Coldiretti Ascoli Fermo contro il biodigestore in Valdaso: una battaglia ancora aperta
di Redazione Picenotime
martedì 03 dicembre 2024
È passato un anno dalla grande manifestazione organizzata da vari soggetti del territorio per dire “no” al biodigestore previsto a San Salvatore di Force. Un’iniziativa alla quale prese parte anche Coldiretti Ascoli Fermo e che vide la massiccia partecipazione di agricoltori, imprese locali e cittadini, uniti per difendere la Valdaso. Le preoccupazioni degli agricoltori restano vive. Coldiretti continua a monitorare questo progetto che rischia di compromettere un territorio modello di economia sostenibile e turismo rurale con le sue produzioni di eccellenza come la Mela Rosa dei Sibillini, frutta, vino, olio ed ortaggi. Sono circa 1.200 le aziende agricole che operano nella valle che coprono circa l’80% del territorio rendendola una delle valli più agricole della Regione. La costruzione del biodigestore, accompagnata dalla realizzazione di un gasdotto funzionale al suo funzionamento, potrebbe mettere a rischio questo delicato equilibrio. “La realizzazione dell’impianto e delle infrastrutture collegate – spiegano da Coldiretti Ascoli Fermo - potrebbe danneggiare in modo irreparabile il territorio, trasformando un’area agricola e turistica in un sito industriale. Per questo non si tratta solo di una battaglia degli agricoltori ma riguarda l’intero futuro economico e ambientale della Valdaso”. La battaglia legale contro il biodigestore è tutt’altro che conclusa. È ancora pendente un ricorso al Consiglio di Stato, ma non è stata fissata una data per l’udienza. “Rispolverare questa situazione è essenziale – confermano da Coldiretti Ascoli Fermo -La costruzione del gasdotto conferma che il biodigestore è un progetto tutt’altro che archiviato. Invitiamo le istituzioni e i cittadini a mantenere alta l’attenzione. Da parte nostra siamo pronti a collaborare, come fatto finora, con i Comuni e con i legali per presentare ulteriori osservazioni contro l’impianto, coinvolgendo gli agricoltori e denunciando la mancanza di trasparenza che ha accompagnato tutto l’iter. La mobilitazione non si fermerà fino a quando non sarà garantita la tutela di un territorio che rappresenta un patrimonio inestimabile per tutta la regione Marche”.
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