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Lecce, 5 volti nuovi in vista dell'Ascoli. Corvino: “Mercato creativo”. Sticchi Damiani: “Arriveranno soddisfazioni”

di Redazione Picenotime

martedì 02 febbraio 2021

Sarà il Lecce il prossimo avversario dell'Ascoli nel match in programma Venerdì 5 Febbraio alle ore 21 allo stadio "Via del Mare" per la 21esima giornata del campionato di Serie b. I salentini, reduci dal pareggio per 1-1 sul campo del Pordenone, hanno chiuso la sessione invernale di calciomercato con cinque movimenti in entrata: i difensori Fabio Pisacane e Christian Maggio, i centrocampisti Boban Nikolov e Morten Hjulmand e l'attaccante turco Guven Yalcin. A fare il punto della situazione in conferenza stampa, a tre giorni dalla gara con l'Ascoli, sono stati il presidente Saverio Sticchi Damiani ed il direttore dell'area tecnica Pantaleo Corvino.

STICCHI DAMIANI: "Se vogliamo tirare le somme di questi mesi e di queste due sessioni di calciomercato è bene essere chiari e trasparenti. Dopo la retrocessione, abbiamo trascinato in serie B una serie di contratti in essere per un monte ingaggi totale per circa 15 milioni. Rispetto a 15 milioni, percepiremo un paracadute di 7 milioni. Questi sono i macro-numeri di questa stagione. Abbiamo chiesto al nuovo direttore dell’area tecnica in soli quattro mesi di valorizzare questo investimento, evitando che fosse legato solo al risultato sportivo del momento. Non ci siamo tirati indietro nel confermare questo importo ma a condizioni diverse, che hanno comportato un lavoro su quattro fronti, su quattro linee guida. La prima linea guida era quella eliminare dal gruppo della prima squadra i giocatori non funzionali al progetto tecnico o scontenti, perché focalizzati su esperienze più stimolanti del Lecce. Un gruppo di scontenti è fisiologico dopo una retrocessione ma se prende piede in uno spogliatoio può portare la società nel baratro, perché il clima negativo è pericoloso. La seconda si trattava di rafforzare la rosa attraverso elementi che fossero funzionali nell’immediato, perché pur avendo evidenziato sin da subito la necessità di intraprendere un progetto tecnico triennale, abbiamo sempre detto che se fosse stato possibile avremmo cercare di coltivare da subito sogni difficilissimi all’indomani di una retrocessione. La terza linea guida era di acquistare giovani di qualità e prospettiva per la prima squadra e acquistarli a titolo definitivo, ricorrendo il meno possibile allo strumento dei prestiti. Molti di questi ragazzi hanno dimostrato da subito di poter essere parte di questo progetto, penso a Listkowski, Hjulmand, Bjorkengren, Rodriguez. Pensavamo di inserirli in maniera più graduale, invece il loro utilizzo sta avvenendo prima del previsto. Loro rappresentano il vaccino sportivo al covid nel calcio. Il calcio non vive un periodo normale, con tv che non pagano i diritti e stadi chiusi. Il nostro vaccino applicato al calcio sono questi ragazzi, presi a titolo definitivo. Per il futuro e per un calcio che non sappiamo come sarà nei prossimi anni. Quarta linea guida: lavorare per l’acquisizione a titolo definitivo di ragazzi per il settore giovanile, verificando la possibilità di investire anche oltre il territorio e oltre i confini italiani. Abbiamo acquisito ben 13 giocatori a titolo definitivo, alcuni dei quali stanno già giocando con le squadre del settore giovanile. I 15 milioni di monte ingaggi pertanto è stato trasformato attraverso queste linee guide. Abbiamo la sensazione e solo il tempo lo dirà che in quattro mesi è stato fatto un lavoro incredibile a cui si aggiunge un ulteriore elemento: la carenza di alcune strutture, soprattutto con riferimento del settore giovanile. Il centro dell’Acaya è importante ma ha un solo campo, sollecitati dal direttore ne abbiamo creato un secondo. Abbiamo investito sulle strutture nell’ottica di una crescita complessiva. Con il direttore abbiamo combattuto contro chi cercava di inquinare il nostro progetto, quotidianamente siamo attenti anche alle virgole, per valorizzare anche le piccole cose. Ho la sensazione che sta nascendo qualcosa di importante. Ringrazio tutti i soci, per i loro sacrifici Un voto a Corvino? Faccio il professore universitario, posso dare un 30, ma per dare la lode ci vorrà tempo. Il 30 e lode, invece, è per lo sforzo da lui profuso, giorno e notte. Ricordo il direttore qualche giorno fa alle 2.30 di notte che combatteva per noi con la Turchia. Ho temuto per la sua salute. Un voto a Corini e al gruppo? Non fatemi dare voti (sorride, ndr) Da Corini e dalla squadra ci aspettiamo tanto. Ci manca qualche vittoria in casa, perché fuori casa il rendimento della squadra è apprezzabile. Speriamo che nel girone di ritorno questo trend possa cambiare, è quello che mi aspetto da questo gruppo. Il pareggio con l’Empoli sapeva di vittoria perché dopo 70 minuti brutti con cinque ragazzini siamo riusciti a mettere sotto la capolista. Era esaltante più il messaggio che il pareggio in sé. Obiettivamente i pareggi con Pordenone e Cittadella vanno presi di buon grado. Qualche vittoria in casa anche prestigiosa contro le big però mi sarebbe piaciuta. Al momento il sistema calcio non ha prospettive. Immaginare di gestire il calcio come prima nel contesto attuale significa andare ad esaurimento. Senza novità sostanziali, aiuti veri concreti al calcio, ingresso di fondi per la serie B o adozione di regole nuove, il sistema è destinato a non reggere più. Noi cerchiamo di dare una soluzione interna, con l’innesto dei giovani. Non si può far finta che nel mondo del calcio non stia succedendo nulla. La serie A sta cercando proprietà straniere, l’Inter è in crisi economica. Noi non vogliamo finire così vogliamo portare avanti il nostro progetto come gente che ama il proprio territorio. Se tutto dovesse tornare come un tempo saremmo i primi ad essere contenti, ma bisogna essere lungimiranti rispetto al peggio. Perchè il meglio sappiamo già come affrontarlo. Tifoseria? Abbiamo il privilegio di avere a che fare con tifosi che capiscono e ci danno una mano. Io dalla gente ho sempre avuto una mano. Quando parlo ho la sensazione di parlare a persone più intelligenti di me per la capacità di recepire messaggi onesti. Questo non toglie ambizioni. Nella promozione dalla C alla B avremmo stappato per salvarci all’ultima giornata, poi abbiamo fatto di tutto per raggiungere la serie A. Naturalmente, se ci sono le prospettive per fare qualcosa di importante, noi non ci tiriamo indietro. Questo, però, non è un assillo e non deve esserlo. Quest’anno, è chiaro, partecipiamo a una delle serie B più complicate degli ultimi anni. Il lavoro che stiamo facendo noi grazie alla lungimiranza di Corvino prima o poi ci darà soddisfazioni vere. Addio Falco? In questi anni ho badato tanto all’aspetto umano con i miei calciatori, forse troppo. Questo è un qualcosa di atipico nel mondo del calcio. I fatti di quest’anno mi insegnano che forse avrei dovuto essere meno disponibile e generoso, perché talvolta può mancare l’intelligenza nel comprendere certi valori da parte dell’interlocutorie. Falco ha scritto su Instagram che la gente non conosce l’interezza della vicenda? Menomale per lui che la gente non ne è al corrente. Mi fermo qui che, forse, è meglio...“.

CORVINO: “Sono passati solo quattro mesi da quando le linee guida del progetto mi sono state consegnate. Sapevo che sarebbero state linee guida che mi avrebbero impegnato molto. Immaginavo che sarebbe stato un calciomercato impegnativo come non mi era mai successo prima. Attraverso ogni sforzo, ogni energia, mettendoci tutta la mia anima, lavorando per la mia gente e per i miei tifosi, ho cercato di lavorare intensamente in questi mesi. Non era facile rafforzare una rosa attraverso innesti di qualità, per alimentare una fiammella e per poter essere di intralcio a chi ha pensato da subito di raggiungere la serie A. Ci sono diversi club -ha dichiarato Corvino- che hanno puntato sin dall’inizio quest’obiettivo. Non era facile acquistare giovani di qualità. Non era facile ristrutturare un settore giovanile, affinché esso tornasse a splendere come una volta. Nonostante ciò lo sforzo è stato fatto. Abbiamo fatto un bel vestito, ma adesso deve modellarsi sulla squadra. Se questo accadrà possiamo toglierci qualche soddisfazione. Se qualche pareggio si fosse trasformato in qualche vittoria avremmo potuto vantare qualcosa di importante da subito. Non è facile fare una rosa con italiani bravi, il calcio ha le sue dinamiche e le sue regole. Un giovane bravo se lo vuoi italiano costa l’ira di Dio. Io ho sempre cercato i giovani bravi di crescerli in casa, nel settore giovanile. Abbiamo voluto fare un mercato creativo, virtuoso. Sono andato su mercati inusuali. Lo sforzo c’è stato. Il tempo ci dirà se abbiamo lavorato bene. In questi mesi però non abbiamo lesinato nessuno sforzo. I tifosi meritano una squadra all’altezza di questo territorio, il territorio merita un settore giovanile che torni a splendere. Io mi sono sforzato per contribuire a questo fine. Certe cose se le fa l’Udinese si dice che sono fenomeni, se le fa Corvino si dice che Corvino lavora troppo con gli stranieri. Ho lasciato la Fiorentina con 7 titolari italiani, ma mi viene affibbiata la nomea di quello che ha ritrosia sugli italiani. Noi lavoriamo su potenzialità importanti, se le troviamo al Polo Nord andiamo al Polo Nord. Con tutti coloro i quali hanno espresso la volontà di andare via abbiamo usato sempre il buon senso, ma abbiamo sempre detto che il Lecce non doveva essere danneggiato. Per Pettinari abbiamo cercato di tenere conto delle situazioni. Essendo a scadenza di contratto, a differenza di Vigorito, non rientra più nei nostri piani. Fuori rosa? Ho detto solo che non rientra nei nostri piani.... Yalcini dal Besiktas? Era una idea inizialmente quasi impossibile, poi strada facendo l’abbiamo percorsa e alla fine siamo riusciti a chiudere la trattativa. Yalcin completa per caratteristiche le richieste dell’allenatore sul fronte offensivo. Maggio? Noi eravamo molto soddisfatti del rendimento di Adjapong. Avevamo bisogno di un calciatore capace di arrivare sul fondo, a discapito della fase difensiva. Abbiamo avuto poco tempo per sostituirlo. Maggio lo conosco da quando era alla Fiorentina, sapendo che era svincolato quando l’ho chiamato l’ho messo in difficoltà, sapevo che aveva anche altre richieste ma alla fine è prevalsa la scelta di Lecce. Si tratta di una stagione particolare. È una serie B in cui 14-15 squadre possono essere protagoniste e altre squadre non sono molto lontane. In questo campionato si rischia di retrocedere facilmente, proprio per la sua competitività. Ho lavorato tenendo conto di questo. Quest’anno la differenza la fanno i particolari, anche i più piccoli. Avere avuto fuori l’allenatore per cinque giornate ad esempio è un particolare importante. Per la nostra squadra è un fattore importante non avere i tifosi, che in passato hanno dato punti alla squadra. Chi mi è piaciuto di più tra i calciatori? Un girone è troppo poco per giudicare un calciatore, per i giudizi definitivi aspetto fine stagione”.


@Anza e Marco Lezzi (Uslecce.it)

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