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Trading in bitcoin, cosa lo rende un soggetto interessante

di Redazione Picenotime

martedì 20 ottobre 2020

Al di là dei dubbi che sono sorti negli ultimi anni (e che continuano a sorgere al giorno d’oggi) intorno al futuro di Bitcoin, e delle criptovalute in generale, nella vita di tutti i giorni di noi consumatori, un ambito nel quale questa particolare entità non sembra diminuire la sua presenza è quello del trading. 

In maniera particolare, il mercato di liquidi che comprende le principali valute in maniera più estesa è quello del forex trading, ovvero quel mercato che si basa sulla speculazione pura e semplice intorno alle fluttuazioni di valore del denaro in sé.

Nonostante il trading tradizionale (sembra quasi un gioco di parole) si sia sempre concentrato sulla compravendita di (ed in) denaro tradizionale, quali il dollaro, il pound, l’euro e via discorrendo, negli ultimi anni si è andato ad aggiungere un nuovo, per così dire, strato di mercato a quelli già preesistenti, ovvero il mercato delle criptovalute.

Inutile dirlo, si tratta di una new entry che porta con sé aspetti di novità non banali; anche se in realtà, cronologicamente parlando, il trading in Bitcoin e criptovalute è nuovo soltanto in maniera molto relativa, si tratta comunque di un’aggiunta molto recente, il che si traduce in ancora molto scarse possibilità di studiarne lo storico e le tendenze in maniera dettagliata. Di punti salienti e domande ancora aperte riguardo a questo nuovo mercato del Bitcoin, andremo a vederne alcuni oggi.

Il primo aspetto da considerare, dal punto di vista soprattutto teorico di base del trading in Bitcoin, è che si tratta di una valuta non controllata da nessun tipo di organo centralizzato, quali possono essere le banche tradizionali. Le variazioni di inflazione legate a Bitcoin, di conseguenza, non sono legate e dipendenti da enti che ne stabiliscono il valore, bensì da meccanismi di domanda e richiesta che dipendono, in poche parole, dal pubblico.

Famoso per essere, nella sua essenza, un mercato libero, nel senso di non passare attraverso organismi centralizzati che controllano e gestiscono le transazioni, quello del trading è sempre stato comunque in parte dipendente, appunto, dalle banche tradizionali. Ora che Bitcoin si è aggiunto alle valute che vengono trattate dai traders, si crea un dualismo interessante, i cui sviluppi saranno soggetto di studio negli anni a venire per coloro che si occupano di questo tipo di finanza.

Di conseguenza a ciò che è appena stato detto, si è visto che i valori di conversione di Bitcoin rispetto alle valute tradizionali tendono a subire variazioni molto più ampie e veloci che quelle fra valute standard. Questo perché, uno degli obbiettivi delle banche è quello di evitare crolli inflazionari drammatici come quelli che sono accaduti, ad esempio, fra le due guerre mondiali.

Il trader che lavora con Bitcoin e criptovalute, quindi, deve saper tenere in conto questi rischi, e monitorare costantemente le fluttuazioni in modo da poter agire di conseguenza. Si tratta di strategie molto dure, serrate, il tutto creando un ‘nuovo’ modo di fare trading esclusivo a questo tipo di valute non tradizionali. Ma una cosa sembra evidente: il trading Bitcoin non sembra affatto decelerare, anzi, l’interesse pare continuare a crescere sempre, e tanto.

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