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Scuola: percorsi abilitanti troppo cari, emergono malumori e petizioni tra i docenti

di Silvana Starvaggi

sabato 30 settembre 2023

Il 25 settembre 2023 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto con le nuove regole per l’abilitazione docenti, il DPCM 4 agosto 2023 recante “Definizione del percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai fini del rispetto degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.” Era stato il decreto-legge n. 36 del 30 aprile 2022, convertito con modificazioni, dalla legge n. 79 del 29 giugno 2022, a cambiare il reclutamento dei docenti nell’ambito delle riforme del PNRR, il DPCM con le norme per l’attuazione della riforma è arrivato dopo un anno.

Il decreto definisce le competenze e gli standard professionali minimi dei docenti e l'articolazione dei percorsi da 60, 30 o 36 CFU, i costi iscrizione, le modalità della prova finale, linee guida per il riconoscimento dei CFU e requisiti per l'accreditamento. Possono accedere ai percorsi abilitanti i docenti in possesso di un titolo idoneo per l'insegnamento nella classe di concorso interessata (secondo quanto previsto nelle tabelle del DPR 19/2016 e DM 259/2017, quindi laurea di II livello più eventuali CFU specifici, oppure diploma tecnico o professionale per ITP). Possono accedere anche studenti che non hanno ancora acquisito il titolo. Il costo massimo varia dai 2500 euro ai 2000 euro a seconda dei diversi casi.

In questi nuovi percorsi se il numero di partecipanti dovesse superare il numero dei posti, le Università e le istituzioni AFAM possono programmare delle selezioni a livello locale, secondo le modalità individuate dal MUR. I docenti già in possesso di un'altra abilitazione o della specializzazione, invece, potranno accedere in sovrannumero.

Non si tratta di semplici CFU da acquisire come corsi singoli o altri corsi universitari, ma di specifici percorsi ad hoc formati da corsi, laboratori, tirocinio diretto e indiretto. È previsto l'obbligo di frequenza del 70%, (nella fase transitoria fino al 50% delle ore dei corsi possono essere svolti in modalità telematica sincrona). L'abilitazione è divenuta quindi titolo utile per iscriversi nella prima fascia delle GPS (graduatorie provinciali per le supplenze) e obbligatoria dal 2025 per partecipare a tutti i futuri concorsi.

Di pari passo con la pubblicazione del decreto sono diventati sempre più evidenti i malumori dei docenti ed aspiranti, che a quello che si legge nei vari gruppi social pubblici e non, si sentono stanchi e considerati come dei bancomat. In generale la somma che si dovrà sborsare per accedere ai futuri percorsi di abilitazione docenti è considerata troppo alta per le tasche dei docenti, in considerazione del fatto che ci sono docenti con più classi di concorso. C'è chi afferma: ''Un docente con una classe di concorso con cui può insegnare alla scuola media e alle superiori, deve sborsare minimo 4000 euro. Gli insegnanti di lingue che hanno attive può classi con diverse lingue straniere, possono arrivare anche ad 8000 euro''.

La questione dei costi e delle tempistiche dei percorsi abilitanti per docenti è un argomento che sta prendendo sempre più piede, suscitando preoccupazioni tra gli insegnanti. “Troppo caro” il costo dei percorsi abilitanti, tanto che su Change.org è stata lanciata una petizione per puntare a garantire un accesso equo e sostenibile: ''Uniamoci contro il nuovo Percorso Abilitante: Formazione Accessibile per Tutti i Docenti!”. Allo stato attuale sono state raggiunte più di 3mila firme nel giro di 48 ore. Riportiamo di seguito qualche stralcio: “Con questa petizione ci appelliamo ai principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione per opporci fermamente al recente DPCM che impone nuovi percorsi abilitanti per i docenti nell’ambito della riforma del reclutamento prevista dal PNRR. Ci opponiamo ai termini previsti dal DPCM e CHIEDIAMO di tutelare i docenti da eventuali costi onerosi per garantire che il percorso abilitante sia equo ed accessibile a tutti coloro che desiderano dedicarsi all'insegnamento. Dobbiamo proteggere e preservare i principi sanciti nella nostra Costituzione assicurando che l'istruzione sia una via aperta per tutti, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria''.

I docenti puntano l'attenzione anche sui troppi CFU di tirocinio in presenza (chiesti anche a docenti che insegnano da anni) e sulle lezioni del percorso che non sono previste in modalità asincrona, ma solo in sincrona e presenza. Chiara, una docente di Lecce, in un gruppo su Facebook scrive: ''Chi ha figli da seguire, o un lavoro che non consente di prendere permessi, chi non può permettersi di licenziarsi, perché altrimenti non saprebbe come vivere (né come pagare il percorso abilitante in questione) cosa fa? È costretto a rinunciare per sempre alla possibilità di abilitarsi? 2500 euro per ogni classe di concorso sono un sacco di soldi Signor Ministro, e in un Paese civile, (come nel resto d'Europa) non è normale né legale pagare per dover lavorare o formarsi".

Un tema caldo quello dell'abilitazione dei docenti, vedremo nelle prossime settimane se porterà a scioperi e mobilitazioni.

CLICCA QUI PER VEDERE DPCM (GU N.224 DEL 25 SETTEMBRE 2023)


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