025
Il tempo di insediarsi, il passaggio di consegne con chi lo ha preceduto e, in continuità, l’opposizione sul tema del biodigestore di Force e del gasdotto necessario al suo funzionamento. Proprio nei giorni scorsi il neodirettore di Coldiretti Ascoli Fermo, Giordano Nasini, ha voluto visitare gli agricoltori coinvolti loro malgrado nel tracciato di “uno dei dossier più urgenti sul mio tavolo – ha detto – una questione che continua a suscitare preoccupazioni tra gli agricoltori della Valdaso”. La presenza di circa 1.200 aziende agricole, che coprono l'80% del territorio, rende la Valdaso una delle aree agricole più importanti della Regione Marche e così Nasini, durante le sue visite, ha raccolto informazioni sulle possibili ricadute negative di questo progetto. “Il timore – spiega – che abbiamo sempre denunciato, anche in solitaria fin dal 2021, è che questa realizzazione alteri in modo significativo l'equilibrio dell'economia rurale e sostenibile della zona. La valle, celebre per i frutteti, le produzioni agricole di qualità come la Mela Rosa dei Sibillini, il vino, l'olio e gli ortaggi, rischia di vedere compromesso il suo futuro da zona agricola di pregio a sito industriale, danneggiando irrimediabilmente il paesaggio e l'economia locale. Oltretutto il passaggio del gasdotto arrecherebbe danni agli impianti antigrandine e agli impianti irrigui”. Coldiretti Ascoli Fermo, con il sostegno di Nasini, ribadisce il suo impegno nel monitorare il progetto e nel difendere il territorio. "Non è solo una questione agricola, ma riguarda il futuro economico e ambientale dell'intera Valdaso", ha dichiarato Nasini, sottolineando l'importanza di mantenere alta l'attenzione su questo tema anche in vista della sentenza del Consiglio di Stato, attesa per i prossimi giorni. “Restiamo in attesa di capire come si evolverà questa vicenda a livello di giustizia amministrativa” conclude Nasini.
Anche Confagricoltura Ascoli Piceno e Fermo prende una posizione ferma contro la realizzazione del metanodotto "Anello della Valdaso", che attraverserà la valle da Montedinove a Montefiore dell’Aso, toccando Montalto, Carassai, Ortezzano e Petritoli. L'opera, che interessa oltre cento aziende agricole, è stata definita dal presidente Mauro Acciarri una minaccia per il territorio e per l’agricoltura di eccellenza che caratterizza la zona.
«In qualità di presidente di Confagricoltura per le provincie di Ascoli Piceno e Fermo mi preme sottolineare la posizione di netta e incrollabile contrarietà dell’ente che rappresento alla realizzazione lungo la Val d’Aso del metanodotto. Ho già espresso pubblicamente, anche a titolo personale, che tale opera, oltre ad essere inutile e anacronistica, una volta realizzata porterà un tale carico di traffico lungo la vallata in direzione del futuro impianto inceneritore, che potremo scrivere i titoli di coda alla storia di un territorio naturalmente vocato all’agricoltura e alla tranquillità delle persone che lo abitano» ha dichiarato Acciarri.
Confagricoltura provinciale sottolinea come «Il metanodotto che si estende per circa 20 km, rappresenta un pericolo per la qualità dei terreni agricoli, minacciando la biodiversità e compromettendo la bellezza naturale di un'area storicamente dedicata alla coltivazione di prodotti di alta qualità. I cittadini e gli imprenditori agricoli locali hanno già sollevato forti preoccupazioni riguardo gli impatti a lungo termine dell’opera»
Acciarri ha aggiunto: «Nell’interesse degli agricoltori e della popolazione, ho combattuto e tuttora mi sto battendo affinché il metanodotto venga bloccato: è una battaglia di civiltà che affronto quotidianamente a tutti i livelli, interfacciandomi con le istituzioni e dialogando con le persone. A conferma di ciò, non solo non ho firmato alcun accordo con la società Gasdotti Italia, ma come titolare di un’azienda agricola ho ricorso in giudizio dinanzi al TAR per far valere non solo i miei interessi personali ma anche le ragioni di un territorio che dobbiamo lasciare integro per coltivare il nostro obiettivo di un’agricoltura produttiva e di qualità».
L’opera, che segna un'importante svolta per la regione, ha suscitato forti reazioni tra la popolazione e il mondo agricolo. Per gli agricoltori locali, il passaggio del metanodotto rappresenta una minaccia concreta per la sostenibilità e il futuro delle loro attività.
Confagricoltura continua a sostenere con determinazione la posizione di difesa del territorio, invitando tutte le istituzioni a prendere in considerazione le esigenze del mondo agricolo e della comunità locale prima di procedere con la realizzazione del progetto.
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