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Terremoto, Enpa: “Pensare anche ad animali d'affezione e allevamento, serve Esercito”

di Redazione Picenotime

mercoledì 18 gennaio 2017

''Il Centro Italia e la sua popolazione stanno vivendo una crisi senza precedenti, che ben pochi riscontri trova nella storia recente del Paese e che sembra destinata a non avere mai fine. I territori di Umbria, Marche e Lazio, già martoriati da mesi di scosse sismiche e da un'ondata di gelo eccezionale, devono oggi fare i conti con una nuova emergenza terremoto. La situazione dunque è di estrema gravità. Per questo, come abbiamo già fatto in passato, chiediamo ai sindaci delle città nel cratere sismico di non peggiorarla con divieti ingiustificati e di aprire sin da ora le strutture di accoglienza anche agli animali dei cittadini che volessero trovarvi rifugio". 

Così l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) in una nota. "Tutti noi, uomini e animali, stiamo vivendo un momento estremamente difficile - dice Enpa -. Possiamo e dobbiamo superarlo ma ciascuno deve fare la sua parte, anche e soprattutto gli enti, le autorità e le istituzioni locali, che in questi mesi non sempre si sono distinti per una gestione razionale ed efficace della crisi".

Intanto, "finalmente stamane è stato disposto un rafforzamento della presenza dell'Esercito nell'area del sisma - prosegue Enpa -. Lo stiamo chiedendo con forza non solo per ripristinare le vie di comunicazione ma anche affinchè il Genio militare costruisca le stalle per gli animali, superando così tutti i problemi burocratici che hanno avuto solo l'effetto di far morire di freddo centinaia e centinaia di animali. Questa mattina, in seguito allo sciame sismico, per quasi un'ora si sono persi i contatti con quindici allevatori di Arquata, andati come tutti i giorni in zone rosse per alimentare i loro animali. Tutto ciò per evitare ulteriori problemi e per non aggravare l'emergenza ancora di più, ma soprattutto per non mettere ulteriormente a rischio l'incolumità di persone e animali, si dia all'Esercito il compito di costruire tempestivamente le stalle". 


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