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Ascoli Calcio, Lovato si racconta a Tuttosport: “Pulcinelli grande motivatore. Osservatori dell'Eintracht per Ninkovic”

di Redazione Picenotime

mercoledì 14 novembre 2018

Il direttore generale dell'Ascoli Gianni Lovato è tornato nella redazione del quotidiano piemontese "Tuttosport" dove ha lavorato come giornalista per oltre 15 anni. Il dirigente bianconero si è raccontato nel corso di una lunga intervista pubblicata stamane a cura del collega Marco Bo.

"Qui ho vissuto una bella e lunga parentesi della mia vita. Ricordo benissimo la volta che uscii consapevole che sarebbe stata l'ultima perchè stava iniziando una nuova fase, di natura sono attirato dalle nuove esperienza lavorative - ha dichiarato Lovato -. Lasciare il giornalismo, lo ammetto, non è stato semplice. Era il lavoro che immaginavo da ragazzino e che mi ha appagato completamente. Ma di fronte all'opportunità di superare il confine che esiste tra raccontare lo sport ed esserne parte attiva decisi in un attino di accettare la proposta di Francesco Bellini. Lui era un grande tifoso della Juventus, ci conoscemmo in un ristorante torinese dove ero a cena con un giocatore bianconero e il suo agente e lui si presentò al tavolo per stringere la mano al calciatore. Restammo in contatto e da lì nacque un'amicizia che sfociò poi nel rapporto di lavoro. Che effetto mi faceva sentirsi chiamare le prime volte direttore generale? Più che altro avvertivo la responsabilità di dove rispondere alle aspettative non solo della proprietà ma di una città, Ascoli, che vive di calcio da sempre. Domenica il club ha festeggiato i 120 anni e per tanti campionati in passato il football questa città lo ha vissuto ai piani nobili. In effetti andò bene perchè centrammo subito la promozione in Serie B dopo che la rivoluzione del mercato aveva portato 23 giocatori nuovi. La stagione seguente ci salvammo seppure dopo un'annata travagliata che portò alla mia separazione da Bellini. Nella mia prima esperienza da direttore generale mi sentivo forte sulla materia sportiva, meno sugli aspetti amministrativi. Confidavo nel fatto che tanti direttori generali, magari ex calciatori, avessero vissuto la stessa situazione per poi uscirne alla grande. Un anno fa, poi, Bellini mi chiede di dargli una mano per cedere l'Ascoli avendo deciso di chiudere la sua parentesi calcistica. Dopo alcuni mesi di sondaggi e trattative ecco la manifestazione d'interesse, arrivata tramite comuni amici, da parte della Bricofer e del suo patron Massimo Pulcinelli che decide di comprare l'Ascoli. Inizialmente sia io che Antonio Tesoro, ora direttore sportivo, svolgemmo un ruolo di mediazione poi sfociato nelle nostre attuali figure all'interno della Società. Il compito più difficile di un dg? Garantire equilibrio all'ambiente. Nel calcio si passa nel giro di un'ora e mezza dall'entusiasmo alla negatività. E tutte e due le posizioni possono rivelarsi approcci rischiosi. Un bravo dirigente deve essere capace di mantenere alta la concentrazione e il livello di autostima a prescindere dai risultati. Calciomercato? Con Antonio Tesoro prima di tutto siamo amici e poi colleghi. Lui ha le competenze per essere anche un buon direttore generale e io penso di averle per essere un buon direttore sportivo. Viviamo insieme questa avventura ed ogni decisione prettamente sportiva viene condivisa. Pulcinelli? E' una persona dall'entusiasmo contagioso, grande motivatore. Lui, il suo manager di punta Massimo Faenza e tutto il team di Bricofer si sono buttati nella nuova avventura con divertimento unito alla voglia di fare grandi cose. Tanti si chiedono perchè i grandi imprenditori siano così attirati dal calcio. Sicuramente il calcio dà una visibilità unica nel nostro Paese e per un gruppo in grande espansione può rivelarsi un traino importante e strategico. Ma alla base di tutto c'è sempre la passione. Questo vale anche per Pulcinelli, assiduo frequentatore dell'Olimpiaco soprattutto quando non gioca la Roma... Lui è tifoso della Lazio ma è diventato in pochi mesi tifoso dell'Ascoli a livello viscerale, al punto da avere, tramite i social, un continuo contatto con i nostri tifosi che lo apprezzano certo per aver dato obiettivi importanti per la squadra che amano ma anche per questo sincero trasporto che è parte del suo essere patron. Ha voluto dare, inoltre, un altro segnale di attenzione e riguardo per l'ascolanità affidando la presidenza a Giuliano Tosti, imprenditore da sempre vicino ai nostri colori bianconeri. Vivarini? L'ho stimato da avversario nella stagione 2014/2015, quando allenava il Teramo, riconoscendogli un tratto signorile e soprattutto la capacità di sfruttare al massimo l'organico a disposizione. Oggi una cosa che mi piace molto di lui e del suo staff è l'applicazione certosina con cui studiano l'avversario di turno. Prima della trasferta di Benevento, ad esempio, ha provato a lungo improvvise verticalizzazioni al centro della loro area dopo la riconquista della palla perchè i loro centrali difensivi a volte sono un po' larghi. Il nostro gol del 2-1 di Ninkovic è l'esatta riproduzione di quello che era stato provato in allenamento - ha aggiunto Lovato -. Ninkovic? Era ad un anno dalla scadenza contrattuale col Genoa e non rientrava nei piani rossoblù. Ci abbiamo creduto proponendogli un triennale impegnato e ci ha ripagato con prestazioni che fanno di lui un giocatore di categoria superiore. Del resto ha vinto tre scudetti con il Partizan Belgrado. Recentemente sono venuti a vederlo degli osservatori dell'Eintracht Francoforte. Modulo tattico? Siamo partiti con il 3-5-2 ma dopo qualche difficoltà nella fase difensiva e la necessità di esaltare un trequartista come Ninkovic si è virato sul 4-3-1-2. Obiettivi dell'Ascoli? Sinceramente quello che ci è stato chiesto è di ottenere la salvezza prima possibile e di creare le basi per essere molto più ambiziosi per le stagioni a venire. Nei confronti con le grandi abbiamo dimostrato di non essere così lontani come valori. Il problema è che abbiamo perso con le piccole. Un po' è una questione di caratteristiche tecniche, siamo più efficaci negli spazi rispetto a quando affrontiamo avversari che si chiudono. L'impegno che attende noi dirigenti è di andare ad accrescere il livello qualitativo che ti consente di ottenere risultati anche nelle giornate storte. Chi apprezzo nell'ambiente calcio? Un dirigente che stimo è Stefano Marchetti del Cittadella: ha valori umani che sa trasferire alla squadra oltre a possedere l'intuizione del vero uomo di mercato. Chi sta facendo bene ma non lo scopro certo io è Vagnati della Spal, portata dalla Serie C alla Serie A. Cosa mi ha colpito da 5 anni a questa parte di questo nuovo mondo? In positivo la passione e la costante ricerca di qualsiasi spunto per migliorare tutte le componenti, per esempio il drone per vedere l'allenamento o i gps che live trasmettono al preparatore i dati di impegno fisico dei giocatori per chi ad alcuni si dice di aumentare o frenare a seconda di quanto stanno dando. In negativo l'estrema emotività per cui la drammatizzazione della sconfitta raggiunge livelli che spesso sono deleteri".


Gianni Lovato

Gianni Lovato

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Commenti

Andrea 1898
venerdì 16 novembre 2018

Massima fiducia in lovato. Forza picchio sempre!