''Maddalena. Il Mistero e l’Immagine'', capolavori del Piceno in mostra a Forlì
di Elisa Mori
domenica 20 marzo 2022
Al via la grande mostra "Maddalena. Il Mistero e l’Immagine" presso i Musei di San Domenico di Forlì, l’inaugurazione è prevista per sabato 26 marzo e conseguente apertura al pubblico a partire da domenica 27 marzo.
Arrivata al suo diciassettesimo appuntamento espositivo, nel solco della tradizione delle grandi mostre nella prestigiosa sede museale della città, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì confeziona un altro progetto culturale enciclopedico che ha l’obiettivo di fare chiarezza su un grande mito femminile della nostra storia, una figura misteriosa e travisata, quella di Maria Maddalena. A lei l’arte, la letteratura, il cinema hanno dedicato centinaia di opere e di eventi.
È soprattutto nell’arte che la Maddalena si trova al centro della produzione, dando vita a capolavori che segnano, lungo la trama del tempo, la storia dell’arte stessa e i suoi sviluppi. Da marzo a luglio in mostra, 200 capolavori della storia dell’arte, dal III secolo d.C. al Novecento, a cura di Cristina Acidini, Paola Refice, Fernando Mazzocca e con la direzione di Gianfranco Brunelli, racconteranno chi era la Maddalena, perché si è generata e sviluppata quella confusa, affascinante sequenza di rappresentazioni che hanno portato alla costruzione della sua sfaccettata identità, e in poche parole qual è il mistero di una donna di nome Maria che ancora inquieta e incanta.
Innumerevoli le rappresentazioni della Maria Maddalena che si sono susseguite nel corso dei secoli, risentendo della temperie mutevole di ogni periodo. Molti i maestri sedotti dalla figura di questa affascinante donna dalla lunga chioma bionda, a cominciare da Masaccio nella sua Crocifissione del Museo di Capodimonte, scelta in tutto il suo splendore quale immagine generale della mostra.
Dodici le sezioni che compongono l’itinerario dell’esposizione, in cui si snoda un racconto attraverso il confronto con l’estetica del dolore nell’arte antica, la formazione dei modelli iconografici nel Medioevo, la svolta antropologica da Giotto al tardogotico, la prospettiva umanistica compresa tra penitenza, agiografia e ritratto, la tensione formale del Cinquecento e la sensualità del Seicento, la ripresa neoclassica, l’Ottocento religioso e le inquietudini simboliste fino al Novecento, che ha ridato alla figura della Maddalena, oltre e attraverso i miti tragici che ha generato e nei quali ha funestamente creduto, il senso del mistero del vivere umano.
Capolavori di altissimo livello si passano il testimone da una sala all’altra, con nomi di artisti nazionali e internazionali che hanno contribuito a formare i linguaggi della storia dell’arte dall’antichità ai giorni nostri. Van der Wieden Signorelli, Bellini, Perugino, Savoldo, Mazzoni, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Guercino, Vouet, Reni, Lanfranco, Mengs, Canova, Hayez, Delacroix, Böcklin, Previati, Chagall, De Chirico, Guttuso, Melotti, Sutherland fino ad arrivare al video di Bill Viola, tanto per citarne alcuni.
Tra i capolavori di questa mostra certo non poteva mancare una pregevole selezione di opere provenienti dalle Marche, Pergola con Mello da Gubbio, Corridonia con Lorenzo d’Alessandro, Urbino con Federico Barocci, San Severino Marche con Antiveduto Grammatica, Fano con Giovanni Francesco Guerrieri e infine il Piceno con due tavole rispettivamente di Carlo Crivelli e Pietro Alemanno.
Montefiore dell’Aso espone a Forlì il suo fiore all’occhiello il Trittico di Montefiore appunto, opera del grande maestro veneto Carlo Crivelli, grandiosa composizione dipinta per la Chiesa dei Minori Conventuali del borgo tra il 1471 e il 1473, oggi conservata nel Polo museale di San Francesco.
Il polittico in origine era composto da cinque tavole su due ordini e da un’elaborata predella, oggi restano solo sei tavole, tre dell’ordine inferiore raffiguranti, a figura intera, Santa Caterina d'Alessandria, San Pietro apostolo, Santa Maria Maddalena e tre dell’ordine superiore, a mezzo busto, raffiguranti Beato Giovanni Duns Scoto, Santa Chiara e San Ludovico da Tolosa; le restanti tavole sono sparpagliate tra l’Europa e l’America.
Dalla Pinacoteca di Ascoli Piceno, sotto lo sguardo attento del Direttore, il Prof. Stefano Papetti, arriva in mostra l’opera su tavola raffigurante la Maria Maddalena realizzata da Pietro Grill da Gottweig detto l’Alemanno o l’Alamanno, artista austriaco trasferitosi ad Ascoli Piceno nella seconda metà del XV secolo e allievo di Carlo Crivelli. Anche in questo caso, si tratta di una tavola di un polittico più composito, con la protagonista raffigurata con i lunghissimi capelli biondi, con in mano il vasetto di unguenti o profumi secondo l’iconografia a lei propria.
Il Piceno, dunque, con il suo patrimonio storico-artistico, ancora una volta, è oggetto di interesse da parte del circuito delle grandi mostre, dimostrando di essere un importante veicolo di promozione culturale del territorio e ulteriore conferma di come la cultura muova le montagne e sia portatrice di bellezza.
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