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Grandine in Valtesino, Coldiretti Ascoli-Fermo: ''4 milioni di danni e ancora nessuna risposta dalla Regione''

di Redazione Picenotime

martedì 26 settembre 2023

Da quattro mesi persiste un silenzio assordante tra i vivai e i vigneti di Grottammare e Ripatransone flagellati dalla grandine primaverile; gli agricoltori sono tuttora in attesa di un intervento da parte di Regione Marche che limiti i danni causati dalla calamità naturale, intervento che, nonostante le molte promesse, non è ancora arrivato”. Commenta così, Coldiretti Ascoli-Fermo, l’amarezza raccolta fra gli 80 associati che, danneggiati dalla grandinata dello scorso 12 maggio, avevano risposto alla richiesta, fatta dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Andrea Antonini a seguito di un sopralluogo nelle aziende più colpite, di trasmettere una segnalazione completa di foto e conto economico dei danni. Fra Grottammare e Ripatransone – precisa l’Organizzazione agricola – ammonta a quattro milioni di euro il danno della grandine ai settori vivaistico e viticolo che si somma, per questi ultimi, a quello della peronospora (fitopatia che, dopo qualche settimana, ha colpito i vigneti in diverse regioni d’Italia a causa dall’eccesso di pioggia). Nei vivai, l’alloro, il leccio, il pitosforo e le altre essenze flagellate dalla grandine, nella migliore delle ipotesi, hanno subito un ritardo nell’accrescimento di una stagione (con tutte le conseguenze per il mercato e la competitività di ciascun imprenditore) oltre ai costi esorbitanti per prevenirne le infezioni; senza considerare, invece, tutte le piante che non sono neppure sopravvissute." Nei vigneti, invece, il danno principale è quello della mancata produzione di uva, evidente proprio in questi giorni di vendemmia poiché la grandine ha colpito nella fase fenologica di prefioritura ovvero quando si stava formando il grappolo. Alcuni di questi vigneti hanno poi subito anche i danni da peronospora e, in questo caso, se non fosse per la documentazione fotografica raccolta nelle ore appena successive alla grandine, oggi sarebbe perfino impossibile verificare a quale delle due calamità è dovuto il calo del raccolto. "Con noi – prosegue la Coldiretti – si mobilitarono velocemente anche i Comuni di Grottammare e Ripatransone, coinvolti tra l’altro proprio in quelle ore nell’elezione del nuovo sindaco, dichiarando lo stato di emergenza, tant’è che la Regione Marche avviò una ricognizione dei danni (con decreto dirigenziale n. 254 del 22/5/2023). Da quel momento in poi, non è pervenuta più alcuna notizia ufficiale né alle imprese né all’Organizzazione, nonostante numerosi solleciti".

Raccolgo l’attuale amarezza delle nostre imprese associate – interviene così il Presidente di Coldiretti Ascoli-Fermo Stefano Mazzoni – che, dopo questi mesi di inutile attesa, oggi ricordano il sopralluogo di quei giorni e temono si sia trattato solo di una passerella pre-elettorale non avendo più ricevuto alcuna notizia in merito. Un’amarezza che condivido poiché a maggio ci fu un’attenzione diversa. Chiedemmo l’intervento della Regione Marche, tra l’altro, non potendo contare sul sostegno di nessun altro. Le colture colpite, infatti, sono assicurabili ma non tutte le imprese,  venendo da anni di difficoltà legate alla pandemia prima e alla crisi energetica poi, si trovavano nella possibilità economica di attivare questo strumento di difesa passiva. E, in quanto colture assicurabili – prosegue Mazzoni, non è previsto l’accesso ai fondi di solidarietà nazionali per le calamità naturali. Quindi mi chiedo perché mai la Regione Marche abbia decretato al tempo la ricognizione dei danni lasciando poi il dossier nel cassetto. Fortuna vuole che gli agricoltori, nonostante tutto, si siano rimboccati le maniche e abbiano proseguito il loro lavoro con la straordinaria resilienza di sempre. Ma non può andare avanti così – conclude Mazzoni”.

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