Cgil Marche, lavoro: ''Non è una regione per giovani, ripresa lenta. Subito politiche attive per lo sviluppo''
di Redazione Picenotime
giovedì 13 aprile 2023
“Uno sviluppo lento, non al passo con la media europea. L’occupazione cresce ma trainata solo da lavoro autonomo o da contratti a tempo determinato e part-time, con donne e giovani ancora una volta maggiormente penalizzati da precarietà e vulnerabilità”. E’ il commento di Rossella Marinucci, segreteria regionale Cgil, a proposito dei dati Istat sul mercato del lavoro e quelli dell’Osservatorio sul precariato Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche e relativi al 2022. Ma non è tutto. “Scende la disoccupazione ma non quella di lunga durata che rappresenta quasi la metà sul totale dei disoccupati ed è caratterizzata da maggiori difficoltà di reinserimento”. Insomma, un 2022 dove vincono una ripresa lenta e precaria.
Nel 2022 infatti cresce l’occupazione con 639mila occupati e cioè +3,7% rispetto al 2021, diminuiscono disoccupazione con 42mila disoccupati e cioè -5% rispetto a 2021, e inattività e al contempo si attenua il divario di genere. Ma si tratta di una timida ripresa a geometrie variabili tra territori, categorie socio-demografiche e occupazionali: la crescita dell’occupazione dipendente infatti è sostanzialmente rappresentata solo da contratti a termine e lavoro precario e, in termini assoluti, assistiamo ad un graduale invecchiamento dell’occupazione, che dipende dalla riduzione della popolazione in età lavorativa.
Il saldo assunzioni – cessazioni risulta positivo nel complesso e per le singole tipologie contrattuali, ad eccezione dei contratti a tempo indeterminato e dei contratti in somministrazione. Sia rispetto al 2021 sia al 2019, le assunzioni crescono meno nelle Marche con un +8,2% rispetto al + 12,5% del Centro e al +11,4% dell’Italia in generale. Sul totale delle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota molto ridotta, pari al 12, 1%; la tipologia contrattuale maggiormente presente è il contratto a termine con 37,8%, seguita dal contratto intermittente che resta il più gettonato con + 17,7%. Rispetto al 2021, aumentano i licenziamenti di natura disciplinare, +42,4% e i licenziamenti di natura economica, +42%, oltre alle cessazioni per fine contratto, +13% e alle dimissioni volontarie.
“Il 2022 è stato un anno che ci consegna qualche segnale positivo, determinato dal rimbalzo della crescita legata alla ripresa post pandemia – sostiene Giuseppe Santarelli, segretario generale CGIL Marche – ma le politiche del lavoro ora devono essere mirate a trattenere i giovani nelle Marche: il tema della formazione e del rafforzamento delle competenze diventa decisivo per dare loro una concreta possibilità di un futuro stabile in questa regione”.
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