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Bari-Cagliari 0-1, Ranieri (“Grande liberazione, la Sardegna ci spinge”) e Pavoletti (“Lacrime di gioia, è bellissimo”)

di Redazione Picenotime

domenica 11 giugno 2023

Al termine del match perso dal Bari contro il Cagliari allo stadio "San Nicola" nella finale di ritorno dei playoff del campionato di Serie B hanno parlato in sala i due allenatori Claudio Ranieri e Michele Mignani e l'attaccante Leonardo Pavoletti, autore allo scadere del gol decisivo che ha regalato la promozione ai rossoblù e vincitore del trofeo MVP dei playoff. 

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RANIERI: "Il mio dubbio di venire a Cagliari era la paura di non riuscire nell'impresa. Cagliari mi ha fatto esplodere, mi ha portato in giro per l'Europa. Non riuscirci oggi sarebbe stato un peccato, è una soddisfazione enorme. Ci sono ragazzi con grande cuore, dietro hanno un popolo, contro avevamo sessantamila persone ma noi avevamo una terra intera e ce l'abbiamo fatta. Abbiamo giocato una buonissima partita, era normale soffrire, ma secondo me l'abbiamo spuntata meritatamente nel modo più bello. Pavoletti è un goleador nato, sapevo che una palla così poteva metterla dentro. Tanti ci aspettano all'aeroporto, tanti festeggiano in città, conosco quanto il popolo sardo vuole bene alla nostra gente. Ho chiesto ai miei tifosi e i giocatori di non tifare contro, nessun coro contro il Bari, le energie vanno date a favore della propria squadra, bisogna dare onore al Bari, degno rivale così come avrei detto lo stesso dei miei ragazzi se avessi perso. Io sono tifoso della Roma e lo sapete, mi è mancato lo scudetto alla Roma. In Premier League dissi dopo lo scudetto col Leicester che tutto lo dovevo al Cagliari. Cagliari è stato il mio inizio, non potevo non tornare in questo momento, non potevo essere egoista. A Cagliari le sconfitte le sento tantissimo più della soddisfazione per la vittoria, ma questa mi ripaga per tutto. È una grande liberazione, Cagliari per me è tutto. A Cagliari tanti anni fa diventai allenatore, mi permise di allenare ai più alti livelli. Non volevo sporcare questo splendido ricordo. Gigi Riva disse Claudio è uno di noi, tanti mi chiedevano di tornare, io soffro per questi colori, non centrare la promozione mi avrebbe distrutto dentro. Una vera liberazione. Quello che mi è successo a Cagliari non lo dimenticherò mai, allenare questi ragazzi è davvero bello, sono grato a chi mi ha riportato qui in Sardegna. Il popolo dentro e fuori dalla Sardegna ci spinge, grazie a tutti, andare in A è una cosa enorme per tutti. I migranti, ci sono arrivati messaggi da ogni dove. Grazie di cuore! Cagliari mi ha dato tanto, la metto al primo posto nel mio cuore. Mi ha voluto bene, mi ha accolto, tornare era una grande incognita, che paura non centrare quello che il popolo sardo sperava che io facessi. Dentro di me soffrivo, la sconfitta mi distruggeva dentro, fortunatamente ne abbiamo perso solo due. Siamo felicissimi, è una grande liberazione. Quando giochi contro una buonissima squadra come il Bari, con dei giocatori che possono colpirti in ogni momento, lo metti in preventivo che ti possano fare gol. In casa vincevamo e il Bari ci aveva ripresi alla grande, buon per noi che abbiamo pareggiato. All'andata ci stava il loro 3-1, noi sciagurati, ai ragazzi ho detto di essere compatti e non aperti.  Se rimango? Ma perché mi chiedete tutti questo? Ho un contratto di sei mesi e due anni, quindi c'è poco da dire. Una statua per me? Lasciamole al posto loro (risata).  Col direttore sportivo e il presidente siamo d'accordo, fate calmare le acque, il presidente ha sempre investito, non sempre è stato ripagato per i sacrifici. Mi auguro di fargli spendere i soldi giusti e che venga ripagato".

PAVOLETTI: "C'è un mix di tante emozioni in questo momento. Tutto parte da Venezia, da quelle lacrime di tanti compagni che poi sono rimasti. È lì che si sono create le basi per questa promozione. Sono arrivati ​​in squadra altri ragazzi fantastici, siamo ripartiti in silenzio, lavorando giorno dopo giorno. E oggi eccoci, stiamo piangendo di nuovo, ma stavolta sono lacrime di gioia: è bellissimo. Tra di noi si è creato un rapporto unico, speciale: siamo stati gruppo da subito, nonostante i tanti momenti difficili nella prima parte della stagione. Poi i risultati e l'entusiasmo lo hanno consolidato: siamo diventati così più di una squadra, una famiglia. Sincero, sono stato raramente in gruppi così belli. Abbiamo raggiunto questo obiettivo con sacrificio, determinazione, voglia, con tutto ciò che di bello ti può dare il calcio. Questa promozione è meritata: è per noi, per la Società, per tutto il nostro popolo. Non ci sono aggettivi per descrivere il Mister: il primo è credere in questa impresa è stato lui. È arrivato molto carico, sin dal primo momento ci ha impresso la sua voglia di raggiungere a tutti costi l'obiettivo. Era sempre sul pezzo, ci ha portato giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, a credere davvero nel sogno. Noi siamo stati bravi a seguirlo, ma in tutte le scelte, anche quelle più complesse, ha avuto sempre ragione lui: in questa impresa c'è molto di suo. Tutti saremmo pronti a buttarci nel fuoco per lui, ti spinge a dare il massimo. Ieri sera ci siamo riuniti tra di noi, dai discorsi si percepiva proprio un’energia positiva, tutti ci credevamo. E io da stamattina avevo la sensazione che la palla giusta mi sarebbe arrivata. Il Bari è stato davvero un avversario ostico, all’andata ci hanno messo in seria difficoltà, complimenti. Ma oggi meritavamo noi, siamo in Serie A!”.

MIGNANI: "Sono qui a rispondere alle vostre domande, ma la mia unica voglia è quella di tornare a casa. Ho le lacrime agli occhi, spero domani mattina di rivedere tutti i ragazzi per salutarci con un sorriso. Ora c'è poco da dire o da fare, eravamo a 2 minuti dal sogno e tutto è svanito con quel gol al 94'. Abbiamo dato il massimo di quello che potevamo, ho invitato i ragazzi a tenere la testa alta e il petto in fuori perchè siamo stati in gioco fino alla fine e credo che avremmo meritato anche noi la promozione. Poi siamo sportivi e facciamo i complimenti al Cagliari, ma il Bari è stato all'altezza di avversari di spessore e in A dovevamo esserci entrambe. Il presidente? Non ho avuto modo di parlarci, c'è stato solo un saluto veloce. Non riesco a descrivere cosa sto provando in questo momento. Andrò a casa, non dirò altro ai calciatori e domani conto di avere un umore differente. Futuro? Ci sarà tempo". 





Claudio Ranieri

Claudio Ranieri

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