Confindustria Ascoli, lettera aperta sull'aeroporto delle Marche

di Redazione Picenotime

sabato 18 giugno 2016

Pubblichiamo integralmente la lettera aperta di Pau Mestres, direttore generale della multinazionale Nexans di Offida e delegato di Confindustria Ascoli nei tavoli Regionali dell'Aereoporto di Falconara.

Sono una tra le tantissime “vittime” costretto da una vita a usare lo scalo di Fiumicino, talvolta Bologna, e Pescara per raggiungere Linate. Raramente ho usato lo scalo di Falconara(Ancona), tranne che per andare in Germania. Da gennaio 2016, come delegato di Confindustria AP ho partecipato ai tavoli tra la nostra organizzazione Regionale e lo staff dell’aeroporto, costituiti con lo scopo di favorire soluzioni per migliorare i collegamenti e servizi da e per l’aeroporto.

Abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme, confrontando dati aggiornati sulle destinazioni e le richieste dei nostri associati. Alitalia ha confermato i 3 voli su Roma mentre Lufthansa ha anticipato di un anno il secondo volo previsto su Monaco, in cambio di sostegno commerciale e pubblicitario. E’ da sapere che per trovare un aereo da destinare ad una nuova tratta, le compagnie devono spostare un aeroplano da una altra tratta in riduzione o acquistarlo nuovo (o usato), e se va tutto bene, per la stagione successiva.  

Giovedì 9 giugno scorso, siamo rimasti “agghiacciati” dopo le dimissioni del CDA e la conseguente uscita del Dott. Andrea Delvecchio, senza conoscere tuttora le vere motivazioni di questa scelta. Non riesco a credere a niente di ciò che ho letto sui giornali.   Nella situazione di rischio fallimentare in cui da tempo si trova l’Aerdorica, questo accade nel momento che sembrava invece aver trovato la strada. Non si possono fare avanti interessi personali o di partito, né dare la colpa all’andamento delle trattative sindacali. Trattative che dovevano tenere conto delle relazioni tecniche dell’ENAC, infatti un conto è fare CIG a gennaio e altro in piena stagione estiva. Sinceramente non posso credere a nessuna di queste ipotesi in un paese che guarda allo sviluppo e alla modernizzazione.

Voglio spezzare una lancia in favore del Dott. Delvecchio. Ad ogni tavolo, pur avendo sopra “la spada di Damocle”, sembrava conquistare fiducia ed ottimismo, trovando sempre nuove soluzioni e tenendo buoni i creditori. Ci ha sempre preannunciato ciò che avrebbe fatto e poi l’ha effettivamente fatto. 

Per quanto detto all’inizio, un aeroporto non si rimonta in sei mesi,  l’Aerdorica invece ce la stava facendo. Si poteva  arrivare a pareggio entro 18 mesi, un periodo lungo che il pesante debito non riesce ad attendere, e per questo motivo la privatizzazione era l’unica strada, senza altri miracoli.

Non è colpa dei dipendenti né dei cittadini che questo aeroporto sia arrivato ad oltre 40milioni di debito (oltre la metà con Equitalia). Non è colpa dei dipendenti di essere in troppi e pochissimi sono quelli che parlano un buon inglese. Casomai è colpa di chi l’ha gestito in precedenza e di chi ha tollerato, assunto e non formato il personale adeguato. La colpa agli operatori la si può solo dare quando si verifica negligenza ed ostruzionismo, e anche questo,  limitato a qualche caso isolato,  non credo abbia potuto fare saltare un intero accordo sindacale. Sicuramente l’arrivo a fine Dicembre di Delvecchio si è scontrato con la mentalità di azienda pubblica imponendo sin da subito standard di azienda privata multinazionale, ma ora erano in maggioranza a seguirlo.

Tutto ciò è difficile sanarlo in 6 mesi senza decisioni pesanti. L’aeroporto attuale è concepito su due palazzine uffici separate da circa 250 metri con conseguenti raddoppi di staff e servizi per appena 20 voli/giorno. Da manager industriale la prima cosa che avevo suggerito a Delvecchio è stato di chiuderne una, risparmiando anche il condizionamento già sovradimensionato dall’altezza e dalle vetrate. Anche questo incide molto in una situazione di assoluta mancanza di liquidità.

Oggi ci troviamo con un CDA da rifare, un debito di oltre 40 milioni e un bilancio 2015 ancora da chiudere con 12 milioni di perdita, con il  rischio che i creditori facciano fallire l’Aerdorica e di conseguenza la chiusura dell’aeroporto perdendo la licenza ENAC. Fare ripartire un aeroporto da zero richiede almeno 2 anni, se non 3, e tanti altri milioni sul tavolo.

Il ministro dell’industria Calenda  parla di efficienza, ed insiste che questa non è limitata alla produttività, ma ne sono parti fondamentali i collegamenti e le comunicazioni. Come vogliamo essere efficienti senza un aeroporto efficiente collegato ai principali HUB europei? Solo una azienda come il gruppo Loccioni ha fatto i suoi calcoli del sovra costo, e quindi inefficienza, di fare volare i dipendenti ed i clienti da Bologna o Roma invece che da Ancona. Molti invece si sono rassegnati ad usare la macchina fino a Roma o Bologna, e la cosa peggiore è che tanti altri potenziali clienti come il top management delle grandi aziende (Nexans, HP composites, tra tante) ci pensano tre volte prima di venire da noi.

L’aeroporto è fondamentale per lo sviluppo delle Marche, principalmente per l’industria e per il turismo; e non dimentichiamo che il Cargo (trasporto di merci) è tanto più importante dei passeggeri. Come mai non siamo stati in grado di evitare di trovarci in questa situazione? Come mai non siamo riusciti a forzare un tavolo con tutti gli interessati, sigle sindacali, associazioni, camere di commercio, imprenditori e privati, per chiedere i conti alla nostra Regione e proporre soluzioni?

Io sono disponibile ancora!


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