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Bari, Marino: “Mi piace il calcio aggressivo”. Polito: “Esonero Mignani scelta dolorosissima. Ho cercato Zaza”

di Redazione Picenotime

mercoledì 11 ottobre 2023

Il direttore sportivo del Bari Ciro Polito ha presentato oggi in conferenza stampa il nuovo allenatore Pasquale Marino dopo l'esonero di Michele Mignani. Il 61enne tecnico siciliano ha firmato un contratto fino al 30 Giugno 2024 con opzione di rinnovo per un'altra stagione. 

POLITO: "Sapete bene il rapporto che avevo con Mignani: è stata una scelta dolorosissima, una delle più difficili da quando faccio il direttore sportivo. Avevamo instaurato un bellissimo rapporto, con la società abbiamo creduto in lui. Insieme abbiamo fatto un percorso incredibile. Nonostante la batosta dell’11 giugno abbiamo deciso di proseguire insieme. Perché mandarlo via dopo due mesi? Il quadro non è disastroso però quando ho parlato all’inizio con Michele gli ho detto che sarebbe stato un anno diverso rispetto ai precedenti due. Ci siamo presi gli applausi e serviva un piglio diverso, non più da matricola. Dopo due mesi qualcosa non è andata come volevo. Mi assumo tutte le responsabilità di questa scelta. Non veniamo da una serie di sconfitte ma non vedevo in lui un futuro come lo volevo io. Ci abbiamo provato, sono sincero: se non avessimo avuto la sosta Mignani avrebbe magari avuto un’altra possibilità. Abbiamo preferito anticipare la scelta: 15 giorni di lavoro possono dare all’allenatore i tempi di cui ha bisogno. Voglio ringraziare mister Mignani, un grande. Siamo pagati per fare scelte e spero di non aver sbagliato questa. Io sono il primo responsabile. Aggiungo che la scelta di Marino mi riempie di soddisfazione. Con la mia società ho voluto portare qui un allenatore che ho avuto per due anni, mi ha allenato e di lui conosco tutto. È il tappeto verde a parlare, Marino ha una storia e la storia non si cancella. Questa squadra aveva bisogno di concetti diversi e ho scelto un allenatore che insegna calcio. Viene da un anno sabbatico, dettato dal fatto di non aver trovato soluzioni che lo avevano soddisfatto. Questo è il mio futuro, questo è il mio mestiere e se non avessi avuto fiducia in Marino non lo avrei scelto. Leggo discorsi su risparmi o accontentarsi, sono fuori luogo. Ho contattato solo due allenatori (l’altro è D’Angelo, ndr) e non ho fatto casting: questa squadra ha bisogno di concetti chiari e Marino li ha. Se fossi stato un para**** avrei preso un altro tipo di allenatore, uno che magari esalta la gente. Io invece penso che il calcio viva di idee e non di mode: ragiono con la testa, vivo di considerazioni personali e sul tavolo metto tutto. La videochiamata per avvisare Mignani? Era un segno di rispetto per guardarci negli occhi, purtroppo non era a Bari ma a Siena e ci tenevo io a comunicargli la notizia guardandolo negli occhi. Era a pranzo con i suoi figli e dopo pranzo ci siamo visti. Gli ho spiegato quello che penso in poche parole, è stata la scelta più dolorosa e difficile da fare. Io però penso al bene di Bari e penso che sia stata la scelta giusta da fare in questo momento. Abbiamo fatto una scelta di continuità anche in termini di staff: ho chiesto all’allenatore di tenere la stessa squadra di lavoro, sono tutti qui da tre anni. Mister X in attacco sul mercato degli svincolati? Ne avevo solo uno in testa, ma non c’è stato verso. Il mister X che avevo in mente era Simone Zaza. L’avevo incontrato, mi sentivo pronto per dargli una possibilità. In 20 giorni l’avremmo portato in buone condizioni però non c’è stato modo di chiudere la trattativa, lui non ha voluto riprendere a giocare. Acquisti? A Gennaio, in base alle esigenze dell’allenatore, provvederemo”.

MARINO: "Quando si viene a sostituire un collega che ha fatto così bene gli oneri sono maggiori. Arrivare a pochi passi dalla promozione lascia scorie nella testa dei giocatori, chi arriva si immedesima nel momento e magari c’è un calo dell’umore. Mi è capitato a volte di allenare squadre retrocesse dalla A e in quei casi far riprendere la giusta traiettoria non è semplice. Ogni allenatore ha le sue idee e voglio dare dei concetti predeterminati, cercando di trovare l’abito giusto per sfruttare bene l’organico importante che abbiamo a disposizione. La mia idea di calcio è sempre la stessa. MI piace fare un calcio propositivo, quando uno entra in campo deve sempre sapere cosa fare. L’anno scorso sono rimasto fermo perché non ho avuto proposte che mi hanno soddisfatto. Con questa squadra si può fare qualsiasi tipo di gioco, si può fare il 4-3-3, la difesa a 3 o altre soluzioni. A Frosinone però per esempio avevo Ciofani e Dionisi che volevano giocare vicino e ho adattato il modulo al materiale a disposizione. Vale anche a Bari: dobbiamo essere bravi a far esprimere questi giocatori al massimo. Mi piace fare un calcio aggressivo, propositivo e fatto di palleggio e verticalizzazioni. Cerco di dare questo. Vengo qui con grande voglia, quella di portare le mie idee per giocare un calcio gradevole. Il risultato arriva attraverso il gioco, è una conseguenza. La maglia del Bari è più pesante di altre nella categoria. Si sa che ci sono responsabilità e che giocare in questa piazza serve la giusta personalità. In questi due giorni ho parlato singolarmente con i ragazzi e questa delusione ha inciso sicuramente un attimo. Arrivare da una mancata promozione non è facile, però non si può pensare sempre a quello che si è fatto. Nel bene e nel male faccio calcio da 25 anni come allenatore, ogni cosa che uno fa passa per l’obiettivo che ti poni. Il Bari deve essere una squadra sbarazzina, deve giocare con la mente libera. La scelta di Bari è arrivata in un momento in cui il tempo non passava mai. Guardavo tante partite per aggiornarmi sulla parte tattica. Poi mi ha aiutato la famiglia che mi è stata vicina. De Zerbi fa parte dei ragazzi che hanno avuto l’intuizione di fare la carriera da allenatore. Roberto è sempre stato il più geniale, il più istintivo, ci sono Caserta e Bianco che stanno facendo una bella carriera. Sono ragazzi intelligenti, con tutti ci parliamo e confrontiamo. Con De Zerbi il rapporto è diverso, è il giocatore che ho allenato di più. Sta lavorando bene e si cresce anche con il confronto. Quando si capisce che uno è geniale come lo è De Zerbi. Il mio vice ha seguito alcuni suoi allenamenti, c’è sempre da apprendere per migliorarsi. Quando parliamo al telefono la batteria si scarica sempre. Questo dimostra che c’è voglia di crescere. Ci siamo sentiti spesso in passato con Polito, magari ci confrontavamo sui giocatori. Sei-sette anni fa vedevamo una partita insieme del Bari e gli dissi: ‘ Quanto mi piacerebbe allenare il Bari’. Ho enorme voglia di far bene”.




Pasquale Marino e Ciro Polito

Pasquale Marino e Ciro Polito

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