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Parma, Iachini si presenta: “Credo solo nel lavoro duro e costante. Ho esordito in A a 17 anni con Mazzone”

di Redazione Picenotime

giovedì 25 novembre 2021

Dopo aver diretto i primi allenamenti ed aver preso contatto con la nuova realtà, l'allenatore del Parma Giuseppe Iachini è stato presentato in una conferenza stampa al Centro Tecnico di Collecchio, alla presenza del managing director sport dei crociati Javier Ribalta. Il 57enne tecnico ascolano ha preso il posto del 41enne Enzo Maresca, esonerato dopo aver collazionato solamente 17 punti nelle prime 13 gare del campionato di Serie B. 

L’intervento di Iachini è stato preceduto da un video di Kyle Krause, nel quale il presidente del Parma Calcio dagli Stati Uniti ha voluto inviargli un personale in bocca al lupo.  La conferenza è iniziata con le parole di Javier Ribalta, che ha introdotto così il nuovo tecnico: “Come ha detto il presidente nel suo video di saluti oggi è un giorno importante, presentiamo il nuovo allenatore. Dopo la situazione complicata alla quale si è arrivati, abbiamo deciso di cambiare guida tecnica, per noi non cambia il progetto: continuiamo ad essere un club ambizioso, che vuole puntare in alto, che vuole valorizzare i giovani ed essere protagonista. Abbiamo deciso di prendere un tecnico che non ha bisogno di presentazioni, il suo curriculum parla da sè, penso sia l’allenatore giusto per il momento che stiamo vivendo”.

Ecco invece le prime parole di mister Iachini da allenatore del Parma: “Volevo per prima cosa ringraziare il presidente, la società e i direttori per il fatto di essere qui in una piazza ambiziosa che vuole tornare nel massimo campionato. Quando mi hanno chiamato c’è stato subito un approccio giusto a livello tecnico e umano. Avevo altre opportunità per poter andare in Serie A, ma considero Parma una piazza, un ambiente, una città e una tifoseria da Serie A. In questo progetto pluriennale c’è la volontà di lavorare, di dare tutto, anima e corpo, per raggiungere l’obiettivo. Voglio mandare un caloroso abbraccio a Maresca e Vitiello, miei ex calciatori in passato, auguro loro le migliori fortune. Abbiamo condiviso momento splendidi, stavo già tifando per il Parma perchè essendoci loro speravo che la squadra potesse raggiungere risultati. Poi il calcio è fatto è in una certa maniera, ora con entusiasmo mi butto in questa nuova avventura pensando a come migliorare i ragazzi e dando un’organizzazione e un’anima alla squadra. Si darà il massimo da parte mia e cercherò di far dare il massimo alla squadra per andare tutti nella stessa direzione. Con il presidente ho avuto da subito un rapporto empatico, ho capito l’entusiasmo e la voglia che ha di raggiungere risultati importanti. Quando si arriva, lo dico per esperienza avendo affrontato situazioni simili e avendo vinto 4 campionati, c’è da lavorare sotto tutti gli aspetti: da quello tattico a quello tecnico, inoltre c’è da valutare la condizione psico-fisica dei ragazzi toccando gli aspetti sia individuali che di reparto, di tattica. Sto facendo delle valutazioni, non sono un mago, credo solo nel lavoro giusto, duro, costante e serio perchè questa squadra possa crescere e possa diventare figlia dell’allenatore. Dovunque sono andato è accaduto e anche questa squadra dovrà diventarlo per atteggiamento, spirito, mentalità, unità di intenti e voglia di andare a giocarsi le partite in casa e fuori. Dovrò cercare di portare i ragazzi a questa mentalità, lavorandoci sopra. Abbiamo iniziato a dare i primi concetti, avremo modo di fare altre verifiche strada facendo - ha aggiunto Iachini -. I fuori rosa? Non ho avuto neanche il tempo di accennarlo con la società, sono rimasto concentrato sulla rosa attuale. La società ha preso delle decisioni, non ci siamo confrontati, vado avanti valutando questo gruppo e questa squadra, capendo quale sia il vestito giusto per fare rendere al meglio la squadra, mi concentro sul lavoro sul campo con questo gruppo. Ho fatto un primo percorso da calciatore e poi ho proseguito da allenatore. Ho esordito a 17 anni in Serie A con Mazzone, poi ho avuto Boskov, Castagner, Bagnoli, Radice, Ranieri, Spalletti all’inizio della sua carriera, Novellino: tanti bravi, mi scuso se no ho dimenticato qualcuno, tutti hanno segnato in maniera positiva il mio percorso, soprattutto mi hanno fatto appassionare a questo lavoro, a trasmettermi la cultura del lavoro, della serietà, della professionalità, l’importanza della tattica, della tecnica, della gestione dello spogliatoio. Ho fatto la mia gavetta, non mi ha regalato nulla nessuno, ho raggiunto la Serie A sul campo, l’ho mantenuta, sono stato chiamato per fare imprese per ridare vita e forza a certe squadre. A Parma spero di fare bene come da altre parti, non ho la bacchetta magica, ci saranno momenti più difficili soprattutto all’inizio, dovremo conoscerci in fretta affinchè i ragazzi capiscano la lingua e la testa dell’allenatore, cosa vuole da loro dal punto di vista di atteggiamento, mentalità e organizzazione. Strada facendo mi auguro possa arrivare ad essere una squadra figlia del proprio allenatore. Il nostro percorso parla di giovani talenti valorizzati, come Icardi, Dybala, Belotti, Eder, Sogliano, Obiang, lo stesso Vazquez che era fuori rosa: potremmo fare molti nomi. Il mio percorso è stato, oltre che di raggiungimento obiettivi, quello di dare valorizzazione del capitale che la società aveva nella propria rosa, viste anche le cifre con i quali giocatori sono stati venduti, la soddisfazione è doppia quando strada facendo oltre che raggiungere gli obiettivi sono stati valorizzati giovani. A 18 anni quando li ho allenati erano sconosciuti, avevano qualità e spesso ci siamo fermati con loro a fine allenamento per continuare a lavorare e questo li ha portati a crescere. Belotti ad esempio arrivava dall’Albinoleffe, non lo conosceva nessuno e con il lavoro è arrivato; qui ci sono tanti calciatori che possono avere un certo sviluppo di carriera, ma dobbiamo avere pazienza coniugando questo lavoro con i risultati: il mio obiettivo è unire questi due aspetti. Dovrò trasmettere mentalità, spirito, valori giusti per interpretare le partite. Ho iniziato a lanciare qualche input, sono certo che diversi di questi ragazzi possano raggiungere conoscenze importanti e diventare dunque giocatori importanti. Ho vinto 4 campionati: uno col 4-3-3, uno col 4-3-1-2, gli altri due invece col 3-5-2 e col 3-4-1-2 perchè le caratteristiche dei calciatori mi dicevano questo, costruendo quindi con il tempo un modulo adeguato raggiungendo successi anche con diversi record. La squadra deve avere equilibrio e deve essere organizzata in entrambe le fasi: deve diventare una delle migliori difese e uno dei migliori attacchi perchè così si vincono i campionati, con struttura e organizzazione. Ho delle idee che vanno confrontate con il campo. Non ho fatto la preparazione estiva, le mie amichevoli saranno le partite, le battaglie sul campo e così ci dovremo confrontare con il risultato, con la prestazione e con quello che ragazzi dimostreranno di aver recepito. Mi auguro possano fare in fretta, continuando a lavorare per regalare soddisfazioni ai nostri tifosi , al Presidente e alla società. Farò di tutto: inizio alle 6 del mattino e termino alle 8 di sera, sono abituato, non ho la bacchetta magica ma darò ai ragazzi il massimo delle nozioni, dell’organizzazione e dell’atteggiamento per questo campionato. A Palermo eravamo 13esimi e abbiamo fatto una cavalcata importante raggiungendo la promozione: erano passate 8 giornate, qui siamo più avanti. L’allenatore per poter avere un miglioramento più veloce ha bisogno di settimane di lavoro, qualche sosta per poter far recepire al meglio determinati concetti. Non c’è una situazione uguale all’altra. Alla Sampdoria c’era una situazione davvero complicata, il Brescia era da anni che non andava in Serie A, solo al Chievo ho iniziato dal ritiro: solo lì ho scelto il vestito, in altre situazioni l’ho dovuto adeguarmi e da lì nasce l’esperienza nella mia gavetta. Cercherò di farlo anche qui. Mi piace che la squadra verticalizzi con un calcio veloce, intenso, rapido aggressivo, che attacchi la profondità. Il possesso palla deve essere finalizzato alla verticalizzazione per andare in porta: prima ci arriviamo, meno facciamo risistemare gli avversari. Questo va tutto organizzato. Le mie squadre hanno sempre avuto attaccanti che hanno fatto tanti gol, ma tutti i giocatori sono importanti per me, le partite non si vincono in 11, in questo campionato soprattutto. Un allenatore prepara anche una seconda e una terza partita: i primi 11 stancano gli avversari, gli altri devono ammazzare la partita. Dobbiamo anche stancare gli avversari sulla velocità, sulla freschezza. Le mie squadre hanno raggiunto molti record con tanti gol segnati dagli attaccanti ma non solo, anche con molti gol segnati da centrocampisti. Da calciatore sono stato un mediano, da allenatore mi piace che la squadra giochi per fare gol. Certo ci vuole la cura della fase difensiva organizzata, che ci permetta di essere solidi, di non prendere gol; poi quando si ha la palla bisogna cercare di fare gol, ci vuole equilibrio conoscendo sia la fase di possesso che di non possesso. L’altro ieri sono stato chiamato per un incontro con la società, è stato un fulmine a ciel sereno, avevo anche avuto colloqui con altre squadre di A che si potevano concretizzare in qualche settimana. Non ci pensavo alla possibilità di venire qui, facevo il tifo per il Parma come detto; poi mi hanno chiamato, c’è stato al primo impatto questo entusiasmo per un progetto per andare in una Serie A, categoria che compete alla società e ai tifosi. Ho trovato persone serie, competenti e di valore, mi hanno convinto a voler sposare questo progetto. Avremo modo e tempo di sviluppare tutto. Questa è stata una settimana corta, abbiamo svolto dei test di forza e cardio per capire lo stato dei ragazzi. Devo valutare e centellinare, per capire come inserire il mio lavoro, sono abituato a lavorare molto forte dunque devo valutare come gestire questo carico per non mettere in difficoltà i giocatori. In passato c’è stato qualche problema qui sotto questo aspetto, dovremo prestare maggiore attenzione su come centellinare il lavoro dal punto di vista della potenza e della forza, iniziando a mettere qualche mattoncino. Questo è un campionato difficile, lungo: per certe squadre come il Parma diventa di pressione, le altre squadre ti aspettano, fanno il tutto esaurito. Tutti faranno la partita della vita contro di noi, dovremo scendere in campo in maniera organizzata, compatta, aggressiva e concentrata più degli altri. Quando diventeremo squadra in questo senso allora potremo parlare di fare un certo percorso. Siamo distanti dalla parte alta della classifica. Per arrivare in alto occorrono lavoro, costanza, mentalità, organizzazione, sacrificio. Il campionato di B è lungo, ti aspetta anche un po’: a marzo vedremo dove saremo e allora parleremo di cosa fare, ora testa bassa e con il fondoschiena attaccato alla sella pedalando forte, abbiamo una salita da affrontare”.



Javier Ribalta e Giuseppe Iachini

Javier Ribalta e Giuseppe Iachini

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