Il futuro di San Benedetto e del suo sviluppo nelle analisi della Politecnica delle Marche
di Redazione Picenotime
martedì 19 novembre 2024
Venerdì 15 novembre nell’Auditorium comunale si è svolto l’incontro dedicato alla presentazione dei primi risultati dell’analisi condotta da UNIVPM (Università Politecnica delle Marche) sull’evoluzione del contesto socio economico della città di San Benedetto e del territorio circostante, passaggio fondamentale per la redazione del quadro conoscitivo del futuro Piano Urbanistico Generale della città. Durante l’incontro, dal titolo “Verso il Piano Urbanistico Generale: quale sviluppo per la Città e il suo territorio”, sono intervenuti i professori Gianluca Gregori, rettore dell’UNIVPM, e Valerio Temperini, professore associato del Dipartimento di Management dell’Università dorica, che hanno spiegato come sia mutato nel corso degli anni il quadro socioeconomico cittadino e le implicazioni che ciò comporta per la progettazione in campo urbanistico. Dalle relazioni è emersa la considerazione che la città di San Benedetto del Tronto dovrebbe tornare a svolgere un ruolo più attivo per lo sviluppo socio-economico di un ampio territorio, assolvendo alla funzione di “città metro”. Occorre però mettere a frutto le potenzialità della città ed anche adottare una prospettiva allargata per conseguire le giuste sinergie e integrazioni con i Comuni dell’area di influenza.
La popolazione nel comune di San Benedetto del Tronto si è stabilizzata negli ultimi anni su circa 47mila persone ma si osserva un processo di invecchiamento e la “fuga” dei più giovani soprattutto verso i paesi contigui. La città rimane comunque appetibile e continua ad attrarre investimenti in seconde o terze case, determinando prezzi sempre più elevati, troppo alti per le famiglie del ceto medio. Si assiste pertanto ad un incremento della popolazione che vive la città per un periodo limitato, in sostituzione di quella permanente, con conseguenze anche dal punto di vista della sostenibilità economica per le attività commerciali e dei servizi.
I docenti relatori hanno quindi posto all’uditorio una domanda ineludibile: che cosa vuole diventare San Benedetto in futuro? Una località prettamente balneare, vivace d’estate e spenta nel resto dell’anno? Oppure una città attraente e vivibile tutto l’anno? In questo secondo caso, hanno avvertito Gregori e Temperini, occorrerebbe realizzare politiche che incentivino il popolamento effettivo, ad esempio sostenendo progetti di housing sociale a favore di giovani coppie e lavorando su nuovi modelli di sviluppo economico, guardando ad esempio alle potenzialità legate all’espansione delle attività portuali e in particolare della cantieristica (possibilità di costruire e accogliere imbarcazioni di più grandi dimensioni, con evidenti benefici per le filiere e il turismo), alla valorizzazione della pesca, alla blue economy e a un turismo che può essere presente tutto l’anno se connesso allo sport, all’arte e alla cultura, all’enogastronomia, ai percorsi esperienziali integrati con l’entroterra.
Quanto allo sviluppo urbanistico, dal convegno è arrivata la conclusione che l’eccessivo consumo di suolo e l’elevata densità abitativa impongono più che nuove costruzioni, l’opportunità di riqualificare e migliorare l’esistente aumentando l’accessibilità e la fruibilità del territorio, la connessione delle differenti zone in linea con i principi della mobilità sostenibile, la disponibilità di spazi verdi da interpretare anche come luoghi di aggregazione, il potenziamento dell’offerta di servizi a favore dei residenti ed anche dei visitatori/turisti. Il capitale umano costituisce un punto di forza di San Benedetto del Tronto, presentando un tasso di laureati tra i più alti delle Marche; è un aspetto particolarmente rilevante in ottica di attrazione di imprese. Così come la presenza dell’Università, che potrebbe essere ulteriormente valorizzata e che svolge un ruolo anche di stimolo all’innovazione e alla creazione di imprese innovative che possano incidere sui settori chiave del territorio, come ad esempio la “Blue economy”.
“Non esistono territori destinati al declino – ha concluso il prof. Gregori – i territori sono il risultato di flussi. Flussi di residenti, di visitatori e turisti, di imprese e di utenti in senso più ampio, verso i quali occorre creare e proporre offerte di valore per poterli attrarre e fidelizzare”.
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