Le Marche in Formula 1: 4 piloti da ricordare
di Redazione Picenotime
martedì 19 novembre 2024
Generalmente i talenti della Formula 1 hanno origine inglese, francese o tedesca. Quando si pensa ai grandi campioni della Formula regina del motorsport si pensa a piloti mitici come Michael Schumacher, Lewis Hamilton, Juan Manuel Fangio o Alain Prost. Ma ci sono stati momenti nella storia di questo sport che ha coinvolto anche nomi italiani, piloti che hanno portato in alto il tricolore anche nel mondo delle monoposto. Curiosamente sono le Marche la regione ad aver sfornato più talenti di Formula 1 come (in rigoroso ordine alfabetico) Luigi Fagioli, Gianni Morbidelli, Ludovico Scarfiotti e Dorino Serafini.
Luigi Fagioli
Luigi Fagioli nasce ad Osimo nel 1898 di Osimo, in provincia di Ancona. Uno dei miti della storia motoristica italiana, tanto da essere citato anche in una canzone di Lucio Dalla. Nonostante la sua prima passione fosse stata la moto, decide ad un certo punto di passare su un sedile di un’auto da corsa e il primo successo giunge nel 1926, al Gran Premio Perugino del Turismo con una Salmson GP, scuderia con la quale disputa 27 gare tra il 1926 e il 1927. Ma la carriera poi continua passando alla Maserati Tipo 26 M, correndo fino al 1933, fino a quando conosce un certo Enzo Ferrari che lo convince ad unirsi a casa Alfa per guidare la P3. Mai scelta fu più azzeccata perché con questa conquista il titolo di campione italiano in appena tre mesi. Dopo questa grande vittoria è uno dei piloti più desiderati e così passa alla Mercedes-Benz e riesce a conquistare la Coppa Acerbo a Pescara, il Gran Premio d’Italia a Monza, il GP di Spagna a San Sebastian, il GP di Monaco, l’AVUS e il GP di Barcellona. Nel 1935 si fregia del titolo di vice-campione d’Europa Grand Prix e chiude la sua carriera nel 1937.
Gianni Morbidelli
Morbidelli è in ordine di tempo l’ultimo marchigiano ad essere protagonista nel mondo della Formula 1, anche se durante la sua carriera non è stato mai preso seriamente in considerazione dai pronostici e dalle indicazioni delle scommesse sulla Formula Uno come papabile vincitore di un Gran Premio. Classe 1968, cominciamo col dire che è il papà di Franco Morbidelli, prodotto della VR46 Academy di Valentino Rossi e oggi è protagonista del mondo della MotoGP. Gianni invece ha iniziato la sua carriera in Formula 3 e in Formula 3000, fino a quando nei primi anni ’90 non è riuscito a compiere il salto in Formula 1 come terzo pilota della Ferrari. Per due anni riesce a mantenere il ruolo di collaudatore della scuderia del cavallino rampante e pilota della Minardi, fino a passare all’Alfa Romeo nel Campionato Italiano Turismo del 1993. Nel 1994 invece trova un accordo per correre con la Footwork Arrows e conquista la quinta posizione nel GP di Germania e la sesta posizione in Belgio a Spa. L’anno successivo passa alla Jordan ma nel 1997 torna ad essere collaudatore Ferrari. La sua carriera finisce dopo un grave incidente a Magny-Cours quando era alla guida della Sauber, subentrato nel ’97 a Nicola Larini, che gli costò la frattura di un braccio e la consapevolezza di dove chiudere la carriera.
Ludovico Scarfiotti
Ludovico Scarfiotti viene ricordato soprattutto per il suo titolo nel GP d’Italia, l’ultimo italiano ad averlo conquistato. La sua carriera ha il suo culmine nel 1962 quando viene chiamato in Ferrari e poi l’anno successivo con il suo debutto in F1. Nel 1966, invece, il pilota cresciuto a Potenza Picena, si fregia anche della vittoria di due Campionati Europei della Montagna con la Ferrari, la 24 ore di Le Mans, la 12 ore di Sebring, la 1000 km del Nurburgring e la 1000 km di Monza. Il pilota venne a mancare nel 1968 in occasione delle prove libere della corsa in salita di Rossfeld, mentre guidava una Porsche 909 Bergspyder. Le cause vere non sono mai state note, tra chi afferma che la causa è stato il piantone dello sterzo rotto e chi parla di un urto della testa con una pietra sporgente. Un pilota eclettico, a suo modo geniale, che ha vissuto una vita tra la passione, le necessità familiari e una moglie preoccupata per i rischi del suo mestiere. Una vita affascinante, tanto da dedicargli oggi anche uno spettacolo a teatro.
Dorino Serafini
Altro nome, infine, che spicca tra le cronache sportive marchigiane del passato è Dorino Serafini, classe 1909 di Pesaro, campione in sella alle moto e al volante. Di lui si ricordano sfide epiche con Nuvolari, Varzi, Tenni, Tonino Benelli, Woods, Meyer e altri centauri che segnarono l’epopea dei giorni del coraggio. Inizia la carriera affascinato dalle moto, mezzo con il quale diventa Campione Italiano nel 1933 nella categoria 175, e nel 1936, in quella 500, ma anche Campione europeo della 500 nel 1939. Successivamente alla Seconda Guerra Mondiale passa alle quattro ruote ma nel 1947 è vittima di un terribile incidente durante il Grand Prix de Comminges quando lo sterzo della sua Maserati si rompe. Lui però determinato rientrò in pista già l’anno seguente, prendendo parte a corse di F2. Nel 1950 poi arriva la chiamata dalla Ferrari con la quale gareggia in Formula 2, nelle gare sport (cogliendo un secondo posto alla Mille Miglia) e anche a due gare di Formula 1, tra queste la prima edizione del Gran Premio d'Italia dove arriva secondo. Ma nel 1951 arriva un nuovo grave incidente. Accade durante la Mille Miglia e mette fine alla sua carriera.

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