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di Redazione Picenotime
Il primo trimestre del 2023 sarà un momento decisamente importante per gettare fattivamente le basi del "Cantiere Riformista", il nuovo movimento civico che vedrà riunite tutte le forze del centro-sinistra. Come annunciato nella conferenza stampa tenuta qualche settimana fa alla Libreria Rinascita entro il mese di marzo saranno resi noti programma e candidato sindaco in vista delle prossime elezioni comunali in programma nel 2024. A parlarci di come stanno andando le cose è stata Maria Stella Origlia, coordinatrice Italia Viva della provincia di Ascoli Piceno.
In merito agli sviluppi di politica cittadina, alla luce della presentazione del progetto politico del Cantiere Riformista, a un anno e mezzo dalle elezioni amministrative del 2024, qual è la sua opinione?
''Mi
ritengo fiduciosa. Al di là del progetto politico, che vede alcune
forze centriste e riformiste, fra cui il mio partito, in campo da
alcuni mesi, ritengo una assoluta novità l’inizio del percorso: mi
spiego. Finora ad Ascoli si era abituati ad osservare dinamiche e
strategie politiche dettate da rituali che vedevano lo storico
centrosinistra arrivare a ridosso delle elezioni spesso impreparato o
addirittura disarticolato, sprovvisto di un percorso che avesse
generato per tempo un progetto ampio, partecipato e condiviso da più
soggetti politici, aperto a varie forze politiche e civiche e, novità
assoluta, che avesse origine con la fattiva collaborazione di realtà
politiche non necessariamente presenti nella compagine
amministrativa''.
Cosa ha influito a far sì che questo processo oggi si sia innescato?
''Sicuramente
la consapevolezza di esperienze pregresse che hanno mostrato, non
solo in questo territorio, che i veti e le divisioni danneggiano non
solo i progetti, ma i cittadini stessi: mi spiego. Come in ogni
compagine politica o schieramento che dir si voglia, dovrebbero
prevalere le idee, i programmi, gli obiettivi delle cose da
realizzare o da mettere appunto in cantiere, e non i nomi, i simboli,
i veti incrociati, le ruggini o i rancori di personalismi innescati
in precedenza. Ne abbiamo visto un esempio alla fine dell’estate
scorsa quando, dopo la caduta del Governo Draghi, anzichè lavorare
d’intelligenza politica e innescare da subito un dialogo
costruttivo, tra forze riformiste e progressiste, si è preferito, da
parte di qualcuno, porre veti o limitare argini interlocutori,
compromettendo l’intero risultato e regalando alla destra della
Meloni la vittoria. La politica è un’arte complessa, dove
l’intelligenza delle idee e la capacità di mediare ne sono il
fulcro e l’asse portante. Occorre gettare ponti, aprirsi, mediare,
cercare i punti di incontro e su quelli costruire programmi e
obiettivi da raggiungere. Faccio un esempio banale: ad Ascoli Piceno
langue un programma serio sulle politiche culturali e turistiche,
come un piano di sviluppo infrastrutturale del territorio. Se questi
obiettivi e i mezzi per realizzarli sono condivisi, io non mi porrei
il problema di quale simbolo stia condividendo quei programmi con me.
Ad Ascoli ci vivono i cittadini ascolani e gli stessi vogliono sapere
da noi come intendiamo presentarci alle elezioni e con quali cose da
realizzare''.
Quale sarebbe allora il metodo migliore per evitare ulteriori divisioni e portare a buon fine un programma unitario?
''E’ necessario lavorare sui contenuti, sullo studio dei problemi, sulle idee condivise, e non più sulla sommatoria o sottrazione di sigle partitiche: sui contenuti non si può giocare, o si è in grado di sostenerli, di svilupparli, di trovare soluzioni, e quindi saldare punti di intesa, accordi programmatici, oppure le alleanze durano meno di 48 ore, come si e’ visto già di recente. Il metodo migliore è quello di costruire spazi di riflessione, anche sotto forma di incontri nei quartieri o iniziative pubbliche, grazie ai quali le forze in campo disegnino una cornice di interventi da sviluppare per i prossimi 10-15 anni ad Ascoli, coinvolgendo i cittadini e tutti coloro che vogliano contribuire a dare una mano, non escluse altre forze politiche e soggetti presenti in città, attualmente non presenti in questo progetto politico aperto. Ai momenti di ascolto e confronto devono seguire poi quelli della proposta, fatta di scelte, che spettano alla politica, con la gravosa responsabilità di doverle poi realizzare, indicando come, con quali denari e in quanto tempo. Per tutto questo la scelta di amministrare una una città costituisce un atto di responsabilità forte, di impegno con i cittadini i quali, spesso ultimamente, dimenticano quanto viene loro promesso in campagna elettorale''.
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