Ascoli Calcio, Pedullà: “Rispetto per i tifosi, inutile questa agonia”
di Redazione Picenotime
mercoledì 06 novembre 2013
Alfredo Pedullà è stato il primo a pubblicare Lunedì 4 Novembre, sul suo portale www.alfredopedulla.com, la notizia delle dimissioni di Angelo Fabiani da direttore sportivo dell'Ascoli.
Il preparatissimo giornalista sportivo reggino segue da sempre le sorti dell'Ascoli Calcio, squadra alla quale è legato da profondo affetto sin dai tempi di Costantino Rozzi: "L'Ascoli sta pagando una mancanza totale di programmazione e le dimissioni di Fabiani non sono certo un bel segnale - ha dichiarato Pedullà in esclusiva a Picenotime.it -. Bisogna capire se è stato chiamato per fare semplicemente il 'portaborse' oppure con un incarico importante nell'ambito di una progettualità ben definita. Lui è uomo di calcio e se ha deciso di dire basta è perche non c'erano più i presupposti per andare avanti seriamente. C'è da analizzare anche la chiamata di Giordano come allenatore: una decisione tecnica oppure una scelta di cuore in stile amarcord? Se fosse per la seconda ipotesi allora si potrebbe anche richiamare Bierhoff come team manager o perchè no, anche il brasiliano Casagrande... Credo che ad Ascoli ci sia poca chiarezza e una società con una storia così importante e con una piazza così sanguigna e appassionata non merita di vivere una situazione del genere".
Pedullà sostiene che non abbia molto senso continuare su questa mesta lunghezza d'onda: "L'Ascoli non può permettersi di andare avanti a minimo sindacale, con un campionato anonimo e senza prospettive per il futuro - ha aggiunto il noto giornalista sportivo -. Bisogna avere rispetto per una piazza così prestigiosa, senza proseguire questa lenta e inutile agonia. So che alcuni tifosi non vogliono saperne di fallimento, ricevo tantissimi commenti da Ascoli sui social network, ma credo che non ci sia nulla di male nel ripartire da una categoria inferiore, a patto che alla guida del club ci sia un gruppo imprenditoriale serio. E' successo in passato a tante società blasonate del nostro calcio che nel giro di pochi anni sono tornate ad ottimi livelli, inutile rimanere in un limbo ristagnante che fa solo il male dei tifosi che amano visceralmente il Picchio. Non ci sono imprenditori locali pronti a rilevare? Capisco la difficile situazione economica, ma ritengo che un club seguitissimo e pieno di storia come l'Ascoli possa essere appetibile anche al di fuori del Piceno".
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