Rosso Piceno, “nettare degli dei” e manifesto di una terra fantastica

di Redazione Picenotime

mercoledì 18 giugno 2014

Il Rosso Piceno DOC non è soltanto è un importante vino marchigiano, molto apprezzato e diffuso soprattutto a livello nazionale ed internazionale, ma anche una vera e propria bandiera della terra che dai Monti Sibillini arriva fino alla costa adriatica.

Nel 1968 gli è stata conferita la denominazione di origine controllata, ma la storia di questo prodotto risale a molto tempo prima. Di questo vino dal colore rosso rubino già parlano i romani, citando la popolazione dei Piceni che, insediatasi nel sud delle Marche, ha poi dato il nome alla zona.

Anche lo storico greco Polibio ha fornito importanti informazioni in tal senso: nei suoi racconti, infatti, narra di Annibale che, in viaggio verso Roma, vedendo il suo esercito e i suoi cavalli stanchi e in difficoltà, si fermò nella zona picena e li fece curare con dei massaggi a base di vino rosso invecchiato.

Un vino, dunque, dalla mitica, grande ed antica storia, che durante i secoli non ha mai smesso di essere apprezzato. Il suo caratteristico gusto, infatti, oltre ad incontrare consensi sin dai tempi che furono, non ha mai perso la sua importanza. Ciò che ha sempre contraddistinto questo vero e proprio 'nettare degli dei' è il suo alto livello qualitativo e il suo essere abbondante nella produzione.

La produzione del Rosso Piceno avviene in una delimitata porzione delle Marche, comprendente le province di Macerata, Ancona ed Ascoli Piceno, sia nella zona collinare che sulla costa. I fiorenti vigneti che affollano il paesaggio crescono abbondanti e sani ed ogni anno impegnano moltissimi viticoltori nella produzione di questo illustre manifesto mondiale dell'enogastronomia marchigiana.

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Rosso Piceno

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