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Ascoli Piceno, torna l'appuntamento con 'I Teatri del Sacro'. Tanti imperdibili momenti tra spiritualità e spettacolo

di Redazione Picenotime

lunedì 03 ottobre 2022

Torna l'appuntamento con “I Teatri del Sacro”, il festival dedicato ai temi della spiritualità che attraverso il teatro propone inediti e sorprendenti stimoli di riflessione su noi stessi e il tempo che viviamo. La presentazione è avvenuta stamattina presso il polo della comunicazione di Casa Regina Apostolorum di lungo Castellano. Nell'occasione è stato illustrato il programma completo degli appuntamenti previsti e il Convegno pastorale diocesano allestito per sabato 8 e domenica 9 ottobre. Presenti per l'occasione il Vescovo Gianpiero Palmieri, il sindaco Marco Fioravanti, l'assessore Donatella Ferretti, don Giampiero Cinelli e Roberto Paoletti (presidente della onlus La Casa di Asterione).

Nel pomeriggio di ieri al Filarmonici è andato in scena lo spettacolo 'Matrioska'. Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 7 al cineteatro Piceno con la proiezione del cortometraggio 'U Figghiu' (ore 18). Alle 21 invece a San Pietro in Castello sarà la volta di 'In nome della madre'. Si proseguirà sabato 8 alle 19.30 al cineteatro Piceno con 'Per obbedienza'. Domenica 9 sarà il borgo di Arquata del Tronto ad essere al centro della scena con la passeggiata poetica programmata alle 11. Seguiranno gli spettacoli 'Piccoli Funerali' (ore 11.30), 'Transumanze' (ore 14.30). La giornata si chiuderà ad Ascoli con 'La Signora', in programma alle 21 a San Pietro in Castello. La chiusura è prevista per lunedì 10 alle 21 al Filarmonici con 'Oibò sono morto'.


IL PROGRAMMA

Il programma entra nel vivo il 7 ottobre, al Cinema Piceno alle ore 18:00 viene proiettato U FIGGHIU di Saverio Tavano, tratto dall’omonimo spettacolo vincitore del Festival nel 2019. Nel corto si ripercorre la vicenda di Saro, il figlio schizofrenico di Nino e Concetta, che nel giorno di Pasqua ruba la corona di spine dalla statua di Cristo, convinto di essere lui stesso la reincarnazione divina. La giornata del 7 ottobre si chiude alle ore 21:00 a San Pietro In Castello, con IN NOME DELLA MADRE, un intenso monologo in cui Patrizia Punzo accompagna lo spettatore ad incontrare Maria, una ragazzina “piena di grazia”; l’allestimento è ispirato al celebre testo di Erri De Luca, firma la regia Danilo Nigrelli.

Dopo lo straordinario successo de L’Acquasantissima, torna ad Ascoli Fabrizio Pugliese interprete e autore di PER OBBEDIENZA uno spettacolo commovente e magnetico dedicato alla figura di San Giuseppe da Copertino, il Santo “asino” che protegge gli studenti e che grazie alla Fede riesce a volare; in scena l’8 ottobre alle ore 19:30 al Cinema Piceno.

La giornata del 9 ottobre si svolge quasi interamente ad Arquata Del Tronto. Appuntamento alle ore 10:00 per una PASSEGGIATA POETICA a cura dell’associazione Arquata Potest: un’escursione teatrale alla scoperta del borgo e della natura circostante. Alle ore 11:30 in scena PICCOLI FUNERALI, un rito collettivo potente e delicato insieme, un’esperienza che supera il teatro per entrare in contatto con l’intimità più profonda di ognuno di noi grazie alla voce leggiadra di Maurizio Rippa, accompagnato alla chitarra da Amedeo Monda. Alle ore 13:00, offerto dall’organizzazione, il pubblico prende parte a un pic nic campestre per poi assistere a TRANSUMANZE (ore 14.30) dove Fabrizio Pugliese ci conduce al seguito di un gruppo di pastori in un viaggio che parte dalle tradizioni del passato per arrivare ai problemi del presente fino alle speranze del futuro.

In serata si torna ad Ascoli per LA SIGNORA, in scena alle 21:00 a San Pietro in Castello. La compagnia Profondamente Arte mette in scena la vita della Monaca di Monza, una donna costretta ad indossare l’abito monacale senza vocazione che scopre l’amore, anche se proibito.

La rassegna si chiude il 10 ottobre alle ore 21:00 al Teatro dei Filarmonici con OIBO’ SONO MORTO di Giovanna Mori e Jacob Olesen che immaginano un luogo di passaggio tra la vita terrena e l’eternità assoluta. Uno spettacolo poetico e ironico che parla di noi, dell’amore che supera la morte e con un sorriso ci restituisce passioni, sentimenti e curiosità.

I TEATRI DEL SACRO è un’iniziativa di Federgat in collaborazione con ACEC, il Comune e la Diocesi di Ascoli Piceno, BIM Tronto, la Casa di Asterione, Minimo Teatro.

GLI EVENTI

7 ottobre Ore 18:00_CINEMA PICENO, Ascoli

Il Nastro di Möbius U FIGGHIU- Regia Saverio Tavano

Tratto dallo spettacolo vincitore de I Teatri del Sacro nel 2019, il cortometraggio è ambientato nel giorno di Pasqua, in un piccolo paese del Sud Italia quando viene rubata la corona di spine dalla statua di Cristo. È stato Saro il figlio schizofrenico di Nino e Concetta, convinto di essere la reincarnazione divina. Il gioco tra realtà e follia, tra quotidianità e ritualità, si intreccia nel rapporto familiare dei tre protagonisti...

U Figghiu ha vinto il Premio Cgs Acec – Sentieri di Cinema 2021 – Corto dorico diretto da Daniele Ciprì, il Premio Cultura cinematografica come Miglior regia 2022,miglior corto opere prime al Pop Corn Film Festival, miglior corto nazionale al Fernando di Leo Film Festival, miglior corto Calabria al Calabria Movie e miglior corto allo Stretto Film Festival.

7 ottobre

Ore 21:00_SAN PIETRO IN CASTELLO, Ascoli

Spettacolo vincitore I Teatri del Sacro 2009 Prospettiva Teatro

IN NOME DELLA MADRE  di Erri De Luca Con Patrizia Punzo-Drammaturgia Patrizia Punzo e Danilo Nigrelli-Regia Danilo Nigrelli-Assistente Alla Regia Silvia Scotto

Scene Danilo Nigrelli-Costumi Patrizia Punzo

Mettere in scena “In nome della madre” come un semplice monologo, una superba prova d’attrice, non è quello che ci interessa. Non solo snaturerebbe l’affascinante testo di Erri De Luca ma andrebbe contro ai temi che ci spingono a fare teatro oggi.

Raccontare questa storia partecipandola e rendendola di tutti è nell’intento dell’Autore e nella nostra messinscena. Il luogo dove si svolge l’azione e dove il pubblico ne usufruisce sono gli stessi: sul palco; il pubblico intorno all’attrice, molto vicino a lei, quasi a toccarla. Non più spettatori di un evento ma partecipanti ad un rito.

Raccontare la storia della madre di Gesù non più come qualcosa che ci tramandiamo ma come un mistero che ci tocca intimamente. Farla raccontare ad una attrice che non ha la stessa età del personaggio, madre lei stessa e donna del nostro tempo, che non si immedesima ma accompagna ogni singolo spettatore ad incontrare questa ragazzina “piena di grazia”.

8 ottobre

Ore 19:30_CINEMA PICENO, Ascoli

Spettacolo vincitore I Teatri del Sacro 2015

URA Teatro PER OBBEDIENZA

Con Fabrizio Pugliese-Drammaturgia Francesco Niccolini e Fabrizio Pugliese-Regia Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese

La grande storia di un piccolo uomo fuori dall'ordinario: Giuseppe da Copertino, santo. Una storia picaresca, comica, commovente, una vocazione sublime, l'amore bellissimo e assoluto di un giovanetto al limite dell'autismo che si innamora perdutamente de la mamma sua: la Madonna.

La storia di un ragazzo semplice, anzi “semplice e idiota”, così ne parlava C. Bene, una delle fonti d’ispirazione per questo lavoro, ma un idiota capace di strapparsi da dosso tutte le zavorre, capace di staccarsi da terra perchè capace di svuotarsi dal pensiero, incantato, a ‘vuccaperta’ metafora di un sud azzoppato a cui non resta che volare. Nell’estasi, più che vedere, il soggetto diventa lui stesso madonna, divinità, demone, a seconda; così di San Giuseppe: è il divino che muove verso di lui, non il contrario. Giuseppe va in estasi con una facilità incredibile: l’unica differenza rispetto ad altre estasi, dove lo spirito abbandona un corpo immobile, sta nel fatto che lui il corpo se lo porta con se, in volo; quel corpo martoriato da digiuni e flagellazioni diventa una pagina dove è disegnato tutto il suo amore verso la Madonna , tutta la sofferenza di quel mondo che lui non comprende, non da sveglio, certo, e non secondo un pensare quotidiano, ma che sente dentro di se; non basta lo spirito: Giuseppe ha bisogno di portare con se, in volo, le prove di questa sofferenza. Senza saperlo, quel santo “idiota” mostra la nostra di inadeguatezza, il nostro bisogno di dare sempre un ordine razionale alle cose, l’incapacità, o paura, di perderci magari davanti ad un affresco, riconducendo alla “potenza simbolica del figurativo” le emozioni che il racconto segreto di quelle immagini ci suscita...

Tutto il lavoro di ricerca, di fonti storiche, di leggende popolari porta nel nostro lavoro all’elaborazione di un testo per attore unico; un narratore e uno sgabello malfermo su cui siede, in bilico anche lui, in procinto di cadere, o di volare, forse.

9 ottobre

Ore 10:00_ Arquata del Tronto

PASSEGGIATA POETICA a cura dell’Associazione Arquata Potest-Escursione teatrale alla scoperta di Arquata e della natura circostante. L’iniziativa è gratuita e riservata a un massimo di 80 partecipanti, prenotazione obbligatoria a info@arquatapotest.it

9 ottobre

Ore 11:30_ Arquata del Tronto Spettacolo vincitore I Teatri del Sacro 2019, 369 gradi

PICCOLI FUNERALI di Maurizio Rippa con Maurizio Rippa e Amedeo Monda

Piccoli Funerali è una ipotesi di Antologia di Spoon River a cura di Maurizio Rippa. Ispirato al famoso libro di Edgar Lee Masters e a Cartoline dai Morti di Franco Arminio, lo spettacolo non contiene epitaffi ma porta in scena piccoli funerali, attraverso una partitura drammaturgica e musicale che alterna un piccolo rito funebre ad un brano dedicato a chi se ne è andato. Una dedica che è un atto d’amore, un regalo e un saluto, un momento intimo e personale, che trova forza nella musica. Ogni brano è un gesto che riporta ad una memoria. Ogni funerale è raccontato da di chi se ne va e attraversa una vita appena vissuta.

Questo è un lavoro su due sentimenti, uno d'amore, l'altro di odio.

Quello che amo: Ho iniziato a frequentare un corso di teatro a 18 anni. Più che per vera passione per vincere la timidezza. La passione e l'amore per il teatro sono arrivati subito, ma la timidezza non è andata via. Provare mi piaceva da impazzire, ma esibirmi in pubblico mi provocava ansia e non poco spavento. Nonostante questo non ho mai smesso di “fare” teatro, ma ho escogitato un metodo per eliminare la paura: dedicare quello che faccio sul palco a qualcuno. L'esibizione fine a sé stessa mi mette in uno stato di ansia da prestazione, dedicare il mio lavoro a qualcuno mi alleggerisce, diventa un atto d'amore, e come tale anche sbagliare, cadere, stonare passano in secondo piano. Dedicare il mio lavoro è diventato il mio segreto, c'è chi fa yoga prima di andare in scena, io dedico il mio lavoro. Amo dedicare!

Quello che odio: Odio i funerali. Con gli anni molti affetti sono andati via, parenti, amici cari. Mi sono trovato spesso a funerali di persone che amavo, ed amo ancora, e oltre al dolore per la perdita ho spesso sentito un fastidio: mi sembravano dei modi di salutarli così inadatti a loro, per la vita che avevano condotto, per il loro carattere. Spesso mi sono chiesto come avrebbero desiderato essere salutati, sempre mi sono chiesto quale musica o canzone avrebbe addolcito quel saluto. Ho pensato di affrontare quello che odio con quello che amo. Così è nato Piccoli Funerali. Maurizio Rippa

9 ottobre

Ore 14:30_ Arquata del Tronto URA Teatro

TRANSUMANZE Scritto e Raccontato da Fabrizio Pugliese-Collaborazione Artistica: Fabrizio Saccomanno

Transumanza, transitare da una terra ad un’altra…. A partire dall’etimologia, nasce una storia semplice, che è poi un insieme di piccoli racconti raccolti in diverse aree geografiche e compattati in una storia unica, per parlare di un presente incapace di capire la bellezza della diversità culturale, una diversità economica e sociale che sembra infastidire invece che arricchire. Una diversità che diventa resistenza al pensiero unico dilagante. Un viaggio dalle montagne a valle, durante il quale un gruppo di pastori, da sempre abituati alla normalità del loro transumare, cominceranno ad incontrare una serie di ostacoli inaspettati. Il punto di vista è quello di un ragazzo, il più giovane dei pastori, uno sguardo poetico e sognatore il suo, destinato allo ‘scontro’, poiché sfuggente al cliché del ‘pecoraro’ e in deciso contrasto con quel mondo che nel nome della modernità tende ad emarginare o viceversa a fagocitare ogni cultura altra. Il racconto stesso diventa metafora di una naturale avversione al confine come dato fisico concreto, brutale, nel nome di uno spirito migrante insito nella stessa natura umana.

In scena un attore e una chitarra, seguendo lo stile dei cantastorie, con quel modo di intrecciare parole, musica e canto capace di spostare il piano narrativo verso uno stile ‘epico’, e poi l’uso di una lingua italiana sporcata da accenti dialettali, un lavoro a metà tra il ‘cunto’ della tradizione orale e l’orazione civile, con la particolarità che lo spettacolo può essere rappresentato sia su palco che in strada: non solo il pubblico che ‘sceglie’ di andare a teatro, ma anche la comunità che si raccoglie attorno al cantastorie per ascoltare e discutere. Crediamo che il racconto del cantastorie, quando si lega al racconto stesso della vita quotidiana, ai problemi del presente e alle speranze del futuro, diventi un atto creativo della contemporaneità e non uno sterile culto di un passato da idealizzare. Le tradizioni si compiono nel futuro, servono a ‘tirare avanti’, non a ‘voltarsi indietro’. Fabrizio Pugliese

9 ottobre

Ore 21:00_SAN PIETRO IN CASTELLO, Ascoli

Profondamente ARTE aps LA SIGNORA

Liberamente tratto da: Gli atti del processo a Gian Paolo Osio e Suor Virginia Maria De Leyva e “Storia di una perfetta penitente” di F.Borromeo

Regia : Lorenzo Pozzaglia-Testo: Benedetto Cortellesi e Lorenzo Pozzaglia-con: Chiara De Gregorio, Daniele Messina, Francesca Petrolo, Marco Poggi, Benedetto Cortellesi-Musiche originali: Chiara De Gregorio-Arrangiamenti: Francesco Caramia-Costumi e Scenografia: Stoffettiamo Hand Made-Comunicazione: Simone Sellaro

Marianna, figlia di Martino de Leyva, governatore di Monza, rimane presto orfana di madre, e viene costretta dal padre ad entrare in convento molto giovane, per non dover condividere il patrimonio con i fratelli maschi. Diventa così suor Virginia, una bambina e poi una donna senza vocazione e senza libertà, che scopre l’amore, anche se proibito, con Gian Paolo Osio. Vengono commessi crimini ed omicidi e la storia viene fuori, così Suor Virginia viene condannata e murata viva. Resisterà per 14 anni diventando colei che Federico Borromeo ha definito “una perfetta penitente”.

10 ottobre

Ore 21:00_TEATRO DEI FILARMONICI, Ascoli

Spettacolo vincitore I Teatri del Sacro 2009 blucinQue

OIBO’ SONO MORTO scritto, diretto e interpretato da Giovanna Mori e Jacob Olesen-collaborazione artistica: Giovanni Calò, Mario Guiducci-

disegno luce: Luca Febbraro

Liberamente tratto da due romanzi di autori scandinavi Jan Fridegard e Arto Paasilinna, Oibò sono morto racconta di cosa succede quando “la signora morte” ci viene a prendere, di cosa succede dopo, insomma, di cosa c’è nell’aldilà.

In Oibò i due attori Giovanna Mori, e Jacob Olesen, immaginano un luogo di passaggio tra la vita terrena e l’eternità assoluta. Una specie di “non dove” dove le anime passano e soggiornano prima di andare, “dove non so”. Luogo dal quale non si può tornare indietro, dove non si ha più ne freddo né caldo, né fame, né bisogno di andare dal parrucchiere, ma dove ancora si provano passioni, sentimenti e curiosità.

C’è un uomo. Cammina per strada. E lì sta passando una bella donna. L’uomo si volta guardarla. Passa una macchina, lo investe, muore. La sua anima lascia il corpo e si mette a guardare quello che succede. Il trambusto intorno a lui, l’ambulanza l’ospedale. In ospedale. c’è una donna Intorno a lei i parenti che cercano di trattenerla con il loro amore. E l’anima dell’uomo che ha seguito invano il suo corpo, la vede e se innamora. E si mette ad aspettala. Finalmente per lui, purtroppo per lei, eccola che arriva. Comincia così una storia d’amore. Senza paura di retorica, la storia di due anime. Anime che guardano al loro passato con stupore e struggimento e al loro futuro senza possibilità di costruzione, ma intanto “vivono” quel presente.

Oibò sono morto è una riflessione sul senso della vita. Sul superamento della paura attraverso la fede nella vita.


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