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Gazzetta dello Sport: rischio retrocessione per Teramo e Savona

di Redazione Picenotime

giovedì 23 luglio 2015

La Gazzetta dello Sport, principale quotidiano sportivo nazionale, è tornato oggi sullo spinoso caso della combine per il match Savona-Teramo con un interessante articolo pubblicato sia sull'edizione cartacea che online a firma di Alessandro Catapano e Roberto Pelucchi.

Anche la "Rosa" di Via Solferino non può far altro che evidenziare l'alto rischio retrocessione per le due squadre e per altri cinque club coinvolti nelle indagini delle Procure di Catanzaro e Catania.

Ecco l'articolo integrale pubblicato stamane su Gazzetta.it:

"Più di 40 partite sotto inchiesta, 36 società coinvolte a vario titolo (7 per responsabilità diretta, quindi a rischio retrocessione), oltre 100 deferimenti in arrivo per illecito sportivo, associazione finalizzata all’illecito e divieto di scommesse: i numeri impressionanti della valanga che si sta per abbattere su club e tesserati tirati in ballo dalle indagini di Catanzaro (filoni 1 e 2) e Catania. A tutti ieri la Procura federale ha inviato la notifica della chiusura delle indagini, preludio ai deferimenti (tanti) o alle archiviazioni (poche) della prossima settimana: dopo la decurtazione dei tempi per le difese disposta da Tavecchio, gli indagati avranno a disposizione solo tre giorni (sabato, lunedì e martedì) per farsi ascoltare da Stefano Palazzi e dai suoi collaboratori, o per inviargli una memoria difensiva. Dopodiché, più o meno a metà della prossima settimana, la Procura emetterà i suoi provvedimenti. Se la tabella di marcia sarà rispettata, il processo di primo grado (Tribunale federale) si consumerà entro Ferragosto, il secondo grado (Corte d’appello) prima di settembre.

CATANZARO 1 e 2. Tutto è iniziato da qui, il primo filone è arrivato con una mole di carte e di partite infinite: Palazzi e i suoi hanno indagato su 31 gare e alla fine le società coinvolte solo in questa indagine sono 32. Alcune con contestazioni gravissime: a Vigor Lamezia, Torres, Barletta (nel frattempo sparito dai radar) e Brindisi la Procura addebita la responsabilità diretta (oltre ad una manciata di oggettive e presunte), punibile con la retrocessione. Nel caso della Vigor Lamezia le responsabilità dirette sono addirittura due. L’Aquila ha il curioso primato di contestazioni: 22, ben 20 per responsabilità oggettiva (le altre per presunta). L’altro filone calabrese è più snello ma non meno eclatante: Palazzi contesta non solo al Teramo, come si prevedeva, ma anche al Savona la responsabilità diretta. E nell’inchiesta compaiono, nuovamente, L’Aquila e Barletta.

L’atto di chiusura delle indagini riguarda l’ex presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, l’ex a.d. Pablo Cosentino, l’ex d.s. Daniele Delli Carri, il procuratore Fernando Arbotti, il dirigente Piero Di Luzio e Gianluca Impellizzeri, colui che secondo l’accusa finanziava l’acquisto dei giocatori corrotti, recuperando il denaro delle scommesse sicure. Le partite per cui viene chiesta la responsabilità diretta a carico del Catania sono quelle contro Avellino, Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno. Nell’atto non compare nessuno dei tanti giocatori di queste sei squadre indagati a Catania, ma si precisa che le combine sono avvenute con il concorso di persone non identificate o per le quali sono ancora in corso accertamenti penali, quindi altri tesserati potrebbero finire nel calderone. Non citata neppure Brescia-Catania, per la quale si ipotizzava un tentativo di combine. Se venisse esclusa dai deferimenti questa gara, il Brescia potrebbe tirare un bel sospiro di sollievo e sperare nel ripescaggio in B. Neppure alle sei squadre che hanno affrontato il Catania viene per ora contestata la responsabilità oggettiva, bisognerà attendere i deferimenti per capire se cambierà qualcosa. Per Messina-Ischia è accusato di slealtà sportiva e di omessa denuncia soltanto Impellizzeri.

A Giuseppe Cosentino, all'epoca dei fatti presidente del Catanzaro, viene contestata l'omessa denuncia in merito alla partita con il Barletta del 1° Aprile. C'è responsabilità diretta, ma non nell'illecito, più la responsabilità oggettiva per gli illeciti sportivi contestati al ds Ortoli e al giocatore Giampà, "che riferiva al presidente Cosentino il quale tuttavia si opponeva alla sua realizzazione".

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