L'ASSURDO 4-3 DI SPEZIA-ASCOLI VISSUTO DA DIETRO LA PORTA...
di Redazione Picenotime
mercoledì 13 febbraio 2013
L'incredibile sconfitta sul campo della Spezia ha tolto il sonno a molti tifosi dell'Ascoli. Passare nel giro di pochi minuti da 3-0 a 3-4 è un rospo
durissimo da ingoiare, una macchia che difficilmente potrà essere cancellata nonostante quanto di buono stiano facendo mister Silva ed i suoi ragazzi nel corso
di questa stagione. A seguire la squadra allo stadio "Alberto Picco" Sabato scorso c'era anche un manipolo di sostenitori del Picchio, che sfidando il
freddo e gli oltre 500 chilometri di viaggio non ha fatto mancare calore e sostegno ai propri beniamini. Tra questi il 42enne Paolo Mariucci di Montelparo (conosciuto
da tutti come Paolo Picchio), che in esclusiva per Picenotime.it ha raccontato tutti i momenti topici di una delle trasferte più amare per i supporters
dell'Ascoli.
Paolo, quanti tifosi ascolani eravate a La Spezia?
Eravamo una ventina. Trasferta chiusa, purtroppo, per i non possessori di
tessera. Altrimenti una tifoseria come la nostra non avrebbe disatteso questo evento. Ho conosciuto gente del maceratese e alcune persone della Toscana tifose
dell'Ascoli. Questo mi ha fatto davvero piacere.
Per un'ora avete ammirato il miglior Ascoli della stagione?
Il migliore non so. Ma
ho goduto di una superiorità tattica devastante. Felice di pensare che di fronte c'era una squadra fatta con tanti soldi.
Nel primo tempo come
vi siete comportati nei confronti dell'ex Guarna?
Indifferenza. E come vedi chiudo qui...
Dopo il 3-0 di Fossati eravate già
sicuri della vittoria?
Quando si canta "Fino alla fine Ascoli Calcio...", vale sia se perdi sia se vinci. Sicuri no. Ma per naturale
scaramanzia. Certo che la gioia per una lezione di calcio ai miliardari mi faceva volare a un metro da terra e non è che peso poco... Mi sembrava di vivere un
sogno più grande delle aspettative della partenza. Ma siamo esseri umani e quando ci batte forte il cuore per amore vedi rose rosse e cuoricini
dappertutto...
Che sensazione hai provato a vedere da vicino, molto vicino, quei palloni che inesorabilmente si sono infilati alle spalle di
Maurantonio?
Sento ancora il fruscio del pallone mentre tocca la rete, soprattutto in occasione del quarto gol. A tre metri di distanza avrei voluto
scavalcare quel vetro e aiutare fisicamente a rimettere a posto una diga che stava crollando inondando di dolore i cuori di tutti noi presenti e non. Travolto da tanto
stupore e incredulità mi sono sentito un piccolo alberello che sta per essere travolto dalla piena. Impotente e incredulo.
Al 4-3 di Sansovini
che aria si respirava nel vostro settore?
Tutti fermi. Bloccati. Inebetiti. Increduli. No. Non è vero. Svegliateci. Dove sono? Che è successo?
Sono qui o nel mio letto mentre un incubo invade la mia mente? Intorno non c'era più nessuno. Ero solo. Eravamo soli come voi.
Di Donato e
compagni sono venuti a salutarvi a fine gara? Avete potuto scambiare con loro qualche battuta?
Ricordo solo che capitan Di Donato e forse altri due sono
venuti verso il centrocampo e ci hanno applaudito. Io ho risposto meccanicamente con orgoglio. Ma ho immagini confuse che si mescolavano ad abbracci strani degli
spezzini, secondo me esagerati, dall'altra parte del campo...
Segui l'Ascoli in tutta Italia da decenni, ti era mai capitato di assistere ad una
partita così assurda?
Di sofferenze e gioie ne ho/abbiamo vissute tante. Come ho avuto già modo di dire non esiste una classifica per
valutare questo. Ogni episodio è a sè. Ed oggi si parla di questo e non di Foggia o Perugia. Da Sabato si riparte più forti che mai. Non sopporto
chi inneggia a Rozzi e poi dimentica le sue frasi. Una di queste riguarda proprio il dispiacere che provava nel vedere il suo Ascoli perdere. No. Non mi è mai
capitata una cosa così. Tornando a casa dicevo: "Una cosa di queste non succede nemmeno ad ogni morte di Papa". Infatti i fatti mi hanno dato ragione:
succede ogni 800 anni...
È stato "pesante" il viaggio di ritorno?
Viaggio di ritorno da incubo sperando che il tuo vicino
di posto ti desse un pizzicotto per svegliarti. Comunque l'amore per il Picchio prevale sempre e il nostro glorioso DNA ci porta sempre a cantare "...e la
battaglia non ci fa paura siamo ascolani e saremo sempre qua". Però è pure vero che ho spento tutto e non ho voluto leggere commenti nè
cercare di dire la mia a chi, incredulo più e quanto me, mi chiedeva spiegazioni. Non c'erano spiegazioni razionali da dare. Forse gli Dei nelle loro leggende
ed epopee spirituali possono sapere i vari "perchè"...
Quante notti servono per smaltire una delusione di questo tipo...?
Le notti scorrono facili. O sogni o incubi ti svegli e ti rendi conto che non era reale. Qua invece da sta cosa non mi sveglia nessuno. Diciamo che
è dura da digerire, ma so che Sabato, appena entrerò in Curva Sud, sarà come aver preso un Maalox dopo un immenso bruciore di stomaco.
Resterà il brutto ricordo ma ho/abbiamo giurato eterno amore al Picchio, in salute e in malattia, nella gioia e nel dolore. Oggi ho solo raccontato un episodio.
Ne esco più forte, motivato e innamorato.
© riproduzione riservata

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