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Cesena, Cacia: “Mi aspetto una bella accoglienza ad Ascoli, sarà un'emozione particolare”

di Redazione Picenotime

venerdì 23 febbraio 2018

E' Daniele Cacia il grande ex del match Ascoli-Cesena in programma domani pomeriggio allo stadio "Del Duca" per la 27esima giornata del campionato di Serie B. Il 34enne attaccante calabrese ha realizzato 29 reti in 67 presenze con la maglia del Picchio in due campionati di Serie B, contribuendo in maniera decisiva a conquistare due salvezze. Lo scorso 31 Agosto è passato poi a titolo definitivo al Cesena, con cui finora ha realizzato 3 reti in 12 presenze (5 delle quali da titolare per un totale di 483 minuti in campo). Proprio Cacia, alla vigilia del suo ritorno al "Del Duca", ha rilasciato un'interessante intervista al giornalista Luca Alberto Montanari del "Corriere Romagna" che riportiamo integralmente.

Cacia, se un suo amico le chiedesse come sta andando a Cesena, lei cosa risponderebbe?

"Così e così. Inutile nascondere che l'infortunio mi ha penalizzato tanto, anche perchè ha coinciso con il cambio di allenatore e io non ho mai avuto la possibilità di entrare nelle nuove idee e nel nuovo calcio di Castori. Non sono deluso, ma sono molto rammaricato. Se facessi il giornalista mi darei s.v.".

Lei è arrivato come centravanti titolare, ma per diversi motivi non lo è mai stato. Come ha vissuto questi mesi?

"Male, perchè questa avventura la vivo al 100%. Quando stacco, l'unico mio sfogo è la mia famiglia, ma a casa non riesco a non portarmi quello che accade sul campo".

Le era mai capitata una stagione così difficile in Serie B?

"Solo una volta, nel 2009/2010 a Reggio Calabria. Ma non per motivi fisici. Quell'anno la Reggina era stata costruita per vincere e invece ci salvammo all'ultima giornata".

Torniamo a fine settembre e alla rifinitura di Pro Vercelli-Cesena. Si era reso subito conto dell'entità dell'infortunio muscolare?

"Immediatamente. E' stato come si mi avessero tirato una fiondata nel polpaccio da un metro. Lì è cominciato il calvario, soprattutto a livello mentale. Sapevo che avrei saltato due mesi dopo aver trovato un po' di continuità. Il colpevole è stato il campo, soffro il sintetico ed è stato decisivo".

Con l'arrivo di Castori è cambiata completamente la filosofia della squadra. Per lei questo modo di giocare è troppo dispendioso?

"Guardate che io ho costruito la mia carriera sulla profondità, proprio come vuole Castori. L'unica differenza è che ero abituato a guardare sempre la porta, mentre al mister piace anche la palla lunga più laterale".

Da quando è tornato, ha qualcosa da rimproversarsi?

"Nulla. Penso di essermi sempre comportato da professionista, pur avendo i miei difetti. A Verona mi identificavano come leader perchè segnavo sempre. Ma io non mi sento un leader. Casomai mi sento un bomber":

A gennaio ha mai pensato di andarsene? La Feralpisalò l'aveva cercata per davvero?

"L'interessamento della Feralpisalò era vero e l'offerta era importante: poi ci sono state altre proposte e altri contatti. Ma la mia idea non era andare via. Come dissi quest'estate, non sono uno che cerca di sistemarsi con i contratti lunghi. E poi credo di poter dare ancora tantissimo in Serie B".

Il record di gol è un'ossessione o uno stimolo in più?

"Non è un peso e neppure un'ossessione. Anzi, mi dà quasi fastidio: da quando se ne parla, me ne sono capitate di tutti i colori".

Se fosse un allenatore, troverebbe difficile allenare Cacia? E lo schiererebbe unica punta? 

"Come prima punta certo che lo schiererei. Ho giocato con tutti i moduli e ho sempre segnato. Quanto al mio peso dentro una squadra, non credo di essere un giocatore difficile da gestire. Ho il mio carattere, ci mancherebbe, ma se non gioco non vado a rompere le palle nello spogliatoio dell'allenatore. Mi basta una semplice chiacchierata a quattr'occhi. Se mi dici la verità, non mi senti nemmeno. Se vedo però che c'è malizia o malafede, allora divento pesante".

Sabato prossimo torna ad Ascoli. Che tipo di esperienza ha vissuto nelle ultime due stagioni?

"Un'esperienza cominciata male, perchè sono arrivato in mezzo ad un mare di problemi che mai avevo visto altrove. Dal girone di ritorno della prima stagione in poi, l'esperienza è diventata coinvolgente e per questo sarò sempre grato a Marroccu per avermi portato lì. Sono riuscito a trovare una dimensione, a 33 anni, che forse non avevo mai trovato prima".

Come scattò la scintilla?

"Con una doppietta al Modena, il 1° Marzo 2016. Fino a quel giorno avevo segnato 4 gol, poi dalla gara contro gli emiliani fino al 2-2 contro la Salernitana del 30 Aprile ne feci 13 in due mesi. Con addirittura sei doppiette. Non saprei neppure spiegare cosa successe davvero, però poi si creò un legame incredibile. Di sicuro fino a gennaio non c'era amalgama tra vecchi e nuovi, Poi, nel girone di ritorno, ci siamo guardati in faccia e da quel momento si è formato un gruppo: io, Lanni, Perez, Giorgi, Mengoni, Bianchi. Siamo stati talmente bravi che ci hanno seguito tutti".

L'addio della scorsa estate è una ferita ancora aperta?

"E' passato un po' di tempo e le acque si sono calmate. Ma la ferita resta aperta, perchè io avevo trovato una dimensione ideale e credevo di chiudere la mia carriera proprio ad Ascoli. Invece qualche persona soffriva questa cosa e di conseguenza, visto che i numeri in campo non erano sufficienti per farmi fuori, si è pensato di inventare qualche menzogna, facendo passare Cacia, ma anche i giocatori che ho citato prima, come il problema di questo bellissimo biennio. I fatti, però, ci hanno dato dato ragione. La città ha capito e sono contento che la verità sia venuta a galla".

I tifosi le hanno sempre voluto bene e all'andata le hanno riservato tanti applausi a fine gara.

"Con la gente mi sono lasciato bene. Mi aspetto una bella accoglienza, anche se oggi sono un avversario e devo dare tutto per me e per la mia squadra. Nella mia carriera ho giocato tantissime gare da ex ma sabato sarà un'emozione particolare".

Sul campo quale sarà l'insidia maggiore per il Cesena?

"La cosa più pericolosa è l'ambiente, che spesso diventa una cosa sola con la squadra. Nei miei due anni, ogni volta che eravamo con l'acqua alla gola e si giocavano gare così importanti, riuscivamo sempre ad uscirne bene. Mi auguro che questa abitudine sia cambiata...".


Daniele Cacia

Daniele Cacia

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Commenti

Ugo69
venerdì 23 febbraio 2018

UN POMPER È PER SEMPRE


Luca
venerdì 23 febbraio 2018

Bomber Vero!!! ...un peccato non poter godere delle sue magie!!!


SBN74
venerdì 23 febbraio 2018

Grazie per tutto quello che ci hai dato e regalato. Però i giocatori passano l'Ascoli resta . Si coerente pomper.....la colpa non è tutta degli altri.......e lo sai. Buona fortuna pomper. Solo l'Ascoli picchio


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