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di Redazione Picenotime
L’allarme dei Vescovi sui pericoli di una desertificazione delle aree interne contiene la richiesta alle istituzioni di un forte impegno per diminuire le disuguaglianze e i divari che vivono gli abitanti di queste zone. Al centro di questa riflessione c’è il ruolo delle comunità che non possono essere lasciate sole, per ottenere questo obiettivo si impone una diversa narrazione della realtà che assicuri un sostegno autentico ed equilibrato alle comunità locali messe a rischio dalle continue emergenze, dalla scarsa consapevolezza e dalla rassegnazione.
L’area del cratere sisma 2016 è un concentrato dei rischi che colpiscono le aree interne, dove l’emergenza post sisma accelera i processi disgregativi e la scarsa consapevolezza per il futuro e la rassegnazione minano gli enormi sforzi per la ricostruzione. Per queste ragioni l’attenzione al terzo settore, ai servizi sociali e alla persona, al lavoro e all’inclusione riguarda la funzione stessa della Struttura Commissariale sisma 2016, che affianca alla ricostruzione anche la responsabilità della riparazione e della ripresa economica e sociale. Questo lavoro deve necessariamente essere accompagnato da un processo di approfondimento e di condivisione delle potenzialità delle comunità del cratere finalizzato a superare la rassegnazione e a far crescere la consapevolezza che le case ricostruite saranno anche abitate e vissute.
“Nel cratere sisma 2016 stiamo dando seguito all’appello dei Vescovi di sostenere le realtà territoriali per progetti che promuovano la coesione sociale e favoriscano la “restanza” – dichiara Guido Castelli, commissario sisma 2026 – i nostri sforzi sono indirizzati a creare le migliori condizioni affinché le persone, soprattutto giovani, scelgano di rimanere e costruire il proprio futuro nei luoghi in cui sono nati. Lo stiamo facendo attraverso uno sforzo che, in linea con quanto affermano i Vescovi, è frutto di un processo dal basso, fondato sull’ascolto dei bisogni e sul coinvolgimento di tutti i protagonisti”.
“Nel cratere sisma 2016 – prosegue Castelli - l’attenzione al ruolo del terzo settore è stata massima, attraverso il bando B2.3 abbiamo destinato risorse specifiche al mondo del volontariato e delle associazioni consapevoli del contributo fondamentale che svolgono per mantenere il senso di comunità. Con il Ministero del Lavoro abbiamo attivato una serie di iniziative per favorire l’autoimpiego e colmare i divari con misure dedicate, come quelle del welfare, favorire l’accesso al fondo per il contrasto alla povertà finalizzato a sostenere le famiglie in condizioni di vulnerabilità, e l’accesso alla nuova programmazione del PN Inclusione che riguarda il rafforzamento dei servizi socioeducativi a favore degli adolescenti e preadolescenti in condizione di vulnerabilità. Inoltre, abbiamo dato una spinta senza precedenti in Italia allo sviluppo di strumenti di collaborazione tra i diversi soggetti come il partenariato pubblico privato che sta assicurando il mantenimento di servizi essenziali per il territorio e, come in nessun altra realtà, abbiamo fornito risorse e strumenti per la nascita di 40 nuove Comunità Energetiche Rinnovabili, sviluppate in coerenza con gli indirizzi della Conferenza Episcopale Italiana in una prospettiva che abbraccia la tutela dell’ambiente, la giustizia nei rapporti economici e sociali, la cura della persona umana e delle comunità”.
“Anche noi, come i Vescovi – conclude Castelli – facciamo nostre le parole del profeta: «Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele» (Ez 3,17), il nostro impegno è ricostruire in sicurezza le abitazioni e assicurare le condizioni per mantenere le comunità dell’Appenino centrale che svolgono un ruolo fondamentale per tutta la Nazione perché, come giustamente ricordano i Vescovi, un territorio non presidiato dall’uomo è sottoposto a una pressione maggiore delle forze della natura, con il rischio – per nulla ipotetico – di favorire nuovi e sempre più vasti disastri ambientali, senza contare il rischio della perdita di parte di quell’immenso patrimonio artisticoarchitettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto”.