Diocesi Ascoli, Monsignor D’Ercole: ''La morte di Alfie interpelli le nostre coscienze''
di Redazione Picenotime
sabato 28 aprile 2018
"Ora che il piccolo Alfie è morto è necessario che ciascuno si interroghi", scrive sul suo profilo facebook Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno e conduttore del programma di Rai Due Sulla Via di Damasco. “Tra medici e giudici qualcuno gioirà ora e tra qualche tempo, quando la disumanizzazione della società sarà la norma, ne faranno addirittura un vanto. A noi non rimane che moltiplicare l'impegno perché il mondo torni a girare per il verso giusto”.
Questo il commento del prelato alla notizia della tragica morte del piccolo Alfie Evans, avvenuta questa notte alle ore 2.30 e comunicata dai suoi genitori. “Ormai non ci scandalizziamo più di niente, o quasi. Non ci scandalizza assistere al dramma di due genitori impediti dalla giustizia a tenere in vita il proprio figlio”, ha affermato.
“L’assurdo è ormai diventato normale e noi ci siamo tragicamente abituati a farcelo andare bene. Forse l’unica cosa che sia ancora in grado di scandalizzarci sul serio è il bene, ossia la vita così come dovrebbe essere”. Ma “il mondo attorno a noi con la sua cultura di morte non ce lo lascerà fare tanto facilmente”, ha affermato ancora il vescovo di Ascoli, concludendo il messaggio con un appello: “Che questa tragica morte interpelli le nostre coscienze”.
Nei giorni scorsi i genitori del piccolo hanno incontrato il pontefice, che aveva rilanciato l’appello in difesa del piccolo, ma questo non è bastato a convincere la giustizia inglese.
Qui di seguito il commento integrale del Vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole sul suo profilo facebook.
Grazie, piccolo Alfie…
In occasione della morte del piccolo Alfie Evans, sento il dovere di esprimere un sentimento che provo nel profondo del mio animo e che voglio condividere con voi. Ho pregato nei giorni scorsi perché prevalesse il senso umano della vita e purtroppo, ancora una volta, mi trovo a verificare una sconfitta della cultura della vita e una chiara vittoria della cultura della morte.
Tra medici e giudici qualcuno gioirà ora e tra qualche tempo, quando la disumanizzazione della società sarà la norma, ne faranno addirittura un vanto. A noi non rimane che moltiplicare l'impegno perché il mondo torni a girare per il verso giusto.
Ora che il piccolo Alfie è morto è necessario che ciascuno di noi si interroghi: tutti dicono la loro per questioni banali, scandali, parole vuote,… ma di fronte a quei valori per cui è doveroso alzare il tono e far sentire la voce, troppi tacciono.
Ormai non ci scandalizziamo più di niente, o quasi. Non ci scandalizza assistere al dramma di due genitori impediti dalla giustizia a tenere in vita il proprio figlio. Non ci scandalizza sentir parlare di droga nelle canzoni e di udirvi anche ripetute bestemmie. Non ci scandalizza che gli studenti rispondano male, o picchino i professori e i genitori.
L’assurdo è ormai diventato normale e noi ci siamo tragicamente abituati a farcelo andare bene. Forse l’unica cosa che sia ancora in grado di scandalizzarci sul serio è il bene, ossia la vita così come dovrebbe essere. La cosa in assoluto più scandalosa, però, rimane sempre il Vangelo, ossia il punto di vista di Dio sulla vita.
È proprio la Sua Parola che scardina il falso equilibrio che ci siamo costruiti e ci espone al rischio della felicità. Quella vera, però, che è un po’scomoda, provata, magari malata, un po’come quella incarnata dal piccolo Alfie. In effetti è scandaloso riuscire a guardare la vita come la guarda Dio, e il mondo attorno a noi con la sua cultura di morte non ce lo lascerà fare tanto facilmente. Ma chissenefrega: questo “rischio della felicità” tanto scandaloso è meraviglioso.
La fede non è solo una questione da lezioncina di catechismo, ma è soprattutto una missione da affrontare tutti i giorni, col coraggio di combattere e di rischiare in nome del Bene. Altro che fare i bravi e dire le preghierine…
Che questa tragica morte interpelli le nostre coscienze ora che non dobbiamo pregare per Alfie ma pregare che Alfie interceda per noi presso Dio.
“Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola.
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