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Ascoli Piceno: 'Numeri 10', presentato a Palazzo dei Capitani il nuovo libro di Walter Veltroni

di Davide Ciampini

giovedì 22 maggio 2025

Il numero 10 non è soltanto un numero: è sinonimo di classe, estro, fantasia. Nel corso di un secolo, il suo significato è passato attraverso numerose evoluzioni, estendendosi fino a includere tutti i grandi del pallone, dando un’interpretazione innovativa del proprio ruolo restando impressi nella memoria collettiva. Lo sa bene l'editorialista Walter Veltroni, autore di "Numeri 10". Il libro illustra i protagonisti più iconici che hanno indossato quella maglia: da Diego Armando Maradona, Michel Platini, Roberto Baggio, fino ad Alessandro Del Piero e Francesco Totti. Ma anche chi si è messo sulla schiena quel numero in via del tutto occasionale (Cesare Prandelli e Antonello Cuccureddu) e chi, pur giocando in ruoli diversi, ha cambiato il modo di vedere il calcio, come Dino Zoff, Rino Gattuso, Paolo Rossi, il compianto Gianluca Vialli e il ct degli Azzurri Luciano Spalletti. La presentazione si è svolta ad Ascoli Piceno mercoledì 21 maggio, presso la Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani, alla presenza di un folta affluenza di pubblico. Presenti, oltre all'autore, l'assessore allo sport Domenico Stallone e il moderatore dell'evento, il giornalista Matteo Porfiri. L'iniziativa rientra nel programma di ‘Ascoli Città Europea dello Sport 2025’, in cui è stato dato grande rilievo alla letteratura, per evidenziare i valori e le emozioni che solo lo sport riesce a trasmettere.

"Ascoli Città Europea dello Sport 2025 - ha esordito l'assessore allo sport Domenico Stallone - ci ha dato grande stimolo. Questa non è meramente la città delle Cento Torri: è il luogo dove lo sport è parte integrante del nostro DNA. Non a caso, abbiamo avuto ben 14 olimpionici, risultato unico, grazie a cui abbiamo raggiunto un ragguardevole status. Allo stato attuale, quasi 10.000 persone sul territorio svolgono attività fisica regolarmente. Abbiamo dato grande rilievo allo sport, cercando di coniugarlo ad altri ambiti: al cinema, alla letteratura, alla prevenzione. Prossimamente, parteciperemo ad un convegno sulle 'best practice' afferenti le buone pratiche nello sport. Un atto dovuto, visto quanto accaduto a Firenze, dove un calciatore - Bove - è rimasto a terra dopo un malore. Prima che arrivassero i soccorsi, il giovane calciatore è stato assistito da un compagno di squadra, che ha tuttavia praticato un'operazione di soccorso errata. Al netto del nobile gesto, abbiamo compreso la necessità di fare formazione e cultura a riguardo. Ogni anno formiamo circa 350 allenatori sull'intervento sportivo, dunque vorremmo che questa iniziativa si estendesse anche a tutti gli atleti".

"Questo libro - ha dichiarato Walter Veltroni - nasce da una sensazione, ossia quella che i numeri 10 stiano scomparendo. Sensazione suffragata dal panorama calcistico internazionale. Ho ragione di ritenere che, oggi, quel ruolo sia progressivamente svanito. In passato, questo numero ha rappresentato l'incontro tra fantasia e razionalità: estro e ordine, organizzazione e talento. Ho notato altresì come stiano scomparendo molti elementi sentimentali del calcio, diventato sempre più freddo e algido: a partire dalle magliette. Pensiamo ai giocatori bandiera, rimasti a vita in una squadra, ormai dileguatisi dalla scena. È dunque cosa ardua definire lo stato attuale di questo sport; il calcio è un gioco e rappresenta la prosecuzione di quegli elementi espressi da bambini: il carattere, la squadra, la dedizione. Protagonisti del testo alcuni giocatori del calcio, che pur non avendo avuto indosso la numero 10 hanno lasciato un segno. Pensiamo a Cesare Prandelli, persona squisita che ha dato un grande d'impulso a questo sport".

Platini, Baggio, Totti, Del Piero, Maradona? "Parliamo di giocatori dotati del guizzo tipico dei fenomeni - ha sottolineato Walter Veltroni -, che nasce da chi non ha imparato il calcio nelle scuole, luoghi al cui interno vige l'ossessione per la tattica, dimenticando l'importanza del dribbling. E, in definitiva, di come si salti un uomo. Loro hanno affinato le loro abilità nella piazza antistante la propria abitazione o nel garage. Non solo campioni nella tecnica, ma anche nella loro caparbietà. Sono stati molti che hanno subito grandi infortuni: Baggio e Totti, ma ciononostante hanno proseguito nella loro carriera".

Baggio è il preferito? "Sarebbe come chiedere: preferisci Leonardo o Michelangelo? - chiosa Walter Veltroni -. Li ho amati tutti: Platini, Del Piero, Baggio. Ho l'impressione che, oggi, nessuno riesca ad avere il loro stesso effetto. Nel calcio non è sufficiente essere 'frizzanti': bisogna avere tante caratteristiche - estro, fantasia, imprevedibilità -. Parliamo di giocatori capaci di commuovere, cosa che esula dal mero discorso calcistico. Siamo diventati schiavi delle tecnologie, eterodiretti dagli algoritmi. Negli anni '80, il campionato italiano erano il più importante al mondo, il cui all'appeal era paragonabile all'attuale Premier League. A quel tempo, ciascuna squadra aveva una proprietà italiana, cosa ben diversa rispetto ad oggi. Fu un periodo particolarmente magico, foriero di grandi imprese calcistiche. Infatti, persino una piccola squadra come l'Hellas Verona riuscì a vincere uno scudetto (1984-1985). Oggi sarebbe impossibile, visti i costi proibitivi che implica l'acquisizione di una squadra calcistica".


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