Ascoli Calcio, Faisca: “Legatissimo al Picchio. Tornare? Non ci spero”
di Redazione Picenotime
giovedì 22 maggio 2014
Vasco Faisca ha deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza con la famiglia ad Ascoli Piceno dopo la fine del campionato greco che lo ha visto impegnato nelle file del Platanias, piccola squadra dell'isola di Creta. Il 33enne difensore portoghese è ancora legatissimo al Picchio nonostante l'amara retrocessione della scorsa stagione e ricorda sempre con affetto le 112 presenze in Serie B con la maglia bianconera impreziosite da 3 reti. In esclusiva per Picenotime.it Faisca ha voluto raccontarci la sua avventura in Grecia, da dove ha seguito sempre con interesse le vicende dell'Ascoli Calcio.
Vasco, come è andata in Grecia dopo undici stagioni nel campionato italiano?
E' stata un'esperienza sicuramente positiva, ho affrontato una realtà nuova in un torneo che non conoscevo. Ci siamo salvati con un 14esimo posto finale con 38 punti in 34 partite, a livello personale ho avuto la fortuna di giocare quasi sempre da centrale di sinistra nella difesa a quattro, con 27 presenze ed un gol, ho saltato qualche partita solo per infortuni e squalifiche. Mi sono trovato alla grande nell'isola di Creta, un posto favoloso dove si vive bene e non fa praticamente mai freddo. Il greco è una lingua molto difficile, ma conoscendo bene l'inglese non ho avuto particolari problemi. Poi in squadra ci sono tanti spagnoli e portoghesi e quindi mi sono trovato a mio agio.
Che squadra è il Platanias?
E' una società piccola, ma molto seria e con voglia di far bene. La potrei paragonare al Chievo come realtà, rappresenta un paesino a 10 chilometri di distanza dal più importante centro di Chania. A causa delle "disgrazie" sportive di altri club si è trovata tre anni fa dalla Serie C greca alla Serie B, campionato che ha subito vinto al primo colpo arrivando nella massima serie, dove ha conquistato due salvezze consecutive. Lo stadio è piccolo e di solito siamo seguiti da 3/4mila spettatori, poi quando arrivano le grandi squadre come Olympiakos, Panathinaikos e Paok Salonicco si può arrivare anche ad 8/9mila tifosi.
Il momento più emozionante della stagione?
Giocare negli stadi di Olympiakos e Paok Salonicco, davanti a decine di migliaia di tifosi scatenati, è stato davvero bello. La Serie A greca non è al livello di quella italiana, ma il calcio nelle grandi città è seguito con molto interesse. Il momento che ricordo con più gioia a livello personale è sicuramente il mio unico gol, decisivo per battere in casa 2-1 l'Aris Salonicco in un vero e proprio spareggio salvezza. Successe un putiferio in quel match: di testa, sul secondo palo, indirizzai il pallone verso la porta, col portiere avversario che lo fermò, forse, sulla linea. Il guardalinee ritenne che la rete fosse valida, mandando su tutte le furie i giocatori dell'Aris, che lo assalirono fisicamente facendolo cadere addirittura a terra. Si scatenò un parapiglia incredibile, con ben 4 espulsi e partita sospesa per 15 minuti. Poi il gioco riprese e riuscimmo a portare a casa, grazie al mio gol, una vittoria di vitale importanza. Il giorno dopo sui quotidiani greci non si parlava d'altro...
Hai seguito le vicende del Picchio dall'isola di Creta?
Certo. Sono davvero contento che sia arrivata una nuova proprietà che ha subito riportato tanto entusiasmo dopo il doloroso fallimento. Ad Ascoli ora si può sognare in grande ed iniziare un progetto serio ed ambizioso, la città ed i tifosi bianconeri si meritavano una svolta di questo spessore. Ci sono tutte le premesse per far bene e sono sicuro che l'Ascoli si toglierà tante soddisfazioni nei prossimi anni.
E' passato un anno da quella disgraziata retrocessione, ci pensi ancora?
La ferita è ancora aperta, inutile nasconderlo. Non ero mai retrocesso in carriera ed è stato doloroso finire in Lega Pro dopo un'annata assurda. Conservo brutti ricordi di quel campionato e mi sono fatto delle idee su come sia potuto capitare tutto ciò, ma preferisco tenerle per me. Preferisco pensare alle due stagioni precedenti, in cui abbiamo conquistato due salvezze incredibili.
Che rapporto hai mantenuto con la tifoseria ascolana?
Torno ad Ascoli sempre volentieri e non è un caso che abbia deciso di trascorrere le vacanze con la mia famiglia da queste parti. Dopo la retrocessione c'è stato un po' di accanimento nei confronti dei giocatori che avevano deciso di andarsene, ma credo sia normale. Per quanto mi riguarda ho tenuto contatti con diversi sostenitori bianconeri, che mi scrivono su Facebook e mi dimostrano ancora tanto affetto. Quando passeggio per Ascoli percepisco ancora stima e da parte mia considero il rapporto con la tifoseria più che buono. D'altronde anche io sono e sarò sempre un tifoso del Picchio.
Impossibile vederti giocare di nuovo con la maglia dell'Ascoli?
Nel calcio niente è impossibile, ma se devo essere sincero non ci spero troppo. Ho un altro anno di contratto con il Platanias, non nascondo però il desiderio di voler tornare a giocare in Italia, che considero la mia seconda patria dopo il Portogallo. Non credo che la nuova Società bianconera possa essere interessata a me, ma in caso contrario di certo non volterei le spalle...
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