''Progettare il Futuro'', Tardini: “Ripresa possibile con Industria 4.0, ma è una sfida di Sistema”
di Redazione Picenotime
martedì 26 settembre 2017
In seguito all'incontro “Progettare il Futuro” tenutosi presso la GEM Elettronica Srl di San Benedetto del Tronto, dove i vertici degli industriali si sono dati appuntamento per presentare l'accordo sottoscritto tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo, abbiamo intervistato il presidente Gianni Tardini del Comitato Piccola Industria di Confindustria Ascoli Piceno.
Presidente cosa è emerso dall'incontro?
Innanzitutto esprimo la mia soddisfazione e il mio ringraziamento per i relatori che hanno portato testimonianze di grande qualità ed interesse, per lo staff di Confindustria e di Intesa Sanpaolo che ha organizzato questa importante tappa del roadshow nazionale e non da meno per tutta la platea degli ospiti; non capita tutti i giorni di parlare ad oltre cento imprenditori e mantenerne alto l'interesse fino a tardi di venerdì sera. Segno che l'argomento è sentito a tutti i livelli. Ho visto grandi e piccoli imprenditori seduti fianco a fianco condividendo le stesse preoccupazioni ma anche la voglia di innovare.
Quindi Industria 4.0 riguarda anche le piccole imprese?
Il Ministro ha recentemente dichiarato di voler passare alla fase due, ovvero proprio Impresa 4.0 Non occorre necessariamente essere “big” per essere “smart”. Infine devo dire che dal confronto successivo è sembrata evidente la convinzione che la crisi perduri maggiormente laddove non vi sono processi innovativi in grado di evolvere l'impresa. Ma per evolversi occorre spesso fare lo sforzo di entrare in una visione digitale. Il confronto con i giovani, la formazione e l'aver affrontato processi di ricambio generazionale sono tutti aspetti di notevole supporto.
Servono gli investimenti. Per questo l'accordo con Intesa Sanpaolo?
L'accordo con Intesa Sanpaolo è imperniato su quattro pilastri: ecosistemi di imprese e integrazione di business, finanza per la crescita, capitale umano e nuova imprenditorialità. E' quindi un accordo completo che racchiude notevoli potenzialità per differenti esigenze, dai percorsi “Lean 4.0” per abilitare le imprese alle tecnologie digitali, alla valorizzazione del patrimonio intangibile delle imprese come la capacità innovativa e la formazione, passando per alternanza scuola-lavoro e partecipazione a specifici progetti di matching tra imprese. Molto interessante anche il nuovo modello di valutazione delle startup attraverso l'algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle regole di concessione del credito e primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito.
Se gli strumenti non mancano cosa altro occorre?
Il presidente Mariani ha fornito dati preoccupanti sulla situazione marchigiana: ultima in Italia per utilizzo della banda larga nelle imprese con più di 10 addetti (86,9%), per indice di diffusione del sito web nelle imprese (55,8%), per numero di imprese attive nell’e-commerce (5,8%) e negli acquisti di servizi di cloud computing (12,8%) e anche sul fronte degli investimenti in R&S siamo indietro rispetto agli altri.
Da cosa dipende?
Fortunatamente la situazione risulta meno drammatica se analizzata confrontando i dati storici che vedono aumenti sensibili di anno in anno. Certo anche il contesto non aiuta. Scoprire che vi sono zone tagliate fuori da potenziali investimenti per assenza di infrastrutture digitali deve far riflettere, specialmente in un momento come questo dove il tema della ricostruzione è di attualità. Senza contare le aziende costrette a trasferirsi altrove ovvero a sostenere costi assurdi per dotarsi di impianti di trasmissione dati satellitari. E' demotivante. Su questo occorrerebbe aprire una riflessione e spingere ancora affinché il superamento del “digital divide” diventi realtà comprendendo che non può esservi in questo ambito un punto di arrivo ma un continuo e progressivo miglioramento. Basta pensare che il consumo di dati pro capite è stato inserito tra i parametri dell'ISTAT e cresce a ritmi esponenziali. Se mancano le infrastrutture saremo sempre un passo indietro.
Quindi la responsabilità è solo nella mancanza di infrastrutture?
Non dico che vi siano responsabilità univoche. Dico che per affrontare processi di Industria 4.0 sono necessarie diverse cose, essenzialmente due: gli strumenti e la mentalità, dove l'uno influenzia l'altro. E tra gli strumenti vi sono anche le infrastrutture oltre alle risorse finanziarie. Questo accordo però mette un importante tassello a completamento del quadro.
Insomma una sfida di Sistema...
Esattamente. Auspico grandi investimenti nei prossimi tre anni. Anzi molti stanno partendo proprio in questi giorni. Con tutti gli strumenti a disposizione delle imprese, come il piano Nazionale Industria 4.0 incluse le agevolazioni sulla formazione 4.0 a valere sul credito d'imposta per il 2018, il bando regionale “Manifattura e Lavoro 4.0”, ed ora l'accordo con Intesa Sanpaolo, le imprese potranno affrontare con maggiore tranquillità questa fase. Come Piccola Industria resteremo di certo a supporto degli imprenditori continuando con le nostre attività di formazione e di confronto. La prossima già il 14 ottobre 2017 a Portonovo con il workshop “Sul filo dell'Innovazione”.
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