''Fa meno paura'', ecco il nuovo singolo della band ascolana Barry e i Karamazov

Da sempre l'uomo ha dovuto confrontarsi con il dolore del lutto: sia esso di un amico, di un partner, di un familiare. Il tema del nuovo singolo dei Barry e i Karamazov, dal titolo "Fa meno Paura", è proprio questo. La canzone diventa infatti una via per esplicitare un dolore senza eguali. Il tutto viene raccontato mediante un sound leggero, che unisce l'indie rock delle strofe alternative al ritornello. Ne abbiamo dunque parlato con Lorenzo, al secolo "Barry", frontman della band nonché art director e graphic designer.

Lorenzo, poche ore fa è uscito il vostro nuovo singolo: ce ne vuoi parlare?

"Si tratta di un brano a "due facce", il cui tema è quello della perdita di qualcosa di importante. Trovarsi dinanzi alla fine di una vita fa sì che tu faccia i conti con l'esistenza stessa. Da qui nasce "Fa meno paura". L'intento non è quello di esasperare la narrazione del lutto, bensì di esplicitare come il quotidiano cambi in funzione di un evento del genere. Il titolo della canzone fa pertanto riferimento a come si affronti l'esistenza a seguito della morte di una persona cara. La perdita diventa, col tempo, un dono; un dono grazie al quale si riesce - appunto - ad avere "meno paura" del quotidiano. Il tutto potrebbe sembrare paradossale, ma non lo è affatto". 

Il tuo background si compone di molteplici esperienze, siano esse partecipazioni televisive piuttosto che presenze ai festival quali quello di Sanremo. Quanto è importante, in questo mondo, un'esperienza come la tua?

"Certamente la gavetta, così come le esperienze - siano esse di maggiore o minore rilevanza - ti preparano a quello che è il mondo musicale; un mondo che negli ultimi anni si è trasformato moltissimo. Ho potuto toccare con mano tutto ciò, sì che anch'io avevo associato l'esperienza televisiva alla riuscita di un traguardo. In realtà si riparte sempre da zero e la band "Barry e i Karamazov" ne rappresenta la prova. Naturalmente, è molto importante collezionarne quante più possibile, tanto nel bar vicino casa quanto nel palco in tv. Ad  oggi, anche grazie ad esse, ho trovato finalmente un'identità stabile".

Ci sono stati dei particolari cambiamenti nel mondo della musica da quando hai iniziato il tuo percorso? E se sì, quali?

"Ho notato una trasformazione graduale nella percezione che si ha del successo. In passato, arrivare ad un'etichetta era un obiettivo destinato a pochi; oggi, invece, è divenuto qualcosa di accessibile ai più. Sono infatti molti gli artisti che, pur non essendosi mai esibiti, firmano per un'etichetta. Credo pertanto che si dia più priorità all'aspetto social che a quello analogico. Da tutto ciò ne è conseguito un cambio di percezione, specialmente nella velocità con cui si consuma musica".

Quali gli obiettivi futuri per la band?

"Certamente quello di uscire con un disco ufficale e di suonare quanto più possibile dal vivo. L'obiettivo è mantenere solido l'approccio live, creando così una nicchia che ci riconosca una credibilità nei momenti in cui si andranno a tenere dei concerti. Stiamo lavorando inoltre ad un nuovo collettivo dove organizziamo eventi e festival al fine di raccogliere anche l'esigenza di altri artisti nel suonare dal vivo. Nelle nostre zone si fa molta fatica con la musica indipendente, pertanto auspichiamo di diventare un punto di riferimento; facendo diventare questa passione un lavoro a tutti gli effetti".

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