Don Alberto Ravagnani ad Ascoli: ''Realtà virtuale fuorviante. Necessario costruire relazioni sane per essere felici''
di Davide Ciampini
sabato 14 settembre 2024
Quello di Don Alberto Ravagnani rappresenta un esempio virtuoso rispetto al corretto utilizzo dei social network. Grazie a questo strumento, il giovane sacerdote è riuscito a crearasi una cospicua cerchia di pubblico, specialmente tra i giovani. Brianzolo di nascita, è già autore di due libri. Nel pomeriggio di oggi è intervenuto presso il teatro Filarmonici in occasione di "Asculum Festival" per parlare del tema della felicità. Queste le sue parole a margine dell'evento.
Don Alberto Ravagnani, lei si è fatto consocere dal grande pubblico grazie ai social network; quant'è importante, oggi, la comunicazione attraverso questo strumenti?
"Diciamo che quella via social rappresenta una parte di quella che è la comunicazione umana. Ritengo infatti importante comunicare in altri modi che non siano attraverso lo schermo di uno smartphone. Constato tuttavia che non si può prescindere dal loro uso. Essi sono importanti, anche nell'ottica di un inserimento lavorativo. In un tempo in cui tutti posseggono questi strumenti - basti vedere i ragazzi qui presenti con il cellulare in mano - è importante anche riuscire a potenziare altre capacità di comunicazione: attraverso l'incontro personale come con la possibilità di discutere vis a vis. Naturalmente la comunicazione è un'arte che si impara strada facendo. Credo pertanto che i ragazzi andrebbero istruiti rispetto al corretto utilizzo di questi strumenti".
Tutto farebbe pensare che lei sia seguito prettamente dai giovani; oggi vediamo invece una grande partecipazione delle fasce d'età più adulte: quali sono le sue impressioni rispetto alla risposta del pubblico?
"Oggi più che mai rendo conto della responsabilità che gli adulti hanno. Il loro compito è infatti quello di guidare i più giovani. Credo, pertanto, che siano alla ricerca di come funzioni il mondo dei ragazzi. Il successo che figure come la mia riscuotono sono ascrivibili a questa loro esigenza. Figure che, grazie alla loro esperienza, condividono conoscenze rispetto al mondo giovanile".
Il tema centrale di questo incontro è quello della felicità. Quanto - e in che modo - ci influenzano i modelli irrealistici che giornalmente ci propongono?
"Nella nostra quotidianità, i modelli che ci propongono sono pervasivi. Attraverso i social, ci rapportiamo giornalmente con le vite degli altri. Il rischio è quello di confondere la vita reale con quella virtuale. E' dunque necessario discernere la finzione da ciò che non lo è. Stiamo infatti parlando di frammenti della vita di una persona; che, spesso, sono usati per scopi personali: vendere prodotti piuttosto che per farsi conoscere. Pertinente è l'esempio dgli influencer. Questi ultimi mostrano sovente degli spaccati della loro vita: momenti felici in famiglia così come un aspetto fisico impeccabile; non vedendo così le parti meno appariscenti della vita di questi individui: litigi e crisi personali su tutti. Tutto ciò avrà una ripercusssione sulla mia vita. Interiorizzerò così l'idea secondo cui le persone realizzate non litigano mai - cosa assai fuorviante -. Pertanto, quando andrò a litigare con i miei cari, io stesso mi sentirò inadeguato".
In conclusione, quale è il messaggio che vorrebbe lanciare?
"Il messaggio che vorrei lanciare è che bisogna essere amici per essere felici; le relazioni sono oggi fondamentali per costruire una vita appagante. La realizzazione personale si può chiamare tale solo se si hanno accanto delle persone con cui condividerla. Persone con cui guardare lo stesso orizzonte, progettare insieme il futuro e convivere serenamente. Tutto ciò è fondamentale e, soprattutto, gratuito. Credo in definitiva che ci si debba domandare: 'Chi sono le persone su cui posso contare per essere felice'?".
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