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Una piccola impresa su due vorrebbe assumere ma fatica a trovare profili richiesti. Indagine Cna su mercato del lavoro

di Redazione Picenotime

lunedì 02 giugno 2025

Una piccola impresa su due vorrebbe procedere a nuove assunzioni nel secondo semestre 2025, ma si trova a fronteggiare gravi difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie, anche per via di un mercato del lavoro che ad oggi non favorisce l’incontro tra domanda e offerta.

A rilevarlo è un’indagine condotta a livello nazionale dall’Area studi e ricerche della CNA tra un campione di oltre 2.000 imprese artigiane, micro e piccole associate e attive in parte anche nel Piceno e rappresentative della composizione dell’apparato produttivo nazionale.

A sorprendere, in primo luogo, è che il risultato dell’indagine targata CNA non sia molto diverso da quello di uno studio analogo redatto 4 anni fa, con la differenza che allora, appena usciti dalla prima emergenza Covid, l’economia italiana cresceva a un ritmo tale da sfiorare il 9% mentre quest’anno l’incremento del Pil non dovrebbe raggiungere neanche l’1%. La richiesta di nuova forza lavoro nelle piccole imprese italiane, insomma, sembra escludere l’incidenza dei fattori di natura congiunturale. Peraltro, nonostante la crescita elevata dell’occupazione nell’ultimo biennio, arrivata al massimo storico di 24,3 milioni di posti a febbraio, l’indagine rileva come il potenziale lavorativo sia ancora elevato. Il 50,8% del campione di imprese coinvolte ritiene infatti di voler procedere a nuove assunzioni nella seconda metà del 2025. Di queste, il 30,8% prevede di effettuare due assunzioni e il 7,8% tre o più. Esigenze, le ultime, che emergono soprattutto nel manifatturiero.

Settori, mestieri e servizi

Quali sono i settori in cui si avverte maggiormente l’esigenza di nuova forza lavoro da parte delle piccole imprese? A livello macro settoriale guidano questa graduatoria le costruzioni (con il 57,5% di imprese intenzionate ad assumere), seguono la manifattura (51,9%) e, sotto la media, il comparto dei servizi, con un sempre apprezzabile 45,6%.

Restando nell’ambito delle costruzioni, emerge una domanda di lavoro robusta nell’edilizia (54,5%) e ancor più solida nell’installazione di impianti (59,2%). Per le singole specializzazioni lavorative, nell’ambito dell’edilizia gli installatori e manutentori di impianti (di climatizzazione, elettrico-elettronici, idrico-sanitari), i muratori, i capo cantiere sono le professionalità più ricercate.

Passando invece ai rami manifatturieri, prospettive incoraggianti riguardano la meccanica e il sistema moda, due pilastri del Made in Italy desiderosi di forze fresche nonostante l’incombere delle guerre commerciali. In particolare, sono il 56% delle piccole imprese meccaniche e il 52,8% delle analoghe attività della filiera moda a confermare la volontà di ingaggiare nuovi dipendenti. Elettricisti, addetti alla produzione di macchine utensili e costruttori di carpenteria metallica, al taglio e alla confezione dei capi di abbigliamento; alla produzione di mobili in legno e al montaggio di arredi e infissi sono i profili più richiesti.

Anche nel comparto dei servizi emergono rami in cui si cercano lavoratori in maniera significativa e profili professionali ambiti. Ristorazione, trasporti e logistica, autoriparazioni e carrozzerie sono ai vertici delle attività che prevedono assunzioni, con un gap verso l’alto rispetto alla media tra il 10 e il 20%. Autisti, meccatronici, carrozzieri, cuochi e aiuto cuochi, camerieri, acconciatori e operatori estetici risultano a loro volta tra i profili professionali più gettonati.

Le difficoltà

La volontà di ampliare gli organici da parte di imprese artigiane, micro e piccole potrebbe infrangersi contro lo scoglio del complesso reperimento sul mercato le figure professionali in possesso delle competenze di cui hanno bisogno.

Una impresa su tre dichiara di non essere riuscita a trovare alcun candidato idoneo. Il resto del campione si divide tra chi assicura di non avere problemi a trovare i lavoratori necessari (11,4%) e chi ha ricevuto candidature ma ha trovato difficoltà nella selezione (55,4%). In quest’ultimo gruppo solo il 7,7% delle imprese ha trovato candidati che hanno giudicato insufficiente l’offerta economica ricevuta, mentre il 47,7% spiega di aver trovato candidati ma senza le necessarie competenze.

Le modalità

Può sorprendere che il modus operandi più in voga tra le imprese per reperire candidati rimanga il cosiddetto “passaparola”, preferito dal 42,1% delle imprese. Seguono le agenzie (21,5%) e gli annunci su canali più o meno specializzati (15,1%). Viceversa solo il 10,7% delle imprese privilegia il suggerimento di scuole, istituti di formazione, università. E addirittura solo il 6,8% fa ricorso ai canali ufficiali come i centri per l’impiego. Dati che generano giocoforza dubbi sull’efficienza tanto degli strumenti di orientamento quanto dei soggetti formativi pubblici.

Le imprese intenzionate a realizzare nuove assunzioni vorrebbero privilegiare la stabilità dei rapporti di lavoro, come dimostra l’auspicio di firmare contratti a tempo indeterminato (34,6%) o con forme assimilabili quali l’apprendistato (21,5%) e il tirocinio formativo (9,8%).

Cosa emerge dall’indagine CNA

In conclusione, ci si potrebbe domandare perché in tempi di stasi economica, o di crescita ridotta, tante imprese pensino ad assumere e, perdipiù, a tempo in qualche modo indeterminato. L’Area studi e ricerche della CNA fa rientrare questo comportamento nel cosiddetto “Labour Hoarding”, letteralmente “fare scorta di lavoro”, una strategia a lungo termine utilizzata dalle imprese per evitare i costi di ri-assunzione e le difficoltà di reperimento dei profili professionali adatti qualora l’economia dovesse manifestare segni di ripresa.

«I dati emersi dall’indagine nazionale CNA confermano una dinamica che nel nostro territorio conosciamo bene: le piccole imprese sono pronte ad assumere, ma trovano enormi difficoltà a reperire personale con le competenze richieste - dichiara Francesco Balloni, direttore CNA Ascoli Piceno - Questo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro rappresenta un ostacolo strutturale alla crescita del tessuto imprenditoriale del Piceno. Come CNA siamo da sempre in prima linea nel promuovere un dialogo costante tra il mondo della scuola e quello dell’impresa. Tuttavia, i nostri imprenditori, così come i nostri giovani, avvertono l’esigenza di attivare specifici percorsi di orientamento che consentano alle nuove generazioni di comprendere e apprezzare i valori, le potenzialità e le opportunità che i mestieri artigiani possono riservare alle nuove generazioni».

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