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Come i videogiochi possono contribuire a migliorare la capacità di pensare

di Redazione Picenotime

domenica 16 ottobre 2016

Fin dalla loro nascita negli anni ’70 (anche se il primo videogioco è datato 1958), i videogiochi sono considerati come un passatempo divertente, un’esperienza prettamente ludica con la quale misurarsi nel tempo libero, ma col tempo sono riusciti a proporsi con intenti differenti. L’esercito americano da tempo usa simulatori grafici per addestramenti virtuali, i piloti di Formula 1 ormai da anni usano postazioni virtuali con un volante per imparare meglio la pista dove correranno, molte aziende realizzano software interattivi per facilitare l’apprendimento di una lingua, lo studio di una materia. Tutti questi prodotti sono realizzati dagli stessi programmatori che realizzano videogiochi e, sebbene l’intento finale sia diverso, la componente ludica non manca mai.

L’ultimo filone nato dei videogame è appunto quello “educativo”, non a scopo didattico, ma principalmente ludico, che sprona comunque l’apprendimento tramite la soluzione di indovinelli, il superamento di prove logico-matematiche o di molti altri campi del sapere. Un videogioco di guida simulativa offre ormai all’appassionato ogni minimo dettaglio sulla vettura, un videogioco ambientato nella città ne offre una riproduzione certosina, dando informazioni sui monumenti del posto semplicemente passandoci accanto. Insomma, l’aspetto educativo-informativo sembra ormai un elemento integrante di gran parte dei videogames, a significato di una maturazione da non sottovalutare.

Recenti studi hanno iniziato a mostrare come i videogiochi possano contribuire a migliorare la capacità cognitiva dei giocatori attraverso il pensiero strategico e il Problem Solving. Il videogioco fa passare il fruitore da uno stato passivo a quello attivo, tanto più quando questo è costruito con funzioni che ne permettono la fruizione in modalità interattiva come ad esempio la presenza di un menù per accedere ad approfondimenti, a collegamenti in rete. 

Nell'attuale generazione di giochi ve ne sono numerosi che richiedono strategia ed uso di elementi che permettono ai giocatori di migliorare la loro capacità di pensare. Ma anche alcuni giochi come ad esempio il blackjack online richiedono una comprensione delle probabilità e capacità di pensare e di agire. Secondo una ricerca dell'Università di Rochester i giochi aiutano a prendere le decisioni più rapidamente ed i videogiochi migliorano la vista, rendendo i giocatori più sensibili alle diverse tonalità di colore, incrementando la sensibilità spettrale dell'occhio. In molti giochi di strategia orientata, i giocatori vengono messi in situazioni in cui hanno bisogno per prendere decisioni in frazioni di secondo su come affrontare vari scenari. Spesso questi giochi sono dotati di una certa curva di apprendimento ed i giocatori sono tenuti ad imparare dai propri errori e migliorare il loro approccio al fine di vincere.

In uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology è stato testato il legame tra videogiochi e memoria, ai partecipanti è stato assegnato un gioco d’azione e sono stati misurati i risultati per 30 giorni. I ricercatori hanno scoperto che i videogiochi d’azione sembrano stimolare la memoria funzionale visiva.

Alcuni ricercatori hanno anche messo in evidenza la possibilità che i videogiochi siano strumenti efficaci per l’apprendimento di resilienza di fronte al fallimento, perché imparare a perdere quando si gioca aiuta a costruire la capacità di resilienza emotiva che può essere utile nella vita di tutti i giorni.

Giocare è anche aggregazione, infatti più del 70 per cento dei giocatori gioca con un amico e milioni di persone in tutto il mondo partecipano a giochi virtuali collettivi come “Farmville” e “World of Warcraft“; questi giochi diventano comunità sociali virtuali, dove si impara a decidere rapidamente di chi ci si può fidare e di chi no e come prendere decisioni in gruppo.


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