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Associazione ''Arquata Potest'', una webcam sempre accesa sulle ferite profonde di un borgo

di Redazione Picenotime

venerdì 07 giugno 2019

L’Associazione “Arquata Potest”, dopo il recupero degli antichi sentieri, i progetti editoriali sulla storia del territorio e la valorizzazione della festa patronale, ha deciso di avviare un progetto per l’installazione di una webcam, che vuole essere un occhio perennemente vigile sulle ferite e la ricostruzione di Arquata del Tronto, uno dei comuni più colpiti dai terremoti del Centro Italia del 2016, inteso come simbolo dell’intero cratere, quello vero e profondo.

“Arquata Potest”, che dal 2011 è attiva per portare avanti progetti di valorizzazione, prima, e di supporto alla rinascita, poi, del territorio arquatano, ha voluto così installare una videocamera che, dalla sottostante frazione di Borgo, punti in direzione del capoluogo Arquata. Un borgo che fino a tre anni fa era considerato un gioiello medievale del nostro Appennino.

Molteplici sono state le ragioni che hanno spinto l’Associazione a realizzare e ad investire in un progetto così complesso.

In primis, l’intento di mantenere alta l’attenzione sul cratere (quello profondo) dei terremoti del 2016.

È un dato di fatto che, ad oggi, l’argomento sia ormai finito nel dimenticatoio per i media nazionali, con poche realtà locali che ne parlano ancora.

Allo stesso tempo, la volontà di vigilare in via continuativa sul processo di ricostruzione del capoluogo, ormai da troppo tempo in situazione di stallo.

Dopo la rimozione delle macerie nella parte bassa (che è stata piuttosto una scarnificazione) e la messa in sicurezza della Rocca, la fortezza duecentesca sovrastante l‘abitato, non ci sono ad oggi novità in merito agli interventi per il nucleo più alto del borgo; si ha la percezione che manchi anche un’idea di ricostruzione per un futuro più o meno prossimo. 

Fiduciosi che, comunque, quanto prima l’immagine immobile di una collina brulla, che ha perso non gli alberi ma le abitazioni, possa animarsi di mezzi e interventi atti a farla rivivere, questo piccolo progetto punta a dare anche solo un contributo a scongiurare qualsivoglia tendenza all’immobilismo.

Come? Portando la situazione sotto gli occhi e la consapevolezza di tutti.

Non va poi dimenticato il ruolo affettivo di uno strumento, la webcam, che in ogni istante permette a chiunque di lanciare uno sguardo sul luogo dei ricordi più cari; anche se lo ritrae così ferito.

Allo stesso modo l’iniziativa vorrebbe permettere a tutti, anche a coloro che vivono lontano dal Comune dei 2 Parchi Nazionali, di accertarsi delle condizioni meteo per organizzare una visita. Poter verificare direttamente la situazione del tempo renderebbe immediata, e quindi più frequente, la decisione di andare a trovare i propri amici e cari, di fare la spesa e sostenere le attività arquatane che coraggiosamente hanno deciso di riaprire qui senza delocalizzare; insomma, di fare la propria parte per tenere viva una comunità che ha bisogno di essere sostenuta.

La mancanza di infrastrutture adeguate a permettere un rilancio vero e proprio del territorio, purtroppo, potrebbe emergere anche in merito a questo progetto. L’Associazione, infatti, si scusa anticipatamente per i disservizi legati all’instabilità della connessione ad internet che potrebbero verificarsi nel tempo.

“Arquata Potest” non vuole turbare nessuno: l’intenzione, sia ben chiaro, è far conoscere una situazione che, purtroppo, esiste, condividendola anche con chi non transita mai lungo la sottostante SS4 Salaria.

Vuole essere il richiamo ad un’attenzione comune, un ulteriore sollecito alle autorità competenti, per contribuire a superare la cruda realtà.

Arquata però non solo per sé, ma come simbolo di un problema comune alle altre frazioni del territorio e a tutti gli altri bellissimi borghi del Centro Italia che, seppur gravemente colpiti, fanno di tutto per mantenere intatta la propria identità.

Perché, proprio come recita lo Statuto di Arquata: “Alcun non se parta della terra d’Arquata et suo contado senza animo di tornare a detta terra (1574)”, da parte nostra continueremo a fare tutto il possibile per tornare quanto prima nella nostra “Nobil Terra d’Arquata”.

https://www.arquatapotest.it/


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Commenti

Giuseppe corradetti
venerdì 07 giugno 2019

Giusto tutto vero.Ma la demolizione eseguita dalla parte del municipio verso Borgo è stata peggio del terremoto adesso gia non si distingue più neanche dove erano le case ,tra poco sarà tutyo come gia si vede ricoperto da vegetazione sono state asportate persino le strade interne la pavimentazione vedi via Garibaldi ecc tutti i portali i conci dove sono finiti?non si rifarà allora a che cosa serviva demolire anche case che se pur danneggiate potevano restare li visto che il paese è chiuso e abbandonato a se stesso,poi se un giorno si rifarà con quali conci portali ecc che sono la storia del Paese .Qualcuno avrebbe dovuto controllare come veniva fatta questa demolizione visto che poi non era cosi lontana o distante da chi è pagato per farlo ma...La speranza un giorno sarebbe quella di rimetterci piefe vidto che l'ultima volta è stato con i vigili del fuoco a recuperare un 2%di ponteggi che avevo per un lavoro li e anche questi pur essendo in piefi sono stati come le altre cose distrutte poi dopo.Ciao a tutti gli amici di Arquata.FORZA