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Coronavirus, epidemiologo Lopalco: “Calcio? Sicuramente a porte chiuse. Situazione difficile, è sport di contatto”

di Redazione Picenotime

martedì 14 aprile 2020

"Sono figlio del 'baby boom' e ricordo che quando andavo al mare lo spazio c'era, perchè era solo turismo locale e non ci si spostava. In questa situazione, probabilmente gli stranieri non arriveranno e lo spostamento da regione a regione in Italia sarà molto limitato. Se pensiamo ad un turismo prettamente locale, quindi, credo che le spiagge saranno gestibili". È questa la ricetta da seguire per un'estate sicura e per permettere al comparto balneare di riaprire secondo l'epidemiologo di fama internazionale Pier Luigi Lopalco, presidente della fondazione del Patto Trasversale per la Scienza e consulente della regione Puglia per l'emergenza Coronavirus, intervenuto stamane a Radio24. "L'importante è mantenere distanze ed evitare assembramenti, fare più attenzione nei luoghi di incontro, come nei bar, immaginando magari ingressi scaglionati. La speranza è che questa estate la situazione epidemiologica si sia tranquillizzata, in genere l'estate in sè rallenta la corsa dei virus, perchè si vive all'aperto. Probabilmente in quel momento lo stare a casa non sarà così tanto stringente e consigliato, proprio perchè se un nucleo familiare si trova all'aperto, distante da altri nuclei familiari, potrà vivere una giornata in campagna, nei boschi, in montagna o anche al mare - ha aggiunto il Professor Lopalco -. Riapertura campionato di calcio? Gli stadi non si possono riempire, i grossi assembramenti saranno gli ultimi a ripartire, quindi un'eventuale ripartenza sarà sicuramente a porte chiuse. Per fare una partita di calcio a stadio chiuso bisognerà garantire la salute dei giocatori e di tutto lo staff che ruota intorno a calciatori. La vedo difficile, il calcio è un gioco che prevede contatto fisico ed all'inizio dell'epidemia tanti calciatori sono risultati positivi".

Fari puntati poi sul tema dei vaccini e sui report della Protezione Civile: "La sperimentazione di un vaccino è una scommessa - ha spiegato Lopalco -. È chiaro che i tempi di sperimentazione sarebbero accorciati di moltissimo se, oltre a vedere se i vaccinati sviluppano anticorpi, fosse possibile e tecnicamente accettabile anche infettare una persona vaccinata per valutare l'efficacia nei confronti del virus. Avere un prototipo funzionante prodotto su piccola scala a Settembre, allora, sarebbe un grosso passo in avanti. Costruire un vaccino non è la stessa cosa che fabbricare una compressa, è più complicato. Bollettino quotidiano? Dobbiamo prenderlo come un sistema di sorveglianza epidemiologica che, per sua natura, non è un sistema completo. I sistemi di sorveglianza sono affetti da una sottostima valutabile da 1 a 5 a 1 a 10 a seconda delle fasi dell'epidemia, della qualità del sistema e della qualità diagnostica. Sappiamo che per ogni caso notificato ce ne sono 3 o 4 non notificati, che potrebbero arrivare fino a 10 in una situazione epidemica grave. Nel picco in Lombardia, ad esempio, non era oggettivamente possibile confermare tutti i dati e riportarli. Il bollettino quotidiano non è un registro di malattia, non si scrive il nome e il cognome di tutte le persone infette e decedute. Serve per dare un'idea dell'andamento dell'epidemia". 


Pierluigi Lopalco (Medicalfacts.it)

Pierluigi Lopalco (Medicalfacts.it)

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