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Dazi USA anche sulla filiera del legno-arredo. Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo: “Sviluppiamo nuovi mercati”

di Redazione Picenotime

venerdì 04 aprile 2025

Non solo agroalimentare o moda, anche la filiera del legno-arredo è un comparto del Made in Italy che guarda con preoccupazione ai dazi. Un settore particolarmente dinamico nelle Marche, che si attesta come seconda regione in Italia per numero di addetti (17.990), con un peso del 3,9% sull’occupazione totale delle imprese del territorio. Più della metà dei lavoratori è nel Pesarese, ma pure nel resto del territorio la filiera ha un suo peso: soprattutto nel Maceratese, che conta 3.021 addetti (3,2% del totale e settima provincia in Italia per questo rapporto); quindi, l’Ascolano, che vede 842 addetti nel comparto (1,5% e 28esima provincia in Italia) e il Fermano, con 442 addetti (0,9% e 47esima provincia).

Come spiega Enzo Mengoni, Presidente territoriale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, il mobile è tra i settori della manifattura “con la quota più elevata di imprese che gestiscono progetti di innovazione mediante il design. Un comparto che fa della qualità un suo punto di forza, considerata anche l’alta vocazione artigiana delle sue imprese: fattori di successo che possono fare la differenza in questa nuova guerra dei dazi”.

Tra i dieci maggiori mercati internazionali – che cumulano i due terzi (65,7%) dell’export totale dei mobili – si è osservato un aumento delle vendite a doppia cifra per Emirati Arabi Uniti con 23,4% e Polonia con 16,9%. In crescita anche Stati Uniti con 1,2% e Spagna con 0,9%. Tenuta per Belgio (export stazionario) e Svizzera con -0,3%, mentre segnano una flessione Francia con -2,6%, Germania con -7,9%, Regno Unito con -8,6% e Cina con -19,2%. “Puntiamo ai mercati emergenti del Sud-Est Asiatico, che potrebbero quindi rappresentare sbocchi soprattutto per il segmento luxury”.

Mengoni torna poi a parlare in generale della questione dazi USA, con Confartigianato che lancia l’allarme sul rischio di perdita di 13mila occupati nelle micro e piccole aziende italiane che esportano negli Stati Uniti. “Dalla prevedibile risposta dei mercati, tutti al ribasso, arriva la conferma che la politica dei dazi non porta vantaggi a nessuno – commenta Mengoni –. Solo la libera circolazione dei mezzi può portare benefici comuni. È fondamentale continuare a parlare come Sistema Paese, tanto che l’augurio è che il Governo prosegui nel supportare le aziende e la competitività dei nostri prodotti, diversificando della destinazione del nostro export. Sotto questo aspetto, guardiamo anche qui con interesse ai mercati che sono capaci di assorbire l’alta qualità dei nostri prodotti e chiediamo alle istituzioni di rafforzare i processi di negoziazione in ambito europeo, per evitare un’ulteriore escalation della guerra commerciale, includendo nelle trattative l’acquisto di energia, prodotti per la difesa e servizi digitali dagli Stati Uniti. Il muro contro muro non serve. Dal canto nostro, pensiamo che l’artigianato debba continuare a fare quello che sa fare, che è garantire l’alta qualità della produzione made in Italy: il punto di forza distintivo che i mercati sanno apprezzare”.

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