Ascoli Piceno, mondo degli autotrasporti costretto a fare i conti con il caro carburante. Galanti: ''Un'altra tegola''
di Massimiliano Mariotti
sabato 22 gennaio 2022
Il 2022 si è aperto nel peggiore dei modi per il settore degli autotrasporti. Le aziende del piceno purtroppo, dopo le problematiche degli ultimi mesi, ora sono e saranno costrette a fare i conti con il caro carburante. ''Non vorremmo ricordare l’autotrasporto come il 'caro estinto' – ha sostenuto Roberto Galanti, segretario nazionali PMI-Autotrasporti -, ma ad oggi i presupposti ci sono tutti. Oltre ai problemi ormai cronici ed irrisolti, incombono sul settore tre grosse tegole: la carenza di autisti, problema già evidenziato, l’eccessivo costo dei prodotti energetici e il green pass. Oggi, considerando solo gli aumenti del carburante per autotrazione, un camion a gasolio subisce un aumento di costi di circa 10.000 euro annui in più rispetto ai precedenti. Mentre per i camion alimentati a metano il cui costo di acquisto del mezzo è già maggiore di circa il 20 per cento, si arriva a circa 20.000 euro in più l’anno solo per farli camminare su strada. Al volo, mi verrebbe di suggerire una riduzione delle imposte, ma sarebbe opportuno che la committenza metta mano alle casse adeguando i prezzi rispetto alle lievitazioni del costo carburante''.
La scappatoia potrebbe essere rappresentata dalla soluzione offerta da gasolio a basso impatto ambientale, come ad esempio il gas naturale liquido. ''Il Governo dovrebbe aumentare vistosamente lo sconto del pedaggio autostradale a chi impiega carburanti a basso impatto ambientale – ha proseguito -. Per fare un esempio con riferimento alla giusta politica green che ha spinto molte ditte a cambiare mezzi con alimentazione a gasolio in Gnl (Gas naturale liquefatto). Fino ad alcuni mesi fa il costo era di 0,98 euro/kg, oggi si arriva fino a 2,40 euro per la stessa quantità. Un camion a metano deve sopportare miracolosamente un rincaro del carburante di oltre il 92% che lo porta a record storici ed insostenibili. Molte imprese che hanno effettuato investimenti consistenti in tecnologia ambientalmente non inquinante, ora si ritrovano a dover combattere costi operativi obiettivamente non più sostenibili. La difficoltà a rimanere sul mercato potrebbe provocare un fermo tecnico dei mezzi con disagi enormi per la collettività. Capisco che oggi, in termini generali sono tante le difficoltà, ma è umano guardare a quelle più specifiche che riguardano una categoria come quella dell’autotrasporto. La riduzione della forzata circolazione provocherebbe un evidente ritardo delle consegne delle materie prime con un impatto nei cicli produttivi''.
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