Cgil Marche: 8 assunzioni su 10 precarie, boom degli scoraggiati. Marinucci: “Troppa incertezza, ci vuole qualità”
di Redazione Picenotime
mercoledì 28 settembre 2022
Aumenta la precarietà con il boom degli scoraggiati sul lavoro. E’ il quadro che emerge dai dati regionali INPS dell’Osservatorio sul precariato e ISTAT sulle forze lavoro del secondo trimestre 2022. Dati elaborati dall’IRES Cgil Marche. Dichiara Rossella Marinucci, Cgil Marche: “Troppa incertezza, ecco perché si fugge dal lavoro. Bisogna puntare sulla qualità”.
ASSUNZIONI E CESSAZIONI - Nei primi sei mesi del 2022 le aziende marchigiane registrano 124.306 assunzioni, il 21,3% in più rispetto allo stesso periodo 2021 (+22 mila circa) e al contempo l’8,6% in più rispetto al 2019. Nello stesso periodo, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 84.415 con un incremento del 31,7% rispetto al 2021 e del 4,9% rispetto al 2019. Il saldo assunzioni – cessazioni è positivo nel complesso (+35.891) e per le singole tipologie contrattuali, ad eccezione dei contratti a tempo indeterminato. Sulle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota ridotta (12,1%); la tipologia più presente è il contratto a termine (35,8%), seguita dall’intermittente (17,4%). Nelle Marche, la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati è nettamente sotto la media del Paese: la regione è quartultima. Anche l’incidenza dei contratti a termine sul totale è inferiore alla media nazionale (35,8% contro 41,5%). In riferimento alle attivazioni di contratti di somministrazione, il valore regionale è superiore alla media nazionale (14,6% contro 13,1%). La regione risulta inoltre essere la prima in Italia per la più alta incidenza dei contratti intermittenti (17,4% contro la media nazionale del 8,8%). Osservando i motivi delle cessazioni, la maggior parte (54,3%) riguarda la fine del contratto. Tuttavia si registra un aumento rilevante delle dimissioni sia rispetto allo stesso periodo del 2021 (+29,1%) che soprattutto del 2019 (+42,2%). Al contempo aumenta anche il loro peso: se nei primi sei mesi del 2019 le dimissioni rappresentavano il 22,9% del totale delle cessazioni, nel 2022 la quota sale al 31%.
OCCUPAZIONE - Nel secondo trimestre 2022 gli occupati nelle Marche sono 640 mila. Rispetto al II trimestre del 2021, aumentano di 20 mila unità (+3,3%), di cui +7 mila autonomi e +13 mila dipendenti. Cresce il tasso di occupazione, In modo più marcato nell’agricoltura (+28,1%) e nelle costruzioni (+27,8%), mentre le altre attività dei servizi segnano un calo del 3,9%. Rispetto allo stesso periodo del 2021 scende il tasso di disoccupazione (5,2%): i disoccupati diminuiscono di 15 mila unità (-30,1%), in particolare risulta significativo il calo delle disoccupate (- 10 mila unità). Il tasso di inattività si attesta al 29,5%. Gli inattivi in età da lavoro sono 273 mila, per la maggior parte donne (61,3%), e anch’essi osservano una diminuzione generale del 2,9% rispetto al II trimestre 2021. Ma la contrazione è ascrivibile alle sole forze di lavoro potenziali (- 18 mila unità), mentre si registra un aumento di 10 mila inattivi che non cercano e non sono disponibili a lavorare, che risulta più marcato rispetto al Centro e all’Italia nel complesso.
CGIL MARCHE – Secondo Marinucci, Cgil Marche, “questi dati confermano che il mercato del lavoro delle Marche è caratterizzato da rapporti di lavoro precari e di breve durata, tali da nascondere anche evasione contributiva e contrattuale. Va ricercata la piena e buona occupazione e per realizzare questo obiettivo chiediamo alla Regione di destinare tutte le risorse. Troppi lavoratori sono in sofferenza da tempo: i contratti sono sempre più precari e senza diritti, le retribuzioni troppo basse. Sono questi i motivi per cui si fugge dal lavoro”.
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