L’uomo oltre i 40 anni: gli antiossidanti per il benessere e l’antiaging

Nuove conoscenze per la salute

Negli ultimi mesi del 2024 ed i primi giorni del 2025, autorevoli riviste medico-scientifiche hanno pubblicato ulteriori aggiornamenti sulle strategie per rallentare l’invecchiamento dell’organismo, e prevenire vari problemi che possono colpire l’uomo nel corso della vita, come:

- disturbi urogenitali;

- declino dei livelli di testosterone;

- perdita della massa muscolare e della prestazione psico-fisica.

Oltre a ridurre il rischio di molte malattie (es.: cardiovascolari e neurodegenerative) che hanno la loro origine nei tipici meccanismi fisiopatologici all’invecchiamento.

La maggioranza di questi disturbi insorge quando l’intero organismo viene a trovarsi in uno stato d’infiammazione cronica, causato da alti livelli di stress ossidativo e dal danneggiamento dei mitocondri (disfunzione mitocondriale).

La disfunzione mitocondriale causa un’insufficiente produzione dell’energia necessaria per il corpo umano. 

Anche se non viene inizialmente percepita dal soggetto interessato, l’infiammazione cronica sconvolge molti meccanismi che regolano l’equilibrio delle cellule, dei tessuti e degli organi.

Con il risultato di accelerare l’invecchiamento biologico dell’organismo ed aumentare il rischio di malattie.

Questo dannoso andamento può essere combattuto adottando stili di vita salutari e, quando necessario, con l’aiuto di specifici integratori alimentari.

Soprattutto quelli dotati di meccanismi d’azione selettivi, come la rigenerazione delle funzioni dei mitocondri e l’effetto antiossidante ed antifiammatorio.

I periodi dei cambiamenti

Una ricerca pubblicata a novembre 2024 da Nature Aging (1) ha riscontrato che intorno ai 40 anni (per altri studi anche intorno ai 34), ed ai 60 anni d’età, avvengono importanti cambiamenti metabolici,  associati all’aumento dei livelli di stress ossidativo e d’infiammazione.

Questi fenomeni accompagnano l’invecchiamento del corpo umano, si acutizzano dopo i 60 anni e rendono l’organismo più vulnerabile alle malattie croniche, ed al declino generale correlato all’età (1).

Infiammazione cronica e malattie

Durante la mezza età e negli anziani lo stato infiammatorio cronico è associato allo sviluppo di molte malattie (2, 3, 4, 5, 6), dell’obesità (7, 8, 9, 10), del cancro (3, 7, 11, 12), delle malattie neurodegenerative (13, 14), dei disturbi ormonali e dell’umore (15, 16), della malattia renale cronica, della disbiosi intestinale e della sarcopenia (17), fino alla disabilità  (18).

Sono condizioni cliniche molto diffuse, che contribuiscono ad aumentare la mortalità complessiva nella popolazione (3, 7).

Le cause scatenanti l’infiammazione cronica

Lo stress ossidativo e la disfunzione mitocondriale, che alimentano l’infiammazione cronica, sono causati dagli inquinanti ambientali, dal fumo di sigaretta, dall’eccesso di alcol e di calorie alimentari, dall’aumento del tessuto adiposo che genera sostanze infiammatorie, dai disturbi del sonno ecc. (19, 20).

Differenze di genere

L’uomo risulta più esposto ai meccanismi dell’infiammazione cronica, per cause ormonali, immunologiche e genetiche. Queste condizioni portano ad una diversa traiettorie dell’invecchiamento rispetto alla donna (21, 22).

A parità di età cronologica, la donna dimostra una minore età biologica ed una maggiore speranza di vita, nonostante accusi tassi più elevati di disabilità e del rischio di malattie rispetto all’uomo (3, 21, 23).

La donna ha dei meccanismi molecolari e cellulari che contrastano meglio l’invecchiamento, almeno fino alla menopausa, quando si assiste ad un progressivo allineamento con l’uomo (4).

Viceversa l’uomo ha livelli significativamente superiori di molecole pro-infiammatori. Questa condizione espone l’uomo ad un rischio di malattie più elevato rispetto alla donna, ad un’accelerazione dell’età biologica, e ad un’inferiore durata della vita (22).

Sia nella donna sia nell’uomo, con l’avanzare dell’età si abbassano le difese naturali antiossidanti ed immunitarie dell’organismo. Sono condizioni che alimentano ulteriormente lo sviluppo dei fenomeni ossido-infiammatori (21, 22, 23).   

Disturbi della prostata

Gli studi svolti su ampie fasce di popolazione ricavati dall’indagine statunitense National Health and Nutrition Examination Survey (NHNES)  dimostrano come gli alti livelli d’infiammazione cronica risultino associati con un alto rischio di cancro della prostata (25, 26, 27, 28, 29, 30, 31).

Esiste un’identica associazione tra infiammazione ed ipertrofia prostatica benigna (IPB) (31, 32), con gli alti valori dell’antigene prostatico specifico (PSA) (33), e con la sintomatologia delle basse vie urinarie  (34).

Questi processi fisiopatologici risultano influenzati anche dalle alterazioni del microbiota intestinale e dalla presenza di disturbi metabolici, ipertensione arteriosa, sovrappeso come nei soggetti affetti da sindrome metabolica (35, 36), che generano infiammazione sistemica (24, 37, 38).

Molti studi clinici dimostrano l’efficacia dell’integrazione mirata, ad esempio, con il resveratrolo (39, 40),  il coenzima Q10 (41, 42, 43), la L-canitina (43) per proteggere la ghiandola prostatica dai danni ossido-infiammatori (39, 40, 41, 42, 43).

Resveratrolo (39) e coenzima Q10 (41) sono tra gli antiossidanti/antinfiammatorie più studiati ed utilizzati che, con un’uso appropriato, permettono di riattivare in modo selettivo le attività dei mitocondri, inclusa la loro produzione di energia.

Sono molecole dotate di molteplici effetti preventivi sulla salute generale e per rallentare l’invecchiamento biologico (24, 39, 41).

Il resveratrolo modula anche la composizione del microbiota e la stabilità della barriera intestinale, con positive influenze su tutte le problematiche cliniche dipendenti da questo complesso sistema,  inclusa l’ipertrofia  prostatica benigna (44, 45, 46, 47, 48, 49).

Anche le vitamine del gruppo B hanno un ruolo di rilievo per l’equilibrio dei microrganismi intestinali, oltre alle loro molteplici funzioni necessarie al metabolismo energetico ed alla vita cellulare (50).

Un’altra molecola molto nota è la N-acetilcisteina (NAC), che promuove la sintesi cellulare di glutatione (51). NAC / glutatione con i potenti effetti antiossidanti / antinfiammatori ed immunomodulatori, svolgono positive attività sulla risposta immunitaria e di protezione della mucosa del tratto urinario contro le infezioni (52). Ricordiamo che la NAC ha un consolidato uso come mucolitico, oltre ad essere l’antidoto di riferimento contro il sovradosaggio di paracetamolo, per la sua attività disintossicante a livello epatico (51)

Disfunzione erettile

Gli alti livelli d’infiammazione sistemica sono associati anche alla disfunzione erettile, anch’essa contraddistinta dai processi ossido-infiammatori e dalla disfunzione mitocondriale (53).

Dalle ricerche pubblicate all’inizio del 2025, risulta promettente l’uso di molecole antiossidanti antinfiammatorie, es.:  il resveratrolo e la quercetina (53, 54), ed il coenzima Q10 (53, 54, 55, 56).

Per il trattamento non-farmacologico nella disfunzione erettile sono utilizzate molte molecole con vari meccanismi d’azione (57), tra quelle maggiormente documentate l’arginina (57, 58, 59, 60) e la L-carnitina, anche in associazione ad altre sostanze (61).

Inoltre, bassi livelli ematici di acido folico  e/o vitamina B12 risultano strettamente legati alla disfunzione erettile (62, 63, 64, 65, 66, 67).

Sono due vitamine del gruppo B coinvolte nel controllo dei livelli ematici di omocisteina, un’attività molto importante per prevenire i disturbi cardiovascolari, spesso associati alla disfunzione erettile (68, 69, 70).

Si ricorda che è molto frequente l’insufficiente apporto alimentare di acido folico e vitamina B12. Problema che può dipendere da abitudini alimentari (es.: vegani e vegetariani), malnutrizione, insufficiente secrezione gastrica negli anziani,  ridotto assorbimento di queste vitamine causato da farmaci, come  gli antiacidi e gli anti-ulcera (66, 67) 

Declino del testosterone

Dall’età di 35 i livelli sierici di testosterone iniziano a diminuire. Tra i 40 e 70 anni d’età il testosterone sierico diminuisce del 0,4% all’anno, mentre quello libero accusa un più marcato declino, del 1,3% per anno (71).

Nei testicoli, le cellule di Leydig secernono il testosterone, dove i mitocondri forniscono l’energia indispensabile per la sua sintesi.

Oltre alla funzione sessuale e riproduttiva, il testosterone influenza l’umore, la cognitività, il metabolismo, la funzione immunitaria, la densità minerale ossea (71, 72), le attività cardiovascolari (71).

Il testosterone svolge un ruolo antinfiammatorio,  interagisce con il sistema immunitario ed il microbiota intestinale, ed è necessario per preservare le funzioni dei mitocondri (73).

Per questo bassi livelli di testosterone (ipogonadismo) incidono negativamente sulla salute generale, non solo in età avanzata, ma già a partire dall’adolescenza, come  nel caso di obesità / sindrome metabolica giovanili (74).

L’ipogonadismo contribuisce al precoce invecchiamento, ad aumentare il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari, di alterazioni del metabolismo osseo, di disfunzioni sessuali, di ridotti livelli di energia / astenia, di perdita di massa muscolare e forza, di depressione, di decadimento cognitivo, ecc. (71, 75, 76).

I soggetti con bassi livelli di testosterone hanno un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause (77, 78, 79).

Con l’avanzare dell’età la produzione di questo ormone può essere alterata da fattori esterni ed interni all’organismo. 

Anche nel caso del declino dei livelli di testosterone, tra le cause, troviamo gli inquinanti ambientali (80, 81), il fumo, l’obesità / sindrome metabolica, la sedentarietà, i disturbi del sonno (82).    

Molecole dotate di effetti antiossidanti / antinfiammatori e di altri meccanismi d’azione, come  vitamine, polifenoli, minerali (es.: selenio, zinco) ed acidi grassi polinsaturi, contribuiscono alla  normalizzazione dei livelli di testosterone, dopo trattamenti della durata di 3-6 mesi. Oltre a permette il miglioramento delle caratteristiche del liquido seminale nei casi di infertilità (74, 83, 84, 85, 86).

In termini preventivi e di trattamento non farmacologico si distinguono il coenzima Q10 e la vitamina E (39, 41, 76, 86, 87), la vitamina C (88), ed il resveratrolo (39, 76, 89).

Questa molecola polifenolica può influenzare anche la biodisponibilità del testosterone, ottimizzando la produzione epatica di albumina e beta-globulina, che legano e trasportano in circolazione gli ormoni sessuali (76).

Inoltre, il resveratrolo stimola l’attività delle proteine Klotho, presenti nelle cellule e dotate di effetti antiaging (39).

Bassi livelli sierici di vitamina B12 sono associati ad un alto rischio di carenza di testosterone (66, 67, 90).

La somministrazione mirata di acido folico contribuisce anche al miglioramento della sintesi di testosterone in soggetti con ipogonadismo sub-clinico e sindrome metabolica (66, 91).

L’acido folico e la vitamina B12 hanno un ruolo significativo per la prevenzione e trattamento dell’anemia, un problema clinico che può aumentare il rischio di carenza di testosterone e viceversa (66, 67, 92).

Perdita di massa muscolare e prestazione fisica

Molteplici fattori possono influenzare la perdita di massa muscolare. Dopo i 30 anni d’età la massa magra diminuisce di circa il 3-8% ogni decade, con percentuali superiori dopo i 60 anni (93).

La sedentarietà, l’inadeguato apporto qualitativo e quantitativo di carboidrati, proteine, lipidi e micronutrienti, le malattie croniche, sono tra le principali cause che determinano la riduzione del patrimonio muscolare di un’individuo (94), con implicazioni che possono causare anche il declino della massa ossea (95).

L’infiammazione sistemica cronica, ed i meccanismi che la generano, contribuiscono ad accelerare la perdita di massa muscolare e della funzionalità fisica,  oltre a predisporre al rischio di fragilità in età avanzata (96, 97).

Nei primi giorni di gennaio 2025, la rivista Frontiers in Nutrition (138) ha pubblicato i risultati di uno studio condotto su oltre 7.000 soggetti (53% uomini, intorno ai 40 anni d’età), utilizzando i dati dell’indagine statunitense National Health and Nutrition Examination Survey  (NHANES).

E’ stato dimostrato come mantenere un’adeguata muscolatura permette di rallentare l’invecchiamento biologico dell’organismo (98). 

Massa muscolare ed età biologica risultano legate al livello d’infiammazione dell’organismo (98).

La perdita di massa muscolare è correlata anche ad altri fattori, che caratterizzano la cosiddetta resistenza anabolica muscolare. E’ una condizione che impedisce il regolare sfruttamento metabolico dei principi nutritivi, ostacola la sintesi proteica muscolare e predispone al declino muscolare, ed alle sue gravi conseguenza (99, 100).

Nella resistenza anabolica muscolare, oltre alla disfunzione mitocondriale, all’infiammazione cronica, sono coinvolti anche altri importanti fattori che caratterizzano l’invecchiamento (101, 102, 103), es.: le alterazioni del metabolismo del glucosio, il declino degli ormoni (testosterone), gli squilibri del microbiota intestinale,  (99, 100, 104, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 113).

L’obesità / sindrome metabolica facilitano l’instaurarsi della resistenza anabolica muscolare, mentre soggetti anziani sani, magri e fisicamente attivi non presentano questo problema (114,  115, 116).

La rivista Biomedicine & Pharmacotherapy a dicembre 2024 ha sottolineato questi aspetti con nuovi elementi, confermando l’importanza di rigenerare i mitocondri e ridurre l’infiammazione anche per le malattie muscolo-scheletriche (117, 118).

Infatti, riattivare le funzioni energetiche dei mitocondri (9) è vantaggioso per miglio

Molecole come il coenzima Q10, la N-acetilcistenia (NAC), gli omega 3, l’urolitina A, migliorano la funzione fisica nell’adulto, negli anziani e negli atleti master, attraverso specifici meccanismi mitocondriali (120, 121, 122, 123).

La NAC migliora in modo significativo ed esteso la prestazione fisica (es.: capacità aerobiche ed anaerobiche, forza, fatica, dolore muscolare), con effetti ergogenici, ottimizzando i livelli di glutatione, con i suoi noti effetti antiossidanti ed antinfiammatori, ed altri meccanismi ematologici ed immunomodulatori (124, 125).

In uno studio clinico randomizzato (RCT) di 4 mesi,  in associazione alla glicina, la NAC riduce lo stato infiammatorio, la disfunzione mitocondriale, ha positivi effetti su molteplici fattori che causano l’invecchiamento. In termini clinici migliora la funzione fisica, la pressione arteriosa sistolica e la circonferenza della vita (126)

Anche per la conservazione della massa muscolare è importate la composizione del microbiota intestinale e prevenire o trattare la disbiosi (127, 128). Come  già anticipato i polifenoli, come  il resveratrolo, e le vitamine del gruppo B normalizzano anche la composizione dei microrganismi intestinali (66, 67).

Inoltre, il resveratrolo (39) è un attivatore delle sirtuine, molecole proteiche anch’esse presenti nelle cellule con importanti funzioni antiaging (129).

Adeguati livelli ematici di vitamina B12 contribuiscono a preservare la massa e la forza muscolare (66, 67, 130, 131, 132).

Conclusioni

- In prossimità dei 40 anni ed oltre, anche nell’uomo, risulta vantaggioso ridurre i fenomeni ossido-infiammatori e la disfunzione mitocondriale per prevenire il precoce invecchiamento, l’insorgenza e lo sviluppo di molte malattie correlate all’età.

- Preservare o riattivare le funzioni mitocondriale dimostra significativi benefici anche per prevenire i disturbi urogenitali,  il declino del testosterone, la perdita di massa muscolare e della prestazione fisica e mentale.

- I nutraceutici dell’azienda italiana Mitochon srl https://www.mitochon.it/: Mitofast® bit.ly/3VUlGkS (133) e Mitofast B12  bit.ly/4d5ll4P (67), sono stati studiati secondo i criteri della “mitochondria-targeted antioxidants”, i trattamenti che prendono come bersaglio i mitocondri per rimodulare le attività cellulari (117, 118).

- Mitofast® integratore orosolubile con una formulazione bilanciata e ad alto dosaggio di: resveratrolo, coenzima Q10, N-acetilcisteina (precursore di glutatione), N-acetilgucosamina (precursore di acido ialuronico), vitamina C, acido folico.

- Mitofast B12 integratore liquido di vitamina B12, sotto forma di cianocobalamina, la molecola che permette la migliore biodisponibilità di B12 per via orale.

- Mitofast® e  Mitofast B12 rappresentano una valida scelta, scientificamente provata, anche per mantenere la salute maschile. Soprattutto nelle fasce d’età che predispongono a sostanziali cambiamenti dell’organismo (1), e per contrastare l’esposizione ai molteplici fattori di rischio (19, 20, 66, 67, 82, 94).

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