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Guardia Finanza Fermo, contrasto evasione e frodi fiscali. Intensa attività per riciclaggio e falsificazione monetaria

di Redazione Picenotime

lunedì 06 dicembre 2021

Nell’attività di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, in qualità di polizia economico-finanziaria, la Guardia di Finanza di Fermo ha proseguito la sua incessante attività a tutela delle entrate dello Stato, ma anche delle imprese che operano nella piena e completa osservanza delle leggi.

Negli ultimi quattro mesi, nell’ambito di specifici piani d’intervento, fondati su azioni mirate e selettive, sono stati svolti decine di controlli fiscali. Nel corso degli stessi è stata scoperta l’evasione su una base imponibile di oltre 1,1 milione di euro di imposte dirette e circa 170mila euro di IVA evasa. Identificati 4 evasori totali ed un responsabile è stato denunciato per reati fiscali.Sono stati svolti controlli nei confronti sia di società operanti nel settore del gioco online che del comparto calzaturiero e dell’e-commerce; altri accertamenti sono stati rivolti alla verifica dell’operatività di soggetti economici riqualificati come “società di comodo”. Le attività di controllo sono state indirizzate anche alla distribuzione stradale di carburanti ed alla circolazione dei prodotti sottoposti ad accisa, finalizzate non solo a garantire l’assolvimento degli obblighi impositivi, ma anche al corretto funzionamento dei sistemi di erogazione, alla qualità dei prodotti venduti ed al rispetto della normativa in tema di trasparenza dei prezzi applicati nei confronti dei consumatori.

Nello stesso periodo, nel corso dell’attività di vigilanza economica del territorio, le Fiamme Gialle fermane hanno controllato oltre 3.700 automezzi e 5.500 persone. Tali riscontri, di tipo preventivo, oltre a finalità di ordine e sicurezza pubblica, consentono anche un monitoraggio sulla regolarità della circolazione delle merci e dei prodotti, in particolare petroliferi, e di acquisire dati ed informazioni da utilizzare, previa elaborazione, analisi e approfondimento, per orientare l’attività operativa nel contrasto all’evasione e agli altri illeciti economico-finanziari (come, ad esempio, nel caso dei controlli svolti sugli “indici di capacità contributiva”, finalizzati ad acquisire informazioni sugli utilizzatori o sugli intestatari di beni di lusso).

Nell’ambito dei compiti istituzionali demandati al Corpo, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ed il Gruppo di Fermo hanno eseguito mirati servizi a contrasto della criminalità economico-finanziaria nella provincia, raggiungendo brillanti risultati.

Il monitoraggio dei flussi finanziari è il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita e conseguentemente per prevenire e contrastare le forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di leale concorrenza.

Nel dettaglio, i Finanzieri del Comando Provinciale di Fermo hanno approfondito 153 “segnalazioni di operazioni sospette”; tale attività ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di 2 persone di nazionalità lituana, ritenute responsabili di reati fiscali legati alla mancata presentazione delle dichiarazioni IVA e imposte dirette, e di due cittadini italiani per tentata truffa.

Inoltre, sono stati eseguiti mirati controlli antiriciclaggio - su autorizzazione del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria del Corpo, Reparto con sede a Roma - nei confronti di specifiche categorie professionali; tali controlli hanno portato, nel caso di un professionista, alla denuncia penale alla Procura della Repubblica di Fermo per il reato di falso (punito con la detenzione e con la multa da 10.000 a 30.000 euro), poiché la documentazione è risultata alterata mediante l’apposizione di firme false dei propri clienti, e, in un altro caso, alla contestazione ad un altro professionista di 169 irregolarità di natura amministrativa, tutte legate all’incompleta (“mancata adeguatezza”) della verifica della clientela.

Per prevenire e contrastare i fenomeni di riciclaggio e di reimpiego di proventi criminali, la Guardia di Finanza ha inoltre effettuato altre tipologie di controllo nei confronti di operatori economici sottoposti all’osservanza di specifici adempimenti antiriciclaggio. Infatti, nel corso di verifiche nei confronti di due “compro-oro”, sono state elevate sanzioni legate alla mancata identificazione della clientela (necessaria a garantire la tracciabilità dell’operazione), all’inosservanza di specifici obblighi di comunicazione e, in un caso, poiché l’impresa risultava non essere più iscritta nel registro degli operatori “compro-oro”, il titolare è stato denunciato per esercizio abusivo dell’attività.

In ulteriori attività di servizio, sono state poi sequestrate 157 banconote false, per un valore complessivo di oltre 8mila euro: si tratta principalmente di banconote di piccolo taglio (5, 10, 20 euro), ma non mancano nemmeno banconote da 50, 100 e 500 euro. Reprimere le condotte di falsificazione monetaria è azione a tutela del risparmio, dell’integrità dei circuiti di pagamento ed a protezione del patrimonio degli intermediari finanziari.

Da ultimo, nell’ambito di un procedimento penale per reati fiscali, è stata recentemente eseguita una confisca “per equivalente” (ovvero di beni legalmente acquistati o comunque posseduti, per un valore pari all’illegittimo guadagno) nei confronti di una persona fisica, che ha consentito di recuperare oltre 9 mila euro dal conto corrente e una vettura di grossa cilindrata. Il sequestro di patrimoni illeciti, anche sotto forma di “beni rifugio”, assume anche un valore “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità, comune ed organizzata. L’aggressione ad ogni forma di criminalità restituisce infatti competitività e legalità al mercato, alimentando gli investimenti ed il conseguente sviluppo imprenditoriale ed economico che la criminalità mira a controllare e rallentare.


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