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"CELESTE CORRRISPONDENZA D'AMOROSI SENSI"

di Redazione Picenotime

sabato 13 ottobre 2012


"Celeste corrispondenza d'amorosi sensi". Non c'è miglior citazione di quella di Ugo Foscolo nel suo capolavoro "Dei Sepolcri" per descrivere la bellezza del monumento funerario di Maria Cristina D'Austria, opera di Antonio Canova della fine del Settecento che è possibile ammirare presso la Chiesa degli Agostiniani a Vienna.

Il monumento è costituito da una piramide marmorea (scelta del tutto neoclassica, in ricordo delle piramidi egizie) che sottolinea "l'elevarsi" dell'anima, il salire al cielo, e diversi personaggi che si muovono nelle scalinate avanti l'ingresso oscuro, simboleggiante il mondo dei morti, in alto al quale si trova scritto "uxori optimae Albertus", ovvero "Alberto alla moglie migliore".

In alto un medaglione che ritrae Maria Cristina è tenuto dalla Felicità accompagnata da un putto ed è incorniciato da un serpente che morde la sua stessa coda, simbolo di continuità, dell'eterno ritorno.

In basso a sinistra troviamo tre figure: un bambino, un vecchio e una donna che lo aiuta nel salire le scale. Questi personaggi raffigurano le tre fasi della vita che stringono la stessa ghirlanda; nessuno infatti può fuggire alla morte.

Altre tre figure più avanti, su un tappeto sottile a indicare la via verso la morte, stanno entrando con la testa chinata: due ragazze con in mano una torcia per fare luce nell'oscurità, simbolo di speranza, fanno strada alla Pietà, posta al centro, con in mano l'urna di Maria Cristina.

Sulla destra un angelo, un Genio alato, probabilmente marito della defunta osservando lo stemma sul suo scudo, si lascia cadere sul corpo di un leone privo di forza, quasi assopito, forse proprio Maria Cristina D'Austria, sua moglie, anche in questo caso, infatti, è ben visibile lo stemma della sua casata dietro la grande chioma del felino.

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