Restauro quadri: errori da evitare e tecniche professionali
di Redazione Picenotime
venerdì 11 luglio 2025
Restaurare un dipinto non è semplice, anzi. Si tratta di una vera e propria “arte nell’arte”. Chi si occupa di restauri deve aver acquisito numerose tecniche e competenze per poter lavorare in maniera adeguata, e non commettere nessun tipo di errore.
Il restauro di quadri richiede competenze specializzate per preservare l'integrità e la bellezza delle opere d'arte. Se desideri approfondire le tecniche e le procedure coinvolte in questo delicato processo, puoi consultare la guida professionale dell'azienda Angelani Restauro, qui il link da cliccare, restauro pittorico.
Errori da evitare
In questo articolo vogliamo darti alcune indicazioni che potrebbero aiutarti a capire come funzioni il mondo del restauro. Iniziamo dall’illustrare quelli che sono gli errori da evitare assolutamente, visto che potrebbero compromettere le condizioni del quadro. Nei peggiori casi questi errori potrebbero addirittura impedire un futuro restauro.
Il primo suggerimento è abbastanza ovvio: evitare il restauro fai-da-te. Basta una piccola modifica all’opera per invalidare il suo valore, e compromettere in maniera irrimediabile le sua originalità. In più, senza le giuste competenze, rischi di utilizzare i prodotti sbagliati, i quali potrebbero danneggiare il quadro stesso.
Ad esempio ci sono prodotti, come i classici sgrassatori, che non devono essere applicati su un quadro che si vuole restaurare. Anche l’acqua e il sapone sono nemici di un buon restauro.
Tecniche da applicare
Passiamo ora alle principali tecniche che si possono applicare durante un restauro. I professionisti che lavorano in questo settore si sono formati in maniera adeguata, e hanno tutte le competenze necessarie per analizzare le opere e valutare quali sono le tecniche migliori da mettere in atto.
Di solito si inizia da un'analisi preliminare, utilizzando strumenti all’avanguardia che consentono di studiare in maniera approfondita la struttura stessa del dipinto. Molti esperti usano gli infrarosso o i raggi UV in questa fase. A queste tecniche si aggiungono le analisi chimiche dei pigmenti, che possono rivelarsi molto utili se lo scopo è quello di riportare il quadro alla sua originale vivacità.
Una volta terminata l’analisi preliminare si fanno delle prove fotografiche, che servono per avere tutte le informazioni su come era il dipinto prima del restauro. A questo punto si pianifica l’intervento vero e proprio, decidendo quali azioni effettuare e quali prodotti utilizzare.
Spesso come prima cosa si procede con una pulitura controllata. Usando dei prodotti adeguati (accuratamente testati) si procede con la rimozione sia dello sporco che della polvere. Non basta utilizzare i prodotti giusti: bisogna anche eseguire l’operazione con il metodo corretto. Ad esempio è assolutamente vietato strofinare.
Se il restauratore lo ritiene necessario si può poi proseguire con una reintegrazione pittorica, che serve per ristabilire l’aspetto originale del quadro, andando a utilizzare dei colori per completare di nuovo l’opera.
Anche la tela dovrebbe essere analizzata, visto che è a tutti gli effetti il supporto su cui è stato realizzato il dipinto. Si può optare per il consolidamento della tela, in modo tale da rafforzarla e evitare futuri strappi. Se la tela si è già lacerata si può invece intervenire in diversi modi, ad esempio con una classica foderatura.
Il restauro si conclude poi con una verniciatura finale, grazie alla quale si applicano sul quadro delle sostanze protettive, che servono per difendere l’opera da varie minacce, come ad esempio i raggi UV.

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