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Ascoli: presentato 'Patasibilla', il progetto di rilancio economico delle aree interne del Piceno

di Davide Ciampini

venerdì 30 maggio 2025

Presso la Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno, si è svolto "La patata dei Sibillini", il convegno atto a presentare le proposte di rilancio delle aree interne del Piceno. Si è trattata di un’occasione preziosa per approfondire, insieme ad autorevoli e illustri relatori, le potenzialità del territorio nell’affrontare le sfide ambientali, economiche, climatiche, demografiche e occupazionali che lo attendono. In particolare, l’agricoltura è stata presentata come possibile motore di un nuovo modello di sviluppo ("Patasibilla", ndr.), basato sul principio della multifunzionalità agricola: un approccio moderno che integra produzione, tutela ambientale, turismo e funzioni sociali. Protagonista dell'incontro la patata, simbolo del territorio nonché volano economico da secoli a questa parte. Si narra infatti di come la sua coltivazione sia iniziata già due secoli fa, più precisamente nel 1827. Per anni, l'ortaggio è stato dunque essenziale nello sviluppo delle economie familiari: non solo nel consumo, ma anche nel commercio.

"Il convegno di oggi - ha esordito la moderatrice Gloria Caioni - coincide con la giornata mondiale della patata. Racconteremo di un prodotto semplice ma al contempo straordinario. Nella fattispecie, parleremo di un progetto - Patasiblla - che donerà una prospettiva di crescita alle aree interne".

"Ci troviamo nella Sala della Ragione, ossia il luogo più importante per la nostra città - ha proseguito il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti -. I comuni delle aree dei Sibillini conservano la memoria della nostra ricchezza culturale. Questo progetto narra di un nuovo modello di sviluppo, resosi necessario in un periodo storico quale quello attuale. Grazie a prodotti di eccellenza quali la patata, possiamo sviluppare un grande progetto culturale. Inoltre, potremo incrementare la promozione turistica. Lo scopo di questo convegno è raccontare come si possano rianimare i nostri territori e attrarre i giovani esodati".

"Quello odierno - ha detto il commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016, l'On. Guido Castelli - è un importante convegno sulla patata. Un prodotto importante, che può rilanciare l'area del cratere. Gli interventi sin qui svolti sugli edifici sono vacui se non corroborati da un rilancio del territorio. La Regione è attualmente impegnata in un progetto di filiera, il cui obiettivo è valorizzare le nostre ricchezze naturali, scongiurando il pericolo che le case ricostruite rimangano vuote".

"Il prodotto qui presentato è un fulgido esempio della tipicità locale - ha dichiarato il sindaco di Montemonaco Francesca Grilli -. Esso racchiude in sé la storia, la cultura e la qualità della nostra tradizione. La patata ha infatti caratterizzato l'area montana, dunque dobbiamo pensarlo come un prodotto che ci appartiene. Ribadendo questa esclusività, potremo veicolare il territorio anche al di là dei nostri confini, esportandone le peculiarità".

"Se vogliamo avere successo nei mercati - ha detto il Rettore dell'Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori - dobbiamo caratterizzare le singole produzioni, in questo caso quelle agroalimentari. Infatti, e non faremo ripartire i sistemi economici delle aree interne - sostenendo i giovani, offrendo nuove opportunità lavorative - rischiamo uno spopolamento del territorio. L'iniziativa odierna è importante, anche per ribadire un messaggio chiaro: non esistono luoghi destinati a morire, ma strategie carenti che arrestano lo sviluppo. Continuiamo dunque su questa strada di collaborazione, consapevoli che dove c'è più collaborazione vi è meno corruzione. E dove c'è meno corruzione vi è più progresso e in definitiva più benessere".

"La patata - ha sottolineato il responsabile regionale Dipartimento Agricoltura Renato Frontini - è il quarto prodotto più consumato al mondo, il che vuol dire che ha un valore economico considerevole. Tutto ciò ci porta a pensare che la presenza di questo prodotto coincida con una economia fiorente. Allo stato attuale, in Italia, importiamo circa il 60 % delle patate che portiamo in tavola. Dobbiamo quindi puntare su di esso, per fare sì che il tutto territori ne tragga beneficio".

"Oggi - ha asserito il presidente di Patasibilla S.r.l. Alfredo Cristofori - siamo qui per parlare del futuro del nostro territorio. Pertanto, è con grande senso di responsabilità che mi accingo ad esplicare le finalità di questa iniziativa. La parola 'Patasibilla' ha come scopo quello di dare prestigio e dignità al piceno. Pur consapevoli che l'agricoltura possa essere nuovo motore di sviluppo, non possiamo vederlo come settore di produzione primaria. Al fine di garantire sopravvivenza delle aree interne, infatti, è necessario puntare sulla multifunzionalità agricola, incentivando i giovani e contrastando l'annoso tema dello spopolamento. La nostra visione non è inopportuna: la pressione della fauna, la carenza di infrastrutture e il cambiamento climatico saranno le sfide del futuro, che implicheranno un cambio di paradigma. Abbiamo pertanto avviato una proficua collaborazione con l'Università Politecnica delle Marche, grazie alla quale svilupperemo progetti di ricerca volti a rendere sostenibile l'agricoltura, sperimentare risoluzioni per la gestione delle risorse idriche e la promozione di attività irrigue. In definitiva, siamo convinti che con il giusto impegno anche le sfide più ardue possono essere vinte".

"Abbiamo volutamente utilizzato la dicitura 'anno zero' in quanto giunti ad un punto cruciale - ha detto Giorgio Alteri del progetto Val Fluvione e Tronto -. Abbiamo scelto la patata come prodotto rappresentativo sì che rappresenta un simbolo identitario. Come detto poc'anzi, si tratta di un progetto pilota, che verrà realizzato, almeno per il momento, nella Vallata del Tronto e del Fluvione. Un progetto che può essere riproposto anche in altre aree, sì che possiede un'idea ben precisa. Le aziende partecipanti provengono dalle diverse province delle Marche: Ascoli, Fermo, Macerata. Il primo obiettivo è rilanciare il sistema economico, andando ad integrare l'attività agricola con il turismo. Beninteso, un turismo esperienziale e sostenibile. La trasformazione dei prodotti sarà altresì fondamentale nella creazione di filiere a 'Km 0', che andranno ad incentivare un percorso enogastronomico che unisca la riviera con l'entroterra. Inoltre, vogliamo incrementare l'occupazione e, possibilmente, contrastare il declino demografico. 'Patasibilla' è una società agricola a tutti gli effetti: ad oggi ha 27 soci di cui 20 società agricole allocate nelle aree interne. La Mission, quindi, è realizzare progetti che si occupino di trasformare e commercializzare prodotti dei Sibillini. Per com'è ideata, la struttura prevede l'ingresso di nuovi soci che potranno essere interessati al modello di sviluppo del territorio. Siamo dunque aperti a nuove iniziative che possano portare il proprio contributo alla causa".


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