Spinetoli, il Centro Storico prende vita con le arti

di Redazione Picenotime

sabato 10 agosto 2013

Dal 9 al 12 Agosto l’associazione culturale Officina177 accende il Centro Storico di Spinetoli con Arte, Musica e Teatro: esposizione di fumetti d’autore di Maicol&Mirco, artisti di strada, installazioni artistiche sulle facciate di edifici storici, gruppi musicali con ingresso gratuito.

Nella serata di venerdì 9 agosto Videoteque (ore 21.30); Sabato 10 Agosto Giorgio Canali & Rosso Fuoco + The Sons of Anarchy (ore 22.00); Domenica 11 Agosto Area 765 (ex Ratti Della Sabina) + Street Boulder (ore 22.00).

Menzione a parte merita il geniale Antonio Rezza (e non meno importante: Flavia Mastrella). Perché quando si parla di Antonio Rezza molti dimenticano di ricordare anche lei, probabilmente perché in scena al suo posto parlano “solo” le sue opere che entrano in un rapporto de-costruttivo con l’attore, anzi: performer. Antonio Rezza detesta essere definito, circondato e imbavagliato da etichette. Però sul suo ruolo ha le idee chiare: non un attore ma un performer. In un’intervista al quotidiano 'L’Unità' si definisce “il più grande performer contemporaneo vivente”.

Il performer non entra nei suoi personaggi, non dipende dai suoi personaggi. L’attore invece è al servizio di un suo personaggio; il performer non deve interpretare, non deve calarsi in niente perché quello che fa è semplicemente azione. Rezza ci fa notare che l’attività di svegliarsi è già di per sé una performance. Nel senso che è un automatismo: un comportamento automatico. E chiaramente sottolinea: “Noi facciamo macchine, non spettacoli, il performer non è schiavo nemmeno di se stesso ed ha questo in più rispetto all’attore. Riesco a fare delle cose che neanche io so come fare, sempre avvalendomi di un‘estetica che devo a Flavia Mastrella che mi mette in condizione di mortificare il mio corpo attraverso queste macchine, queste sculture che mi deturpano”.

Le opere d’arte realizzate da Flavia Mastrella esisterebbero comunque, anche in mancanza di Antonio Rezza. Ma è proprio con la sua presenza che prendono vita, che hanno la possibilità di modificarsi e modificare grazie all’incontro-scontro con la sua corporeità. Dice infatti: “Lei me le dà così belle affinché io possa violentarle, deturparle e deturparmi”. E in questo gioco artistico così bello tra Antonio e Flavia emerge la non prevaricazione dell’uno sull’altra: non c’è nessuno che comanda. Rezza non crede nel potere, non lo riconosce in nessuna sua manifestazione. Lavorano nella più totale indipendenza. Flavia pensa all’habitat (che preesiste alla performance) e Antonio poi vive dentro questo ambiente artificiale fino ad arrivare ad un testo e ad un’azione. Le sculture che non vanno bene vengono buttate, i pezzi di parole anche.

Lo spettacolo “Io” andrà in scena Lunedì alle ore 21.30 a Piazza Roma (Spinetoli). E’ un’opera che non può essere capita, nel senso di definita, etichettata dandole un senso finale. Non fa riferimento a nessun periodo storico. Possiamo però percepire stati d’animo deviati e devianti. Per questo ha una valenza sempre attuale: perché ci ri-guarda. Riusciamo a percepire così uno stato d’ansia, una forma, un colore. Il disegno luci è importantissimo perché determina la comunicazione, il dialogo tra forme, colori, luci, la parola e il movimento. L’uno non può far a meno dell’altro, ogni elemento si modifica nel contatto con l’Altro. Questo aspetto ricorda Kandinsky che ne “Lo spirituale nell’arte” scrive: “Ci sarà un’influenza reciproca fra il rosso del vestito e chi lo indossa”.

I quadri di scena di Flavia Mastrella diventano staccabili dando vita a personaggi che vivono del loro Io, del loro individualismo più spiccato che li porta a non riconoscersi in nulla se non in se stessi. Il crollo definitivo della speranza di unirsi a qualcosa, a qualcuno. Al programma 'Le Invasioni Barbariche' dice: “Non credo che la speranza possa aiutare l’uomo. Sono votato verso una sana disperazione”.

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ARTE, MUSICA E TEATRO

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