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di Redazione Picenotime
Una ventina di abitanti in inverno, una piccola folla di turisti d’estate. Una manciata di abitazioni arroccate su un massiccio di travertino a un passo dal centro storico e l’atmosfera medievale che ti accoglie nell’unica via d’accesso e ti accompagna tra vicoli e angoli suggestivi mentre il resto del centro si affaccia a strapiombo sulla valle sottostante.
Castel Trosino, la caratteristica frazione di Ascoli Piceno che ogni anno richiama appassionati d’arte e di storia da ogni parte d’Italia, fino al 30 ottobre aveva retto alla violenza del terremoto. Poi le ultime scosse e i primi cedimenti. Fino all’ordine di abbandonare tutte le abitazioni “fino a che non siano predisposti i necessari presidi per la sicurezza degli abitanti”.
“Evacuazione degli edifici interni alle mura della frazione Castel Trosino” è l’oggetto dell’ordinanza sindacale firmata dal primo cittadino, Guido Castelli: il borgo chiude ai turisti e ai residenti che già, in parte, avevano lasciato temporaneamente le proprie abitazioni in attesa di un rientro e di una tranquillità che tardano ad arrivare.
Sul portone del ristorante del castello si legge “riaprirà l’8 dicembre”: un augurio e la speranza che per quella data il piccolo centro avrà ripreso a pulsare.
Carlo Alberto Lanciotti è uno dei venti residenti, spesso in giro per l’Italia con gli spettacoli della sua ‘Compagnia dei Folli’. “Viviamo in camper da 16 giorni - racconta -. Dalla mattina del 30 ottobre non siamo più rientrati. La nostra casa non ha subito lesioni ma ci hanno consigliato di andare via. E comunque, in camper ci sentiamo più tranquilli. Ho saputo dell’ordinanza, i nostri familiari l’hanno già avuta. Il problema del borgo è che sull’unico ingresso ci sono alcune case lesionate e se crollano rischiano di chiudere la sola via di fuga e di imprigionare chi è in paese. Ora speriamo che questi edifici siano messi presto in sicurezza”.
Oltre alle case che si affacciano sulla via principale, “il campanile della chiesa - si legge nell’ordinanza - presenta lesioni all’arco di sinistra della bifora e i conci sopra l’arco presentano segni di scollamento e movimenti fuori asse”. Inoltre “parecchi edifici presentano rischi di caduta di coppi e comignoli pericolanti, il che rende pericoloso il transito da e per le abitazioni del borgo”.
“Noi per fortuna avevamo il camper - prosegue Lanciotti, come riporta il sito Redattoresociale.it - e ci siamo sistemati nel parcheggio del Palafolli. Conduciamo una vita tutta ‘camper e bottega’ e va bene così. Il problema è per gli anziani: hanno l’orto, gli animali, i loro ritmi, la loro vita. E’ difficile sradicarli da casa ed è una fatica, per loro, abituarsi a un cambiamento così profondo. Speriamo di rientrare tutti il prima possibile e che anche Castel Trosino, come gli altri borghi del nostro territorio, torni presto a vivere”.
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