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Ascoli Piceno, focus sulla mostra “La ricerca della Bellezza. La collezione Cavallini Sgarbi – Da Lotto a Morandi”

di Elisa Mori

sabato 12 giugno 2021

Dal 12 giugno 2021 al 30 settembre 2022 sarà possibile visitare la mostra "La ricerca della Bellezza. La collezione Cavallini Sgarbi – Da Lotto a Morandi" presso il prestigioso Palazzo dei Capitani nel cuore di Ascoli Piceno.

Nella rassegna, composta da circa 90 opere d’arte, si condensa la ricerca spasmodica e instancabile di uno dei maggiori studiosi del panorama dell’arte italiana: Vittorio Sgarbi.

A lui, con la complicità della mamma Rina, si deve la ricca e pregevole raccolta d’arte che oggi è tutelata e valorizzata attraverso il lavoro della Fondazione Cavallini – Sgarbi. Un percorso affascinante che attraversa i secoli della storia dell’arte, tra il sacro, l’allegorico e il mitologico, in un susseguirsi di capolavori che riflettono gli sconfinati interessi e la frenesia di un appassionato collezionista come Vittorio Sgarbi.

Nelle sale, sapientemente allestite, dialogano dipinti e sculture che spaziano dal XV al XIX secolo dando ampia conferma di quella che Sgarbi definisce “una ricerca senza fine”, che nella sede ascolana si evince già dalle due tavole di Antonio e Bartolomeo Vivarini, raffiguranti Sant’Antonio da Padova e San Ludovico da Tolosa, in apertura della mostra. Tra le prime opere, inoltre, è possibile ammirare anche il marchigiano Nicola Filotesio detto Cola dell'Amatrice con la sua Sacra Famiglia con San Giovannino realizzata tra il 1520 e il 1530.

Nicola Filotesio detto Cola dell'Amatrice - Sacra Famiglia con San Giovannino - 1520/1530 - tavola

Il percorso prosegue con un focus sulla “scuola ferrarese”, particolarmente amata da Sgarbi, con nomi della levatura di Boccaccio Boccaccino, Francesco Zaganelli, Giovanni Battista Benvenuti detto l’Ortolano, Nicolò Pisano e Benvenuto Tisi detto il Garofalo, che si allunga all’inizio del XVII secolo con le opere di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, Giuseppe Caletti e Carlo Bononi. A questi primi nomi si affiancano autori più rari, ma non meno importanti, come Liberale da Verona, Jacopo da Valenza, Antonio da Crevalcore, Giovanni Agostino da Lodi, Johannes Hispanus, Bartolomeo di David, Lambert Sustris.

La varietà e la quantità di capolavori conservati nella collezione Cavallini – Sgarbi, inoltre, consente di poter apprezzare alcuni dei grandi protagonisti del Seicento, come Pier Francesco Mazzucchelli detto Morazzone con la sua Maddalena portata in cielo dagli angeli, del 1622, una rappresentazione della figura femminile piuttosto atletica e con la volontà di voler sovraesporre la sua nudità, quasi fosse in concorrenza con il nudo carnale e morbidissimo di Guido Cagnacci con la sua Allegoria del tempo (la vita umana) del 1650.

Pier Francesco Mazzucchelli detto Morazzone - Maddalena portata in cielo dagli angeli - 1622 - olio su tela


Guido Cagnacci - Allegoria del tempo (la vita umana) - 1650 - olio su tela

Percorrendo le sale del Palazzo dei Capitani non potrà sfuggire il Ritratto di Francesco Righetti (1626 – 1628), realizzato da Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, che apre la serie di straordinari e importanti ritratti firmati da artisti del calibro di Lorenzo Lotto, Bartolomeo Passerotti, Nicolas Régnier, Philippe de Champaigne, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Ferdinand Voet.

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino - Ritratto di Francesco Righetti - 1626/1628 - olio su tela

A chiudere la carrellata il raffinato ritratto di Francesco Hayez  che effigia l'ingegnere Giuseppe Clerici del 1875-1876.

Francesco Hayez - Ritratto dell'ingegnere Giuseppe Clerici - 1875/1876 - olio su tela

Secoli come il Seicento e il Settecento, nella raccolta del celebre critico d’arte, non cessano di stupire con i grandi maestri della scuola veneta (Marcantonio Bassetti, Antonio e Bartolomeo Vivarini, Johann Carl Loth, Sebastiano Mazzoni, Giovanni Antonio Fumiani), emiliana (Simone Cantarini, Matteo Loves, Pietro Faccini, Marcantonio Franceschini, Ignaz Stern detto Ignazio Stella), romana (Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, Gian Domenico Cerrini, Angelo Caroselli, Pseudo Caroselli, Giusto Fiammingo, Alessandro Turchi detto l’Orbetto, Antonio Cavallucci) e toscana (Giacinto Gimignani, Livio Mehus, Francesco Conti, Leonardo Grazia detto Leonardo da Pistoia, Alessandro Rosi, Pietro Paolini).

Nel saggio redatto da Vittorio Sgarbi, nel catalogo di mostra, una frase sintetizza perfettamente l’essenza di una vita consacrata all’arte: “Tutto ciò che ho desiderato, ho trovato, con una soddisfazione che la ricchezza non può dare: convivere con gli spiriti di artisti che parlano e respirano con me, anime sensibili e corpi viventi, durante e, purtroppo, oltre la mia vita”.


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