News
di Redazione Picenotime
"Sono favorevole all'estensione del Green Pass in termini di tempistica. Si è dimostrato uno strumento fondamentale dunque è giusto prevedere che continui a costituire un lasciapassare. Mitiga il rischio che una persona infetta entri a contatto con un sano, vaccinato o non vaccinato che sia. praticamente è necessario mostrarlo sempre. Si potrebbe fare qualcosa di più però sul rigore con cui viene controllato". A dichiararlo al "Corriere della Sera" è Sergio Abrignani, immunologo del Comitato Tecnico Scientifico. "Terza dose vaccino? Va fatta soprattutto perché garantisce l’innesco di una memoria immunologica più duratura e quindi una copertura più completa. Unito a mascherina e rispetto del distanziamento mitiga di molto il rischio pur non annullandolo. I dati ci inducono a essere molto attenti ma non preoccupati. Molti paesi europei hanno indicato l’Italia come esempio da seguire proprio grazie all’introduzione del green pass in modo estensivo e alla velocità delle vaccinazioni. Prenda l’Austria, sta cercando di recuperare col lockdown, il confinamento, dei non vaccinati. È una misura radicale e importante che premia o condanna, non necessaria in Italia. Noi abbiamo applicato un buon compromesso, chi non accetta il vaccino se vuole partecipare alla vita sociale fa il tampone - ha aggiunto Abrignani -. Terza dose a tutti, anche sotto i 60 anni? Non è una decisione straordinaria, nel mondo della vaccinologia la terza dose distanziata dalle prime due, per persone che non hanno mai visto un certo microrganismo, è la normalità. Il nostro sistema immunitario come in questo caso, può aver bisogno di questa stimolazione per innescare una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni. Spero che il vaccino per l’infanzia sia disponibile prima possibile. È indispensabile togliere al virus la libertà di circolare tra i piccoli che, pur non ammalandosi se non in forma lieve, sono un veicolo di trasmissione".
Con l’apertura delle frontiere, nel frattempo, possono tornare a programmare le vacanze di Natale negli Stati Uniti gli oltre centomila gli italiani che lo scorso anno erano stati costretti a rinunciare a causa della pandemia Covid che aveva praticamente azzerato le partenze verso gli Usa. E quanto stima la Coldiretti in riferimento alla decisione del presidente Joe Biden di riaprire i confini ai visitatori stranieri vaccinati contro il Covid 19.
Del nuovo clima determinato dall’avanzare della campagna vaccinale con la riduzione dei vincoli agli spostamenti riguarda anche l’Italia dove potranno spostarsi per le feste ben 10 milioni di connazionali che lo scorso anno erano stati costretti a rinunciare alle vacanze e a rimanere a casa. Ad essere bloccati erano stati oltre all’80% degli italiani che avevano scelto come meta principale la Penisola ma anche il 20% che – sottolinea la Coldiretti – aveva deciso di varcare i confini.
Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più alto – continua la Coldiretti – era stata la montagna con 3,8 milioni di italiani che non avevano potuto raggiungere le piste da sci con effetti – precisa la Coldiretti – sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture.
riservata 1****