• News
  • Acquasanta Terme, Legambiente in campo per fermare la nuova cava a San Pietro di Cagnano: ''Tutelare il paesaggio''

Acquasanta Terme, Legambiente in campo per fermare la nuova cava a San Pietro di Cagnano: ''Tutelare il paesaggio''

di Massimiliano Mariotti

mercoledì 19 aprile 2023

Il pericolo che a San Pietro di Cagnano possa sorgere una nuova cava per l'estrazione el travertino ha allertato anche Legambiente Ascoli che, nella conferenza tenuta ieri mattina presso la sala conferenze della libreria Rinascita, ha voluto ribadire tutto il proprio disappunto per la questione confermando il massimo impegno nella battaglia portata avanti per tutelare e salvaguardare il paesaggio e l'ambiente di quella zona. Un vero e proprio fiore all'occhiello per il comune di Acquasanta Terme e per tutto il territorio Piceno.

''La richiesta di estrazione di travertino in questa caratteristica zona del comune di Acquasanta ci ha fatto subito allarmare perché parliamo di luoghi molto rilevanti dal punto di vista turistico – esordisce il vice presidente di Legambiente Ascoli professor Paolo Prezzavento -. Premettiamo che la Regione Marche ha sviluppato un piano cave. Però oggi possiamo parlare con piacere di alcune garanzie fornite dal fatto che la Soprintendenza stessa abbia deciso di fare luce su questo tema. In questa zona non vediamo le condizioni per andare a realizzare una cava a pozzo con una profondità di 80 metri che andrebbe a distruggere le meraviglie paesaggistiche presenti. Di certo non ci fermeremo e continueremo a chiedere che venga impedita questa devastazione del territorio''.

A spiegare la spinosa questione dal punto di vista procedimentale è stato l'avvocato Giovanni Galeota. Nella normativa esistente la regione Marche stessa ha previsto dei limiti con alcune leggi. Innazitutto con la LR n. 71 dell'1 dicembre 1997 (Norme per la disciplina delle attività estrattive). A ciò è andata ad aggiungersi la LR “Piano Paesistico Ambientale Regionale” approvato con la deliberazione amministrativa n. 197 del 03 novembre 1989 e il PPAR n. 431 dell'8 agosto 1985 e la LR n. 26 dell'8 giugno 1987. Proprio un sfruttamento eccessivo degli ambienti naturali per procedere all'estrazione del travertino incontra importanti limiti dal punto di vista ambientale e archeologico. Di recente nell'area interessata sarebbero stati rinvenuti dei reperti archeologici. ''La presenza di un piano cave previsto dalla regione Marche non ammette che poi si possano sovrasfruttare queste zone di più rispetto a quanto si è obbligati – spiega l'avvocato -. La normativa stessa parla di una rigorosa tutela del paesaggio. Il vincolo ambientale e archeologico stabilito aiuterebbe a dare lo stop. La regione deve emettere un limite alla concessione di sfruttamento di queste cave di travertino. Se guardiamo i dati degli ultimi anni emerge quanto Acquasanta estrae una quantità di travertino dieci volte superiore rispetto quello fatto registrare in tutta la regione''.


Scenario preoccupante per i residenti che vedono davanti ai propri occhi la concreta possibilità che quei luoghi, spesso meta di molti turisti possano essere depauperati dall'attività estrattiva. ''Vogliamo innantutto ringraziare Legambiente e Italia Nostra per il grande sostegno – aggiunge Maurilio Allevi -. Di fronte a quanto sta accadendo è impossibile restare impassibili. Parliamo di un luogo caratteristico. Il comune stesso ha tracciato il percorso dell'anello di San Pietro, partendo da Santa Maria e toccando Castel di Luco, il Monastero di Valledacqua e le piane di Cagnano. Addirittura per andare a creare questa cava si dovrebbe spostare una delle antiche vie comunali. Le linee guida comunitarie parlano di seguire un indirizzo green. Qui invece per alcuni interessi legati ad uno sviluppo industriale si rischia di distruggere tutto un ambiente circostante''. 


© Riproduzione riservata

Commenti

Approfondisci