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Terremoto, Castelli: “Governo deve cambiare impostazione e fidarsi dei sindaci”

di Redazione Picenotime

martedì 01 novembre 2016

''La nuova ondata sismica impone un cambio di impostazione da parte del Governo per quanto riguarda la gestione dell'emergenza". A dirlo è il sindaco di Ascoli Guido Castelli che oggi, insieme al presidente dell'Anci Antonio Decaro ed al primo cittadino di Senigallia Maurizio Mangialardi, si è recato a Porto Sant'Elpidio, Visso e Camerino per portare il saluto e la solidarietà di tutti i sindaci italiani ai territori.

"E' talmente vasta l'area interessata dal sisma ed è così prolungata l'onda delle scosse - ha dichiarato il primo cittadino - che bisogna superare quel tasso di eccessiva burocratizzazione delle procedure che ha bloccato per settimane la possibilità di tanti interventi di messa in sicurezza anche e soprattutto per quanto concerne i ben culturali. Io stesso ad Ascoli, città capoluogo severamente colpita dal terremoto, sto aspettando un ingegnere strutturista del ministero dei Beni culturali che validi la procedura di messa in sicurezza della cuspide della torre campanaria della chiesa monumentale di San Francesco: un tempio monumentale del 1265 che domina la nostra piazza del Popolo, tra le più belle d'Italia. Io ho transennato la piazza ma, nel frattempo, aspettiamo che accada il peggio?!".

Il sindaco di Ascoli ha parlato oggi a lungo con il collega Decaro di questa problematica: "Ho avuto modo di raccontargli del crescente nervosismo che sta montando tra i sindaci. Appena ieri - ha evidenziato Castelli - nel corso di una riunione tra sindaci, alla presenza dell'ingegner Cesare Spuri, capo della Protezione civile delle Marche, il primo cittadino di Montegallo Sergio Fabiani ha gridato tutto il suo dolore per il crollo della chiesa di Santa Maria in Pantano (una meraviglia del romanico marchigiano) che, dopo innumerevoli sopralluoghi fatti nel bimestre precedente, non si è riusciti tempestivamente a salvaguardare dall'ultima scossa proprio per le lungaggini e le complessità previste dai regolamenti introdotti a presidio degli interventi di consolidamento e messa in sicurezza in particolari dei beni artistici".

"Se questo è vero - ha aggiunto Castelli- non possiamo che censurare l'impostazione culturale che ha permeato il primo decreto terremoto. Un'impostazione che nella traduzione concreta e operativa delle discipline tende ad una formibabile centralizzazione delle procedure, quasi a manifestare una sorta di pregiudizio nei confronti delle autonomie locali e dei sindaci, tenuti a confrontarsi con formule spesso cervellotiche. Il Governo deve cominciare a fidarsi dei sindaci-Siamo pronti ad assumerci ogni tipo di responsabilità ma saremmo grati al governo se, come pare emergere dalle ultime dichiarazioni di Renzi, si evitasse di gettare, come si dice da queste parti, "il cotto sull'acqua bollita". Dormiamo pochissimo, abbiamo le città devastate e facciamo gli assistenti sociali della nostra popolazione . Siamo tutti rispettosi del principio di legalità ma esigiamo che una burocrazia di magnitudo insostenibili crei ulteriori danni alle nostre città. Con uno sciame sismico che continua ad aggredirci - ha detto ancora Castelli - questa lentezza burocratica potrebbe creare perdite gravi e rischi per tutti. Ho chiesto a tutti coloro che siedono in Parlamento di far sentire la propria voce e far sì che venga garantita una maggiore tempestività nello svolgimento di tutte quelle attività che gli organi di Stato sono chiamati ad adempiere, senza spreco di tempo e se possibile sulla base di procedure meno sclerotiche". 


Guido Castelli

Guido Castelli

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